STORIE/ELLISON Alzai il braccio e cercai d'afferrarlo. Fu come spingere il dito verso una bolla di sapone. L'aereo proseguiva il suo volo come se gli avessi solo soffiato dietro. delusione mi salì in gola rigida e dura. Con un ultimo disperato tentativo mi spinsi in avanti. Le dita mi scivolarono dalla persiana e caddi. Il suolo mi colpì duro. Pestai la terra coi calcagni e non appena ebbi ripreso fiato cominciai a piangere. Mia madre corse fuori. - Che succede, piccolo. Che diavolo t'è successo? - Se n'è andato. Se n'è andato. - Cosa, se n'è andato? -L'aeroplano. - L'aeroplano? - Sì, come quello della Fiera. Ho cercato ... ho cercato di prenderlo ma se n'è andato via. -Ma quando,figlio mio? -Adesso - gridai fra le lacrime. - Ma come andato via, ragazzo, dove? - Là, da quella parte. La mamma scrutò il cielo, le mani sui fianchi e il grembiule a Ancoro uno foto di Ben Shon dol libro Mozzotto. quadri agitato dal vento, mentre le indicavo l'aereo che andava scomparendo. Finalmente si volse verso di me scuotendo lentamente la testa. - Se n'è andato, se n'è andato - piangevo io. - Figlio mio, ma sei matto? - disse la mamma. - Non vedi che è un aeroplano vero, mica uno di quei giocattoli. -Vero? ... -M'ero scordato di piangere. -Vero? - Sì, vero. Non capisci che volevi acchiapparlo e invece è più grande di un'automobile? Tu cerchi d'acchiapparlo e scommetto che vola a duecento iarde dal tetto. - La mamma era proprio seccata. - Torna a casa prima che qualcuno veda che scemo sei diventato. Devi pensare che questi braccini che hai siano ben lunghi... Mi portò in casa, mi spogliò, mi mise a letto e fu chiamato il dottore. Continuai a piangere disperato, per la delusione d'aver scoperto che l'aereo era al di là delle mie possibilità di averlo, non meno che per il dolore. Quando fu venuto il dottore, sentii che la mamma gli raccon35
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