Linea d'ombra - anno XI - n. 79 - febbraio 1993

STORIE/MILLMAUSER O dovremmo piuttosto immaginare nei panni di Dornroschen lo stesso Moorash, addormentato nel profondo incantesimo della sua arte? delle tonalità di nero, riusciamo a distinguere i fitti rami di spini che si sono spinti attraverso i battenti aperti della finestra e riempiono totalmente la cameretta. Dornroschen sarebbe del tutto invisibile se non fosse per i suoi stupendi capelli lunghi che somigliano a tralci di vite e che s'attorcigliano sui rami di spini e da questi pendono come fitti grappoli inquietanti. D'altro canto essa può anche essere presente nel debole barlume di luce che sembra arrivare da un punto imprecisato del l'oscurità profonda degli spini e ci consente di riconoscere l'acutezza delle spine, i capelli, le tonalità del nero. Nel complesso ne consegue un effetto di incertezza, che da una parte suggerisce una pace oscura, una tranquillità gravata di pensieri, una tensione verso l'annichilimento, edall' altra l'oppressione della sepoltura mentre la vita dura ancora. Perché Moorash si interessa a questo racconto e a questa immagine nei primi mesi del 1839? Sfortunatamente non abbiamo risposte certe, chiare. Dobbiamo credere, con Havemeyer, che stesse pensando alla sua adorata Elizabeth, seppellita a Stone Hill Cottage, imprigionata negli spini della sua arte e in attesa dell'improbabile principe che sarebbe venuto a liberarla? Havemeyer non cita un passo breve ma cruciale del Diario di Elizabeth del 2 gennaio: "Visita di Vai! e della sua nuova moglie, Charlotte. Vail infatuato, Edmund delizioso, Charlotte carina, un po' bambinetta. Timida. Grandi occhi chiari, di peltro grigio ". È la prima visita segnalata del quarantaseienne Vail e della moglie giovinetta Charlotte (1823 - 1846), che aveva sedici anni ma sembrava due anni più giovane. Moorash deve aver pensato alla giovane sposa, sotto l'incantesimo del matrimonio col brizzolato Vai! - ma in quel caso, i passi di chi si sarebbero sentiti sulla scala della torre alla fioritura dei biancospini? O dovremmo piuttosto immaginare nei panni di Dornroschen lo stesso Moorash, addormentato nel profondo incantesimo della sua arte? 12.VOLTINELLACORRENTE (1839) Olio su tela, 63,5 x 82,55 cm Pare che Moorash abbia fatto molti disegni preparatori, andati perduti, nell'aprile o nel maggio del 1839: il dipinto fu completato ad estate avanzata, probabilmente l'ultima settimana di luglio. Il torrente è quasi certamente il pittoresco corso d'acqua che scorreva, e scorre tuttora, dalle Saccanaw Hills attraverso un tratto boscoso della proprietà di Moorash per poi andare a sfociare nel Black Lake. Un ponticello di legno, di cui ora non v'è più traccia, attraversava il torrente nel punto in cui un'antica pista indiana portava all'acqua. Le assi del ponte sono, nel dipinto, una serie di brusche pennellate rosse e gialle gettate sulla furia dell'acqua. I volti, benché non siano altro che energiche macchie di colore, sono inequivocabilmente quelli di Elizabeth, William Pinney e Sophia Pinney, come per altro chiarisce un'annotazione del Diario di Elizabeth. È pur vero che uno studioso dell'opera di Moorash sa riconoscere, anche senza quella nota esplicati va, i tratti caratteristici delle tre facce, pur se disfatte e slabbrate dalla corrente turbolenta del torrente. Sophia Penney (1816- 1846), la sorella di William Pinney, era stata in visita a Stone Hill Cottage tre volte intorno al 1835, ma cominciò ad accompagnare il fratello regolarmente nella primavera del 1837. Solo in quell'anno William e Sophia rimasero a Stone Hill Cottage una settimana in aprile, due settimane in maggio, dieci giorni in giugno, tre settimane in agosto, una settimana in ottobre e quattro giorni in novembre. Le visite frequenti continuarono nel 1838, e nella primavera del 1839 William, ormai architetto a Boston, costruì un cottage per l'estate sulla sponda opposta del Black Lake ai piedi di una collina boscosa. Il cottage, due volte più grande di quello di Stone Hill, comprendeva una sala da musica, una biblioteca, e una stanza per la custode. Nella stalla dietro il cottage Pinney aveva sistemato due cavalli bai con selle inglesi all'ultima moda. Sophia era diventata amica intima di Elizabeth e, nella primavera del '39, le due coppie si facevano regolarmente visita ogni giorno, remando spesso dall'uno all'altro cottage e separandosi dopo mezzanotte. Al cottage dei Pinney, Sophia e Elizabeth solevano suonare brani scelti dalleFantasiestucke, op.12 (1838) o dal Carnaval ( 1837) di ~chumann, pubblicati da poco, aggiungendo talora uno studio o un notturno di Chopin, mentre Edmund se ne stava seduto, le dita contratte e gli occhi semichiusi in uno "stato paradossale di sognante attenzione" (Diario, 18 Iuglio 1839). Non era mera simpatia quella che Elizabeth ispirava nella più giovane amica (Sophia aveva allora ventitrè anni ed Elizabeth venticinque), quanto piuttosto un'ardente ammirazione. Contemporaneamente risvegliava in Sophia una sorta di protettività materna dalla quale Elizabeth si sentiva turbata e un poco infastidita. Nelle fresche serate estive Sophia insisteva perché Elizabeth si coprisse con uno scialle, cercava di intervenire sulle sue abitudini alimentari e sul disordine del suo riposo notturno; acquisì una acutissima sensibilità per gli umori di Elizabeth e comiciò addirittura a condividerne le emicranie. Elizabeth apprezzava la devozione appassionata dell'amica ma non le permetteva assolutamente di ìmporle regole nuove di comportamento. Una volta che Sophia le aveva rimproverato di essere rimasta in piedi tutta notte e di aver pagato l'eccesso con un mal di testa terribile, Elizabeth le aveva risposto con molta asprezza e Sophia era scoppiata in lacrime. La replica tagliente era del resto un'eccezione: la loro era un'amicizia salda e appassionata, nonostante si avverta che delle due è Sophia la più vincolata all'altra, forse perché la corrente più profonda dei sentimenti di Elizabeth fluiva verso il fratello. 13. CLAIRDELUNE(1839) Olio su tela, 91,44 x 81,28 cm Questo quadro, da cui sembra emanare il respiro di una tranquilla serata estiva, fu in realtà dipinto in autunno: cominciato a metà settembre, fu completato durante una settimana di tormente di neve ai primi di novembre. Vi regna una curiosa immobilità (si confrontino due altri notturni rimasti, il Nachtstuck e la Notte d'agosto): il mondo pare dominato dall'incantesimo del chiaro di luna. Questa sensazione di stregamento, di incantamento, ci riconduce a Dornroschen, ma il sentimento qui è del tutto differente: è uno studio sulla quiete, sull'armonia, su una pace sottilm~nte melanconica. Quasi a enfatizzare l'armonia della terra e del cielo, Moorash situa la linea dell'orizzonte esattamente al centro del quadro: appena visibile tanto da dissolversi sopra_e sotto nel ~lu, una linea nera di colline separa il profondo blu bnllante del cielo 37

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==