STORIE/ELLISON La bestia scivolava velocemente nell'aria verso il basso, le ali spalancate, le penne della coda strette nell'aria, giù veloce, ormai oltre lo schermo verde degli alberi. - Quanto veloce vola, press'a poco? - Più di duecento all'ora. - Signore! Così veloce scommetto manco ti sembra di muoverti! Tenendosi rigido, Todd aprì la sua tuta da volo. L'ombra era scomparsa ed egli giaceva in un sfera di fuoco. - Ti dispiace se do un'occhiata dentro? Sono sempre stato curioso di vedere ... - Fate pure. Basta che non tocchiate niente. Lo sentì arrampicarsi sull'ala metallica, con un grugnito. Adesso cominceranno le domande. Bene, così non ti tocca pensare per rispondere ... Vide il vecchio guardare all'interno dell'aereo, gli occhi che gli brillavano come un bambino. - Devi sapere un sacco di cose per manovrare tutti questi aggeggi qui. Rimase zitto, mentre lo guardava scendere e inginocchiarsi accanto a lui. - Ragazzo, come mai t'è venuta voglia di metterti là dentro e volare per l'aria? Perché è l'atto, nel mondo, che possiede più senso... Perché mi rende meno simile·a te, pensò Todd. Ma rispose: - Perché mi piace, suppongo. È un modo come un altro di combattere e morire, per quanto ne so. - Già. Penso che hai ragione - disse il vecchio. - Ma quanto tempo pensi che ci vorrà perché ti mandino in guerra? Si irrigidì. Questa era la domanda che facevano tutti i negri, con la stessa timidezza di speranza e desiderio che apriva sempre in lui un vuoto più grande di quello che aveva sentito sotto il suo aereo la prima volta che s'era alzato in volo. Si sentiva la testa vuota. Gli venne in mente all'improvviso che c'era qualcosa di sinistro nella conversazione, che si stava addentrando suo malgrado in regioni ma,lsicure ed ignote. Se solo avesse potuto essere offensivo e dire a quel vecchio che cercasse di farsi i fatti suoi. - Scommetto una cosa. -Sì? - Che hai avuto una bella paura mentre venivi giù. - Todd non rispose. Come un cane che segua una traccia, il vecchio sembrava annusare la sua paura, e Todd sentì l'ira che ribolliva dentro di lui. -Io sì, l'ho avuta. Quando t'ho visto venire giù con quella cosa che girava e saltava come un cavallo al palo, ho pensato: quello è spacciato. M'è quasi preso un colpo! · Todd vide la smorfia del vecchio. - Con tutto quello che è successo qua attorno stamattina, va' a pensare. -Che cosa?- chiese Todd. - Be', prima cosa, vengono due giovanotti bianchi a cercare Mr Rudolph, sarebbe il cugino di Mr Graves. Anche quello è stato un bel colpo ... -Perché? - Perché? Perché _èscappato dal manicomio, ecco perché. Capace che ammazza qualcuno - disse il vecchio. - Ma l'avranno preso a quest'ora. Poi tu. Prima ho pensato, sarà uno di quei giovanotti bianchi. Poi, diavolo, mi caschi quaggiù tu. Signore Iddio, ne ho sentito parlare di voi ragazzi, ma mai visto uno. Non ti posso spiegare che effetto faceva vedere qualcuno fatto come me in un aereo. Il vecchio continuava a parlare, .e il suono della sua voce scivolava attorno ai pensieri di Todd come il vento scivola sul corpo di un aeroplano in volo. Che stupido, pensò, ricordandosi come prima dell'incidente il sole gli fosse parso fiammeggiare, vivido contro le segnalazioni che stavano oltre la città, e come l'azzurro aquilone d'un bambino fosse sbocciato sotto di. lui, tratto dolcemente dal vento come uno strano fiore di forma inconsueta. Anche lui un tempo aveva lanciato aquiloni come quello, e così aveva cercato di vedere il bambino alla fine dello spago invisibile. Ma volava troppo alto e troppo veloce. S'era innalzato a picco con esultanza. Troppo a picco, pensò. E una delle prime regole che uno impara è che se l'angolo di innalzamento è troppo acuto l'aereo si mette a fare la vite. E poi invece di tirarsene fuori e fare una picchiata, lasciarsi impaurire da un uccellaccio. Un lurido uccellaccio. . - Ragazzo, cos'è quel sangue sul vetro? - Un nibbio - rispose, ricordando come il sangue e le penne fossero stati spruzzati contro il vetro. Era come volare in una bufera di sangue e di buio. - Be', dico io. Ce n'è un sacco qua attorno. Vanno a cercare roba morta. Non mangiano niente di vivo. -Ancora un po' e gli sarei servito da pranzo- Todd esclamò cupo. - Brutta roba. Teddy gli ha trovato un nome, li chiama "beccamorti" - disse ridendo il vecchio. - Ottimo nome. - Ottimissimi pure loro. Una volta ho visto un cavallo bello steso a terra, pareva ammalato, sai. Così grido: "Alzati di là". Altroché, immaginati due vecchi beccamorti scendono giù dal cielo e il cavallo è bello e sventrato. Sissignore. Se ne stavano al sole, e non sarebbero stati più grassi se si fossero mangiati un intero bue allo spiedo. Todd si sentì sul punto di vomitare, aveva lo stomaco in subbuglio. - Basta - disse. - Nossignore. L'ho visto proprio come vedo te. - Be', sono contento che l'hai visto tu. - Ne vedi di tutti i colori quaggiù, figlio mio. - No, tu ne vedrai - rispose Todd. - Be', insomma. I bianchi qua attorno non gli piace vedere voialtri ragazzi su per il cielo. Vi danno mai fastidi? -No. - Be', gli piacerebbe darveli. - C'è sempre qualcuno che gli piacerebbe dare fastidi a qualcun altro - disse Todd. - Chi te l'ha detto? - Be', qualcuno me l'ha detto. - Bene - disse Todd stando sulle difensive; - nessuno ci ha mai dato fastidi. Il sangue gli pulsava nelle orecchie men~e guardava_lontan~ nello spazio. Si irrigidì, vedendo una macchia nera nel cielo, e s1 sforzò di accertarsi della cosa che non riusciva chiaramentea vedere. - Cosa ti sembra che sia - chiese eccitato. - Solo un'altra bestiaccia, figlio mio. Allora Todd scorse con disappunto il movimentodelle ali. La bestia scivolava dolcemente nell'aria verso il basso, le ali spalancate, le penne della coda strette nell'aria, giù veloce, ormai oltre 31
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