STORIE/ELLISON Trattenendo il respiro riprese amuoversi. Gli faceva così male che doveva mordersi le labbra per non gridare. Lasciò che lo rimettessero giù _conuna fitta di disperazione. - Meglio andarci piano. Andiamo a chiamare un dottore. Alla malora, pensò. Alla malora infame, basta! I vapori della benzina ricca di ottani stagnavano nel calore dell'aria, come un rimprovero. - Potremmo portarlo in città col vecchio Ned - disse il ragazzo. Ned? Si voltò seguendo lo sguardo del ragazzo che accennava a un giogo di buoi che ruminavano là dove il vomere mezzo interrato segnava la fine d'un solco. Il pensiero di passare a dorso di bue attraverso la città per le vie piene di facce bianche, giù per le strade gremite del campo d'aviazione, gli fece balenare per il cervello rapide immagini d'umiliazione. Con una stretta al cuore ripensò all'ultima lettera della sua ragazza: "Todd", gli aveva scritto, "non ho bisogno dei giornali per sapere che sei stato capace di volare. Ho sempre saputo che non sei da meno di nessuno. I giornali mi irritano. Non contentarti di continuare a provare che hai coraggio o sei bravo soltanto perché sei negro, Todd. lo credo che menino il can per l'aia perché non vogliono spiegare come mai voialtri ragazzi non siate ancora in combattimento. Sono veramente delusa, Todd. Chiunque abbia un po' di cervello può imparare a volare, e allora? Si tratta di usarla questa bravura, e tu come la usi? Vorrei, caro, che tu mi scrivessi di questo. Certe volte penso che ci stiano prendendo in giro. È così umiliante ...". Si deterse dal volto il sudore freddo, pensando "che ne sa lei di umiliazione". Mai stata nel Sud. Ora, sì, è il momento dell'umiliazione. Quando ti tocca farti giudicare da loro, sapendo che non accetteranno mai come tuoi i tuoi errori, ma li butteranno addosso alla tua razza nel suo complesso. Questa è l'umiliazione. Sì, l'umiliazione è quando non ti riesce di essere semplicemente te stesso, ma sempre parte di vecchio negro ignorante. Certo, brav'uomo. Simpatico e gentile e pronto a aiutare. Ma non è te. Bene, c'è almeno un'umiliazione che mi posso risparmiare. - No - disse. - Ho ordine di non lasciare l'aereo. - Ah! - fece il vecchio. Poi, volgendosi al ragazzo: - Teddy, meglio andare a chiamare Mr Graves che venga qua ... - No, aspetta! - protestò prima di rendersene conto. Questo Graves poteva essere un bianco. - Basta che vada ad avvertire al campo, ci penseranno loro. Vide il ragazzo partire di corsa. -Quant'è lontano? - Sarà un miglio. Rimase fermo sdraiato sul dorso, guardando la faccia polverosa dell'uomo che l'assisteva. Oramai sanno che è successo qualcosa, pensò. Nell'aereo c'era un'ottima radio, ma non serviva. Il vecchio non sarebbe mai stato capace di usarla. Quest' imbecille mi ha ributtato indietro d'un centinaio d'anni, pensò. L'ironia danzava dentro di lui come un nugolo di moscerini che ronzavano attorno alla testa del vecchio. Con tutto quello che ho imparato dipendo da questo senso contadinesco del tempo e dello spazio. La gamba gli tremava. Sull'aereo, il tempo non sarebbe stato commisurato ai ritmi del dolore e allawelocità delle gambe d'un ragazzo: gli strumenti gliel'avrebbero detto con una sola 30 occhiata. Drizzandosi sui gomiti vide la polvere che aveva incipriato il fusto dell'aereo, e sentì in gola quel nodo che sempre sentiva quando pensava a volare. Sta lì accoccolato, pensò, come il guscio abbandonato d'una locusta. Sono nudo, senza. Non è una macchina, sono i tuoi vestiti, l'aereo. E con un improvviso imbarazzo e subitanea meraviglia sussurrò: - È la sola dignità che possiedo ... Osservò il vecchio intento, con la tuta lacera che gli pendeva in disordine addosso nel calore dell'aria. Sentì un acuto bisogno di raccontare al vecchio quel che gli passava per la mente. Ma non avrebbe avuto senso. Se cerco di spiegargli perché voglio tornare al campo con l'aereo, penserà semplicemente che ho paura degli ufficiali bianchi. Ma è più che paura ... un senso di angoscia gli pesava addosso come il velo di sudore che gli copriva la faccia. Guardava il vecchio, mentre quello fischiettava un'arietta e contemplava l'aereo. Avvertì un senso furtivo di risentimento. Vecchi come lui venivano spesso al campo a osservare i piloti con sguardo infantile. Dapprima la cosa l'aveva reso orgoglioso; essa costituiva parte significativa d'una esperienza nuova. Ma ben presto si rese conto che quei vecchi non capivano il valore di quanto egli era riuscito a fare, e avevano finito con il costituire per lui una vergogna e una ragione d'imbarazzo, come l'elogio sgradevole d'un idiota. Una parte del gusto di volare, allora, era scomparsa, ed egli non era più stato capace di recuperarla. Fossi un pugilatore, sarei più umano, pensò. Non una scimmia che fa prodezze, un uomo. Quelli si compiacevano semplicemente eh' egli fosse un negro capace di volare, e questo non bastava. Si sentiva lontano da loro per età, per modo di pensare, per la sensibilità, per la tecnica, e per la sua esigenza di commisurarsi al criterio dell'apprezzamento degli altri uomini. In un certo senso si sentiva tradito, come gli era successo da bambino quando aveva scoperto che il padre era morto. Ora, per lui, ogni vero giudizio stava nei suoi ufficiali bianchi, e con loro non poteva mai sentirsi sicuro. Fra negri ignoranti e bianchi condiscendenti, il corso della sua esperienza di volo sembrava tracciato dalla natura stessa delle cose, fuori da ogni necessario e naturale confine. Obbedendo a ordini sigillati ed espressi nei termini più tecnici e misteriosi, la sua strada svoltava velocemente, allontanandosi tanto dalla vergogna di cui il vecchio era simbolo, quanto dal terreno nebbioso della considerazione dei bianchi. Volando alla cieca, egli non conosceva che un luogo d'atterraggio, e lì avrebbe ricevuto le ali. Allora il nemico avrebbe apprezzato la sua bravura, ed egli non avrebbe più ricavato il più profondo significato di sé, pensò tristemente, né da coloro che accondiscendevano né da quelli che lodavano senza capire, ma dal nemico che avrebbe riconosciuto la sua virilità e la sua bravura in termini di odio ... Sospirò, mentre osservava i buoi che tracciavano curiose ombre preistoriche contro l'arida ten:a marrone. - Prenditela calma, figliolo - lo tranquillò il vecchio. - Il ragazzo non ci metterà molto. Va così matto per gli aeroplani. - Posso aspettare - disse. - Come lo chiamate un aeroplano così? -Apparecchio per esercitazioni avanzate - rispose vedendo il sorriso del vecchio. Le sue dita sembravano di legno nodoso sul metallo, mentre toccava l'ala piegata dell'aereo.
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