Linea d'ombra - anno XI - n. 79 - febbraio 1993

contrattazioni. Quando la protezione non è universale e la gente comincia a farsi proteggere per portare a termine qualsiasi operazione, allora le cose che devono rimanere rigorosamente pubbliche, al riparo dalla contrattazione mercantile, diventano automaticamente acquistabili e vendibili: le posizioni nell'amministrazione pubblica, i voti, le promozioni negli esami scolastici e universitari, l'assegnazione di certi privilegi, di certi contratti, di patenti, dalle cose più piccine alle più grandi. La tua analisi conduce quindi ad una critica empirica del liberalismo radicale, quello che- per intenderci-privatizzerebbe il sistema giudiziario e i servizi di protezione dei cittadini. Neppure lo Stato liberale classico si era mai spinto ad auspicare una privatizzazione così radicale. La cosa paradossale è che la società mafiosa è una società più di mercato della società liberale classica. La società liberale classica esclude dal mercato un certo numero di beni, così da poter rendere eccezionalmente efficiente la produzione di tutti i beni. La società mafiosa, non escludendo dal mercato beni che dovrebbero rimanere pubblici, rende la produzione di tutti gli altri seriamente inefficiente. Eppure anche lo Stato - lo Stato empirico, che vediamo tutti i giorni ali' opera in questo paese-offre protezione efficace solo a certi gruppi, ne privilegia alcuni e penalizza altri. In altre parole, si discosta dall'ideale liberale classico ... Sì, ma in qualche modo sente queste come deviazioni. Un sistema politico funzionante, costituito da partiti, da lobbies Da ChroniquesSiciliennes di Letizia Battaglia e Franco Zecchin (CentreNationalde la Photogrophie). ILCONTESTO democratiche, contrasta queste degenerazioni. Esso funziona su un modello euristico che è universalistico. L'ipocrisia è il miglior omaggio alla virtù. Non direi che è semplicemente una maschera; trasformare le tensioni tra interessi in un sistema politico regolativo è un passo avanti innegabile per la società. L'uso della forza bruta per decidere chi proteggere e chi no non è certo un'alternativa ... La protezione è uno di quei beni che anche un'economista classico non vuole vedere sul mercato. I principi del liberalismo classico non hanno mai avuto una grande fortuna in Italia. Si possono imputare allo Stato italiano mille mali - inefficienza corruzione abulia incapacità -, e questi hanno influito sulla lotta alla mafia. Vi è però qualcosa di peggio. Una buona fetta della classe dirigente italiana, specie giudici e avvocati, è cresciuta sotto l'effetto di una particolare ideologia, nient' affatto liberale, in base alla quale la mafia è un "ordinamento giuridico". Tale dottrina considera lo Stato un'entità che non ha il monopolio della legge, ma che deve in qualche modo fare i conti con altre istituzioni che rivendicano tale monopolio, e sul piano giuridico non è possibile discriminare chi sia migliore o peggiore. Se i membri di certe associazioni riconoscono determinate norme di comportamento, tali associazioni sono un "ordinamento giuridico". Come tali non sono né peggio né meglio dello Stato, sono parallele allo Stato e all'interno della loro giurisdizione, che è elastica, hanno norme e il diritto di sanzionare i trasgressori; quindi generano ordine. In altre parole, quello che è per noi un omicidio mafioso, per questa ideologia è da intendersi come l'esecuzione di una sentenza legittima all'interno di un certo ordinamento. Un'ideologia del genere fornisce la motivazione non per combattere la mafia, ma per negoziare. Le norme dell' ordinamento mafioso non concernono lo Stato, anzi lo Stato - sempre in base a questa ideologia- deve collaborare. Paradossalmente, è più difficile capire perché certa gente ha dato la vita per combattere la mafia, che non il viceversa. È difficile spiegare perché verso la fine degli anni Sessanta giudici come Terranova hanno cominciato ad abbandonare l'ideologia giudiziaria dominante nel Mezzogiorno, in base alla quale si riconosceva alla mafia la dignità di ordinamento giuridico. L'ideologia della mafia come ordinamento giuridico indipendente e sovrano sembra essere del tutto vincente in Giappone, dove la mafia è tollerata dal potere politico. La soluzione giapponese è quella in cui lo Stato tollera senza ambiguità l'esistenza di un'istituzione parallela che è l'insieme delle famiglie di protezione privata denominato jakuza. Per capire gli elementi essenziali dell'industria della protezione, è molto istruttivo osservare la mafia giapponese, la quale si m_anifesta più apertamente poiché virtualmente non è perseguita. E un caso estremo e come tale è utile per capire ii:imodo retrospettivo come opera la mafia nostrana, che invece ha avuto ed ha qualche motivo in più per nascondersi, per occultarsi. La debolezza dello Stato italiano nella lotta alla mafia non è dunque una fatalità, dovuta magari a una caratteristica etnica degli italiani. Nient'affatto. Sia chiaro che questa ideologia non è stata inventata dai mafiosi, i quali hanno poi convinto schiere di giudici e giuristi. Tale ideologia mascherava interessi molto consistenti in Italia. Grossi centri di potere, come ad esempio la Chiesa, la grande industria del Nord e lo stesso mondo del lavoro, tutti, per 15

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