Linea d'ombra - anno XI - n. 78 - gennaio 1993

Foto di Antonio Biasiucèi (da Stazioni, Electa Napoli 1991 ). Paddock bevve tutto d'un fiato la bevanda che Doriana gli aveva offerto - un succo di latte e polpa di cocco molto zuccherato - e richiuse la porta dietro di sé, ben felice di aver avuto un incarico. Il grigio del mattino in parte si dissolse, lasciando cadere sulle rocce i cocenti raggi di sole che scatenarono il magico sfavillìo del cobalto. Pack dalla finestra vedeva il luogo dell'appuntamento gremirsi di gente e segnò subito con lo sguardo i suoi prossimi interlocutori: Phi e Pelobio, che dominavano lo scenario con le loro figure spesse e sanguigne. Non aspettò altro tempo e, seguito dalla moglie, uscì incontro agli altri. La camminatura era decisa ma le sopracciglia arruffate dalla serietà ombreggiavano due occhi stretti dalla luce che non riuscivano a mirare un punto preciso; il suo sguardo a tratti e nervoso, circolava fra le rare palme seminate qua e i"ànel cerchio. Ad ogni passo il vocìo andava scemando e ad attenderlo vi fu un silenzio solenne. Lo tradiva un certo imbarazzo ma mascherò il pentimento per essersi impelagato in una simile situazione. Senza lasciar tempo alle emozioni introdusse alla meno peggio l'argomento. "Quello che ho da dirvi è quantomeno incredibile ed io stesso ero restìo a crederci; di fronte all'evidenza dei fatti sono stato costretto a chiamarvi, per prevenire brutte sorprese." Pack si teneva a debita distanza dal pozzo. "Stamani, io e mia moglie, abbiamo udito salire strane voci dal pozzo, esse ci invitavano a scender giù." Appoggiati al pozzo restarono solo Phi e Pelobio, il primo ostentava una grande serietà, mentre le donne nel folto gruppo ridevano nascondendosi la bocca con la mano. "Ammettiamo pure che tu abbia udito queste voci, ebbene , a chi potrebbero appartenere?" STORIE/SANTORO Pack alzò gli occhi dalla sabbia e li puntò su Phi. "Non so e non riesco nemmeno a pensarci, l'unica cosa che posso dire è che questo pozzo non mi ha mai convinto, siamo in mezzo al deserto, non c'è pioggia per mesi, guardiamo nel pozzo e straripa d'acqua. Ti ricordi Phi quando l'abbiamo scavato? Dopo qualche decina di metri la sabbia era umida, non abbiamo affatto faticato, è stato come mettere un dito e l'acqua è sgorgata. Da allora c'è stata acqua in quantità per irrigare i campi, allevare le bestie, ma se provi a guardarti intorno il deserto ci aggredisce." Il viso di Pelobio si distese in uno sguardo beato, gli occhietti scuri, neri come due olive, abbandonarono l'abituale espressione severa, puntigliosa, che controllava le rotondità ingenue della sua sagoma. Quel fatto straordinario, bizzarro e curioso gli permetteva di liberare un po' della tensione accumulata dal continuo e inutile scavare. Si rigirava il cappello fra le mani e, per un attimo, emanò la sensazione che fosse solo il peso del cappello a tenerlo ben piantato sulla sabbia. Phi, che gli era vicino, lo scosse con un colpo di gomito invitandolo a parlare. "Cosa vorresti dire con questo? Una sorgente, esiste una vena d'acqua sotterranea molto vicina in questo punto alla superficie." Pack rispose impazientemente. "Hai mai sentito di una vena d'acqua così ricca e vicina alla superficie in pieno deserto?" Pelobio cominciava a capire l'insinuazione di Pack. "Proprio tu alludi a una spiegazione priva di raziocinio, allora ammetti l'esistenza del soprannaturale?" Pack non esitò. "Sì, a questo punto sì, le ho sentite quelle voci e se si sono manifestate avranno qualcosa da comunicarsi, un motivo che dobbiamo scoprire."

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