STORIE/ELLISON tava la storia del/' aereo e gli chiedeva seper caso cifosse qualcosa fuori posto nel mio cervello. Il dottore spiegò che dovevo aver avuto la febbre per parecchie ore. Mi tennero a letto per una settimana, e io continuai a vedere in sogno l'aereo che volava a pochi centimetri dalle mie dita, e così lento da sembrare quasi immobile. E ogni voita che allungavo la mano per prenderlo non ci riuscivo, e ogni volta in sogno sentivo la voce della nonna ammonire: Ragazza mio Troppo corto è il tuo braccio Per fare la boxe Col Signore Iddio ... - Ehi, giovanotto! Non capì dapprima dove si trovasse, e rimase a guardare, con gli occhi offuscati, il vecchio che gli faceva cenno. - Non è uno dei tuoi aerei che ti viene a cercare? Via via che lo sguardo gli si rischiarava cominciò a vedere una piccola forma nera in lontananza, sui campi, librata attraverso le ondate di calore. Ma non era certo, e in mezzo al dolore sopravvenne la paura che in qualche modo si stesse avverando un'orribile ricorrente fantasia, d'essere tagliato in due dalle lame ruotanti di un'elica. Sentì la voce del vecchio: - Pensi che ci veda? - Ci veda? Spero. - Pare una nottola uscita dall'inferno. Tendendo l'orecchio, sentì ora, debole, il rombo d'un motore, e si augurò che presto fosse tutto finito. -Come va? - Come un sognaccio - rispose. - Ehi! Torna indietro, là, dall'altra parte. - Forse ci ha visti, - rispose Todd. - Forse va a chiamare l'ambulanza e i soccorsi di terra. Oppure, pensò con disperazione, non ci ha visti per niente. - Dove l'hai mandato il ragazzo? - Giù da Mr Graves - rispose Jefferson. - Il padrone di questa terra qui. - Pensi che abbia telefonato? Jefferson gli diede una rapida occhiata. - Eh sì. Dabney Graves s'è fatto una brutta fama per via di quelli là che ha ammazzato, ma certo che telefonerà ... -Chi, ammazzato? - Quei cinque ... non l'hai sentito? - Jefferson domandò con sorpresa. -No. - Tutti lo sanno, la storia di Dabney Graves, specialmente quelli di colore. Ne ha ammazzati abbastanza, di noi. Todd si sentì come uno sorpreso di notte in un quartiere bianco. - Che avevano fatto?- chiese. - Pensavano di essere uomini - rispose Jefferson. -A certi doveva dei soldi. Anche a me ... - E perché resti qui? - Tu sei nero, figlio mio. -Loso, ma ... - E anche a te tocca di aver a che fare coi bianchi. Distolse lo sguardo da quello di Jefferson, sollevato e accusato insieme. E ben presto avrò di nuovo a che fare con loro, pensava con disperazione. Chiudendo gli occhi, ascoltava la voce di Jeffer- , 36 son mentre il sole bruciava sanguigno sulle sue palpebre. - Non ho dove andare - diceva Jefferson - e mi verrebbero dietro se me ne andassi. Ma Dabney Graves è un tipo strano. Scherza sempre. Magari è perfido più d'un diavolo, e poi è capace di cambiare dalla notte al giorno e appoggiare i negri contro i bianchi. L'ho visto io. Ma io, io lo odio proprio per questo più che per ogni altra cosa. Perché appena si stufa di aiutare un uomo non gliene importa niente di quel che gli succede. Lo lascia perdere e buonasera. E allora gli altri bianchi danno addosso due volte di più a quelli che lui ha aiutato. Per lui è solo un divertimento. Non darebbe un soldo bucato per nessuno, ma lui ... Todd sentiva la nota di distacco nella voce del vecchio, come s'egli tenesse le proprie parole alla distanza d'un braccio davanti a sé, per sfuggire al loro potere distruttivo. - T'ha appena fatto un favore che ti volta le spalle e lascia che ti prendano. Io, per me, mi tengo fuori dalla sua strada; tanto, questo ti succede ... Se solo la caviglia la smettesse un momento di farmi male, pensava Todd. Più m'accosto alla terra più nero divento, gli balenò alla mente. Il sudore gli colava negli occhi ed egli era certo che non sarebbe riuscito mai a vedere l'aereo se la testa continuava a girargli. Cercò di guardare Jefferson, ma cos'aveva Jefferson in mano? Un piccolo negro, un altro Jefferson, un piccolo negro Jefferson che si spanciava dal gran ridere, mentre l'altro Jefferson lo guardava con distacco. Poi Jefferson alzò lo sguardo dalla cosa che aveva in mano e si volse a parlare a lui, ma Todd era lontano, cercava nel cielo un aereo in una calda arida terra, in un giorno e un'età che da lungo tempo aveva scordato. Misteriosamente, percorreva con la madre strade dove facce nere s'affacciavano dietro persiane abbassate e qualcuno batteva forte a una finestra e lui si voltava e vedeva una mano e una faccia atterrita accennare freneticamente da una porta sfondata e sua madre guardava la vuota prospettiva della strada e scoteva la testa e lo trascinava via e dapprima fu solo un lampo che vide, e un motore ronzava attraverso il bagliore solare, lo vedeva scintillare d'argento mentre descriveva i suoi giri e vedeva uno scoppio come una nuvola Ancora una foto di Ben Shan dal libro Mazzotta.
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