STORIE/BESSA LUIS altro se non sentirsi orgoglioso di lui, seducendolo e dedicandogli .cure esagerate. Il risentimento verso la moglie e la sua incapacità di tenerla ancora con sé, gli davano le forze necessarie per sopportare i capricci del bambino che ambiguamente lo sfruttava. - Dormi, si? Poi ti porto alla torre dove passa il meridiano che segna l'ora dell'Europa Centrale. L'ora di Termoli, si chiama così. E ti porto a San Domino, in barca da un amico mio. Una barca che si chiama Cardellino - ti piace? Pescheremo pesci grandi grandi. - Come tritoni? - Più o meno come tritoni - E gli sembrò che il figlio fosse straordinariamente precoce e intelligente. - Tua madre non ti porta mai in posti come questo ... Non le piace il sole e neanche gli animali. Una volta le ho comprato un cane di lusso, non puoi neanche immaginare quanto caro. Lei lo regalò dicendo che mangiava troppo ... Era un bel cagnolino di lusso, l'avevo pagato molti soldi. La mamma lo regalò, non lo abbiamo più visto. - Ma se mangiava troppo ... - la scusò il bambino che non voleva compromettersi più di tanto sull'argomento. - Quando mi posso alzare? - ripetette. - Più tardi, dormi ora, Bruno, dormi ... Domani potrai avere tutto quello che vuoi. - Voglio un gelato al cioccolato. La cosa che mi piace di più al mondo è il gelato di cioccolata. - La sua chiacchiera fresca e incoerente continuò ancora per molto. L'uomo senz'altro ... si addormentava e si svegliava in continuazione, sentendosi un po' colpevole del suo disinteresse, ma dimostrando sempre di essere al corrente della sconnessa conversazione del bambino. Alla fine Bruno si addormentò. Non doveva avere più di sei anni, sarebbe stato faticoso sopportarlo anche per il più disponibile dei padri. Non lo amava particolarmente, ma sapeva che la moglie lo teneva come pegno dell'antico vincolo di quell'amore mal vissuto e mal scelto che li aveva legati. Per questo glielo contendeva; e alla fine di quelle ferie adulatorie e perverse avrebbe restituito il bambino nel quale si perpetuava la sua umiliazione. Il bambino non avrebbe mai ·potuto riunirli. E quello che era terribile era che lui aveva una ruolo sterminatore perché trasportava da un cuore all'altro la impostura della sua condizione di orfano. Da lì a poco avrebbe fatto giorno, i pescatori svegliavano l'albergo con i loro preparativi. Si sentiva stridore di freni per le strade sabbiose di Termoli e una aurora d'argento faceva spuntare dal mare le isole Tremiti. La prima motonave salpava già dal porto, con un battere d'ala sommersa. Ma dalla stanza affianco non veniva alcun rumore. Il bambino dormiva nell'ampio segreto della sua definizione. L'uomo certamente si scherniva dalla luce di fuori per la quale lui era solo un viso inerte in cui i sogni si erano ormai atrofizzati senza neanche essere redenti dalla realtà. Lo scosceso altopiàno di Termoli, con le sue case strane, come nidi di termiti conservava intatto la silenziosa supremazia della sua povertà e della sua antichità. La foresta sottomarina prometteva ai cacciatori un asilo profondo e umido. Era come nel cinema di Antonioni, la favola del tedio borghese con tracce di virtù panteista. In quel momento pensai che Termoli si trovava alla fine del mondo e che era tempo che io tornassi a casa. 54 Imbarco a Brindisi Non capita tutti i giorni di scrivere una pagina ispirata. A volte lasciamo andare il pensiero per gli sterili cammini del quotidiano, che corrompono ogni sottigliezza e ogni grazia; altre volte invece ci mettiamo il cappello da saggio, e ne viene fuori un repertorio di sentimenti senza vita. Ma può anche succedere che il lungo tempo di ubbidienza alle condizioni di una vita sempre uguale a se stessa prepari invee.e la rivelazione di un momento eccezionale. Come oggi, che, all'improvviso, né per un disegno celeste né per alcun significato morale ci siamo trovati nella locanda del disincontro, dove non c'è niente di ciò che ci accade abitualmente, se non la polvere dei piccoli incidenti umani che non hanno avuto alcuna storia. Brindisi, si è stato a Brindisi. Porto di gran commercio, un supplicante invito al silenzio nel crepuscolo di Brindisi; dentro le loro scatole di cartone grandi bambole dal viso vuoto e senza espressione con gli occhi di smalto spalancati. La polvere del molo aderisce come un panno al cemento, una nave parte da Brindisi all'imbrunire. Studenti inglesi, byroniani e erranti, salgono a poppa dove passeranno la notte sotto le stelle. Portano capelli lunghi da paggi e dato che non sono belli, ci sembrano indecenti. Sì, l'eccentricità è una beatitudine conferita dal privilegio, non una missione per comuni mortali. E questi giovani inglesi, dato che non son belli, con le loro labbra carnose e rosa, con i loro buccoli da diva, ci infastidiscono e ci sembrano volgari. Non sono né tristi né allegri mentre partono da Brindisi al far della notte; probabilmente sono soltanto stanchi e non interessati all'avventura che hanno scelto di intraprendere. Cammina tra di loro, come un grande angelo androgino e convalescente, una ragazza che beve lentamente una aranciata. Quel viso affamato e inespressivo non è altro che una maschera. Non senza una certa sorpresa, verifichiamo che gli uomini e le donne giovani teatralizzano la loro coscienza, senza poi, di fatto occuparsene. Un viso umano è invece fatto di ore minuziose, non nasce all'improvviso aperto e realizzato di fronte alla prodezza di vivere. Sì non e' era un solo viso umano a Brindisi, che non era più la città dove Virgilio, prostrato dalle febbri, morì nella sua lettiga. Era una donna già un poco distratta della sua gioventù, ma bella. Era povera. Il modo in cui chiedeva il prezzo del biglietto per Patrasso sembrava assorbire tutto il suo spirito, le dava un'espressione semidemente, come hanno solo i poveri quando trattano di soldi. Non conoscono l'avidità, non conoscono il significato del lucro; misurano e pesano, con un disinteresse non umano per tutto ciò che non sia il prezzo della loro necessità. In quella donna che voleva comprare un posto ponte per Patrasso e' era una tale passione nel voler convincere la scarsità di denaro ad esserle sufficiente, che tutti sentimmo che sarebbe stata capace di ignorare la fortuna, la città propizia, gli inviti oscuri e quelli leali, solo per persuadere quel momento ad esserle favorevole. Non voleva sedurre nessuno; ma allo stesso tempo sarebbe stato quasi lodevole se l'avesse fatto, perché la sua bellezza comunicava spavento, gratitudine e anche crudeltà. Chissà perché la bellezza ha sempre una vena di crudeltà, eppure è così. Era magra e scura, aveva gli occhi seri, grandi, con le ciglia come penne bagnate. E
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