INCONTRI/BINNI I tredicenni non sono dirigenti televisivi, non hanno rubriche sui giornali, non hanno potere, e nelle scelte della sinistra c'è sempre il problema . di stare vicini al potere in ogni modo. ignoranti, e loro si sentono sempre più mosche bianche, esseri particolari e strani, mentre dovrebbero capire di essere una minoranzaculturale viva cheavrebbediritto di essere rappresentata, stimolata, descritta per quello che è, una minoranza con una sua grande dignità. Gli adolescenti non sono solo questo, ma ci sono anche quelli di questo tipo, non ci sono solo le bande con il motorino ... Avendo quarantacinque anni, io posso provare un distacco generazionale verso i ventenni e dire che non li capisco più, come i grandi dicevano di noi tanti anni fa, ma per un tredicenne non mi sento proprio di dire che non c'è nulla da fare. A volte basta veramente un piccolo avvenimento a quell'età per far nascere una curiosità, un interesse. C'è un'enorme assenza della cultura di sinistra in questo campo. Mentre ['industria culturale e i cattolici coprono massicciamente tutto, noi abbiamo abbandonato generazioni intere a Berlusconi e a Disney, e se a sinistra si è proposto qualcosa è sempre andato nella copia in eccesso di ciò che loro proponevano. Questo perché i bambini di tredici anni non sono dirigenti televisivi, non hanno rubriche sui giornali, non hanno potere, e nelle scelte della sinistra c'è sempre il problema di stare vicini al potere in ogni modo. In termini di economia della chiacchiera culturale, gli adolescenti non hanno nulla da dare in cambio, sono soltanto potenziali lettori. Qui si svela una delle falsità della cultura di sinistra, quella di chi dice che a differenza di un'altra cultura che cerca solo il successo commerciale, il potere, i premi ecc., essa dovrebbe occuparsi della realtà degli indifesi, dei proletari, dei marginali. Invece no, non lo fa, perché una cosa che accade in televisione è per un intellettuale e dirigente di sinistra dieci volte più importante di quello che accade e non viene descritto, di quello che non fa parte della recita. I trediciquattordicenni non hanno nessun potere da barattare. Se ci fosse un giornale fatto da tredicenni che vende un milione di copie, tutti gli intellettuali si metterebbero a rimorchio, a blandirli, a scrivere per i ragazzini. Che tipo di autori (scrittori, registi, musicisti ...) ti sembra che possa andar bene per un pubblico di ragazzi? Potresti farmi dei nomi? Penso a tutti gli scrittori che non rinunciano alla fantasia, che non sono inchiodati all'equivoco del realismo e al fatto che per descrivere il proprio tempo tu non debba usare nessun linguaggio che non sia in qualche modo in scala uno a uno, tu non debba usare nulla che porti il libro nel campo del fantastico, dell'acrobazia, del gioco. Tutti gli scrittori che non rinunciano alla fantasia, all'ironia, all'invenzione per descrivere qualcosa di molto reale e sanno servirsi delle culture meticce, delle subculture; che non si rifugiano in una cultura "adulta", a volte peraltro miserabile, non scrivono solo per i ragazzi, ma tengono la porta aperta anche per loro... E già questo è un fatto importante. Penso a molti nomi, ma non solo di scrittori, da Vonnegut a Dahl, al primo John Landis a certi disegnatori di fumetti ecc. La distinzione che si può fare è tra quelli che scrivono per i bambini, che cercano un pubblico di ragazzini e quelli che invece "tengono la porta aperta". Non i tredicenni, ma i quindicenni a cui ho consigliato Flann O'Brien, per esempio, ne sono rimasti entusiasti ... Ecco, bisogna riaprire questa porta, smetterla di scrivere per i salotti letterari (che esistono, anche se hanno cambiato nome). I lettori ragazzini che ho incontrato - e sono tanti! - non sono lettori di un solo libro, comprano dieci, quindici, venti libri l'anno. Per un quattordicenne è molto, non sono vecchi e danarosi come noi, per loro si tratta di una scelta costosa... ' Mi è sembrato di leggere nel tuo libro una specie di distacco da una certa cultura del '68, che, ti confesso, mi ha rallegratocome mi ha rallegrato un film recente, Uomini semplici di Hai Hartley, con il suo pacifico r:egolamento di conti con i padri da parte dei trentenni di oggi. In modo positivo, per andare avanti in entrambi i casi. Rispetto a Comici spaventati guerrieri (il tuo libro più post sessantottino) mi pare che tu ti liberi non del Sessantotto,ma di certi miti emodi di raccontarsi dellagenerazione del '68... In questo libro io in fondo mi chiedo: chi è stato al mio fianco in questi anni di disagio? Le persone con cui ho comunicato, singolarmente o in gruppo hanno fatto sicuramente un tragitto di assoluta autonomia in rapporto alle formazioni della sinistra. Nel '68 e nel '77 io leggevo autori, mi piacevano cose che la cultura di quegli anni rifiutava o non considerava, magari leader che sono poi diventati dirigenti socialisti ... Forse allora c'era un progetto per cui poteva valer la pena di rinunciare a cose più personali, a gusti meno collettivi, chissà. Di rinunciare a Eliot e Pound, e Gadda e Landolfi per ascoltare chi ti diceva che gli autori da leggere erano altri. Ma poi si fanno i conti, e si vede come la cultura di quegli anni si è riversata in massa nell'adorazione della televisione e allora si recupera un senso della dignità della minoranza, si recuperano i "cani sciolti". Inoltre io penso che sia ancora possibile parlare di innocenza, non nel senso di dire "io sono puro", o nel senso cattolico, ma nel senso di poter dire che non si è complici, che non si nuoce, che non si vuole aggiungere dolore a quello che già c'è. Le persone che io trovo oggi come miei compagni di strada non hanno mai come punto di riferimento concetti come il 51 %, la governabilità, la retorica delle parole e sono persone che cercano di fare qualcosa, che cercano di assomigliare alle proprie parole. Ed ~ una cosa questa cui la sinistra sembra aver rinunciato. Negli anm Ottanta a Bologna era più importante, per i comuni~ti, l'incaz: zatura di un consigliere comunale socialista che n~n ti l~voro d1 tutti i centri sociali autogestiti, che poi sono stati ovviamente chiusi cancellando ciò che rappresentavano. Oggi non voglio sentir ~arlaredi governabilità, di 51 %, di interventi s~l te~torio: di piano giovani ... mentre sono dispostissim~ a _sen~re_1 gruppi di volontariato, i singoli dentro e fuori delle 1s_utuz1om,coloro che hanno avuto una traiettoria limpida, se non mnocente. Ce ne sono, e molti vengono da1'68. Me~tre altri sono finiti,, dal '68, nel suo contrario. Molta gente è sahta a suo tempo sull autobus del '68 e del '77 e l'ha poi mollato per strada.
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