SCIENZA/RICHELLE Le condizioni di una macchina che possa davvero rivaleggiare con il cervello umano: "una macchina chef osse in interazione evolutiva con il mondo esterno". fase comporta l'identificazione di un problema, in termini che corrispondono alle formulazioni sin lì abituali, ma che si rivelano incapaci di risolverlo. La seconda mette in azione delle strategie rispetto alle quali Connes parla di allargamento, di approccio indiretto, e che danno a Changeux l'occasione di introdurre il primo termine del suo modello darwiniano, e cioè la variabilità: il cervello del matematico funzionerebbe in questo caso come un generatore di diversità, che offre il materiale alla selezione, secondo termine del modello. Quest'ultima che, quando si trattava dell'epigenesi delle connessioni neuronali, prendeva il nome di stabilizzazione selettiva, può corrispondere, nei procedimenti di soluzione di problemi, alla funzione di valutazione che interviene per rifiutare le soluzioni inadeguate e per identificare, qualora si verifichi, la soluzione corretta. 3 La sua scoperta segna la fase finale del processo, l'illuminazione. Ricorderemo dei commenti di Connes a quest'analisi tutto sommato classica, la sua insistenza, sin dalla prima fase, ma soprattutto nel corso della terza, su elementi motivazionali ed emozionali, sull'implicazione dell'affettività. Ecco come Connes riassume il suo punto di vista: "Si potrebbe allora dire molto schematicamente che la prima fase consiste nel costruire, in modo cosciente, una funzione di valutazione legata all'affettività, che si potrebbe esprimere crudemente sotto la forma: 'questo problema, voglio proprio risolverlo'. Il meccanismo darwiniano corrisponderebbe all'incubazione, l'illuminazione si produrrebbe solo quando il valore della funzione di valutazione è sufficientemente grande per scatenare la reazione affettiva" 4 • C'è qui materia di riflessione per una psicologia radicalmente cognitiva (nel senso in cui esclude e ignora l'affettivo). È anche qui che Connes, non contraddetto da Changeux, traccia la demarcazione tra il funzionamento del cervello matematico e il computer. Le macchine più perfezionate non sono oggi capaci di quelle reazioni affettive inerenti, secondo Connes e Changeux, a certe fasi, le più significative, dell'attività di soluzione dei problemi che è tipica del cervello umario. L'intenzionalità che si è a volte tentati di attribuir loro, a partire dal1e funzioni di valutazione che vi sono inserite, è predeterminata, e Changeux direbbe che non è evolutiva. Concordando qui con il suo interlocutore biologo, Connes definisce meglio di quanto non avrebbe potuto fare lo stesso Changeux le condizioni di una macchina che possa davvero rivaleggiare con il cervello umano: "Una macchina di questo tipo dovrebbe essere in interazione eyolutiva con il mondo estemo" 5 • Questo dovrebbe rendere felice il neurobiologo, perché se tra le sue idee ce ne sono che meritano di indicare lo spirito oltre le frontiere disciplinari, si tratta proprio di quelle che si rifanno al modello darwiniano, invece che alla difesa del costruttivismo in matematica. La discussione su intelligenza naturale/intelligenza artificiale, che punteggia molti capitoli del dialogo ma è oggetto specifico di un capitolo dal titolo omofono a tutta l'opera, (Le macchine per pensare), risente dei limiti tipici di molte discussioni analoghe, il più forte dei quali resta l'uso sfocato di termini mal definiti, come per esempio intenzionalità. Senza minimizzare la parte del matematico in questo stimolante dialogo - ho già detto della resistenza che egli oppone al suo mentore - , il libro vale anche per la versione che ci dà dei terni prediletti di Changeux, di cui loderemo en passant la preoccupazione di farsi capire dai non specialisti. Lungo la conversazione egli elabora, con la chiarezza paragonabile a quella del suo L'uomo neuronale6 , la sua concezione del darwinismo generalizzato, che fa eco sotto molti aspetti alla concezione che ha difeso Edelman. Essa s'incontra con opinioni condivise, a partire da orizzonti spesso molto diversi, da psicologi dell' apprendimento e dell'intelligenza come Piaget e Skinner, opinioni che sono state purtroppo messe in ombra dalla moda dei modelli cognitivi nati dalla. fascinazione dell'intelligenza artificiale. Tirando la lezione delle critiche e dei malintesi di cui è stato oggetto L'uomo neuronale, Changeux si è ritratto da quei tocchi di riduzionismo e di trionfalismo che abbellivano il suo eroe senza Spirito. Rimane tuttavia fermo sul suo rifiuto della posizione funzionalista, illustrata da Johnson-Laird, e cui oggi aderiscono molti psicologi cognitivisti. Questa tesi sostiene, come è noto, una specie di disprezzo per il neuronale, livello terra-terra dell' implementazione per affermare la validità di diritto di una inchiesta che porti esclusivamente su programmi descriventi le competenze di trattamento dell'informazione, senza appesantirsi delle costrizioni che le caratteristiche del cervello eserciterebbero sull'organizzazione del pensiero. È la versione moderna della scatola nera, ma legittimata al livello del principio (e non come faceva Skinner, al livello metodologico), e a un momento del1'evoluzione delle discipline attinenti che non permette più quest'isolazionismo, vera e propria esaltazione del top. Si tratta di un riduzionismo a rovescio, che non vale più del suo contrario. 7 Il dialogo si chiude su un capitolo dedicato all'etica. Changeux tenta nuovamente di spingere Connes ad aderire al costruttivismo, per sfuggire alla morale assoluta che deriverebbe secondo logica dal suo idealismo. Changeux parla da solo per più di 18 pagine (ignoro se la forma del dialogo è stata solo una messa in scena, o se la conversazione c'è veramente stata ...), lasciando tuttavia a Connes l'ultima pagina, e dunque l'ultima parola. Il matematico rifiuta di farsi irretire nelle maglie di questa logica: è possibile credere alla realtà degli esseri matematici senza attribuir loro un'autorità sui nostri poveri affari umani. Che ci sia in Changeux un platonico nascosto? Dopo tutto, quest'idea di pubblicare un dialogo ... Note l) È il termine usato da Changeux, che si riferisce alla realtà che questa concezione attribuisce agli oggetti matematici. Ma questa concezione è evidentemente idealistica, platonica. 2) Pag. 139. 3) Inmolti campi, come le scienze naturali e le scienze umane, è meglio limitarsi alla nozione di soluzione sodddisfacente, che segna un progresso in rapporto allo stato anteriore del sapere; i matematici sembrano avere il privilegio, almeno di quando in quando, delle soluzioni corrette, definiti: ve. Anche questa è una possibile fonte della loro fede nella realtà degh esseri matematici. 4) Pag. 82. 5) Pag. 156. 6) J. P. Champeaux, L'uomo·neuronale, Feltri_nelli,~i!a~o 1_983. 7) Non è raro che per giustificare il funzionalismo ~• s1_nfe~sca ~lo schema di Marr , ma Marr non rifiuterebbe mai i leganu ev1denu tra 1 tre livelli- computational, representational, implement~tional -; ~asc~lta che egli faceva di trattare innanzitutto del computationale era d1_o~ne metodologico, come tappa strategica_ment~più fe,~ondaper po~r distncare successivamente i livelli neurofis10log1c1dell 1mplementaz1one. Copyright Mare Richelle 1989. 71
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