STORIE/ MILLHAUSER imitativa, semmai trasformativa: Moorash sembra essere alla ricerca di un modo per rivelare e liberare un diverso ordine dell'essere, una struttura più profonda di quella fisica o accidentale che si mostra all'occhio innocente. Nel dipinto Elizabeth è sola, una piccola, ombrosa figura quasi inghiottita dall'immensità delle due oscurità, del lago e del cielo, che si fondono l'una nell'altra fino a diventare inseparabili. Dalla buia figura di Elizabeth, che sta al centro, fluiscono, turbinante schiera di ombre, tutte le gradazioni del marrone. Un'atmosfera di cupa melanconia pervade il quadro, come se una macchia di tristezza marrone fosse filtrata attraverso una crepa apertasi sull'universo. Il 6 giugno si legge nel Diario di Elizabeth una breve annotazione: "Nel vedere il quadro mi ha preso una terribile agitazione. Edmund ha visto la mia anima, com'è". Tre giorni dopo, il 9 giugno, scrive: "In questa gloriosa mattinata il mio spirito è alto. Come sento profondamente, sulle colline e nelle valli, la presenza di uno Spirito benevolo. Devo pregare perché mi guidi nel giusto". Gli stuzzicanti commenti di Elizabeth sono stati interpretati alla luce della crisi, prossima a scoppiare, del rapporto con il fratello, ma è possibile che ella avesse già cominciato amanifestare i segni del disordine psichico che doveva emergere in maniera più evidente negli anni a venire. William Winstanley, Laconfluenzadel Potomoc e dello Shenandoah presso iltraghettodi Harper. 36 11. DORNRÒSCHEN (1839) Olio su tela, 48,89 x 69,59 cm Il 23 dicembre 1838 Elizabeth annota solo una citazione: " 'I racconti di fate della mia fanciullezza hanno un significato più profondo delle verità che la vita mi ha insegnato' - Schiller, Wallenstein". Schiller non è menzionato altrove nel Diario, ma fra i libri prediletti di Elizabeth va compreso Kinder und Hausmiirchen di Grimm, al quale fa spesso riferimento fra il '39 e il '40 e del quale possedeva due diverse edizioni: l'edizione riveduta del 1819 e quella ridotta o Kleine Ausgabe, del 1825, con illustrazioni del terzo fratello Grimm, Ludwig Emi! Grimm. È verosimile che lei leggesse e traducesse direttamente per Moorash, anche se in un caso come questo, per una storia così nota, non va sottovalutato il ruolo della memoria infantile, sensibilissima al racconto orale. Dornroschen, solitamente tradotto Rosa selvatica, è la versione che Grimm ha dato della Bella addormentata nel bosco di Perrault: è uno dei più brevi e potenti racconti di Grimm, ben più evocativo della versione annacquata di Perrault. Un disegno preparatorio che ci è rimasto (sul retro di un conto per tela e telaio) rivela che Moorash aveva intenzione di dipingere la fioritura della grande siepe di biancospino, ma di questa visione non v'è traccia nel quadro finito, anche se intatto resta l'incantesimo. In questo studio del buio ci troviamo nella stanza della torre di Dornroschen; solo quando l'occhio s'abitua alla predominanza
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