Linea d'ombra - anno XI - n. 78 - gennaio 1993

VOLO DI RITORNO Ralph Ellison traduzione di Lia Formigoni Pubblicato originariamente nel 1944 (nel volume antologico Cross Section, a cura di Edwin Seaver) e riproposto nel 1957 come uno dei migliori racconti della seconda guerra mondiale (da Charles A. Fenton), Volo di ritorno di Ralph Ellison ci narra in realtà di un'altra guerra, allora cruciale: quella che lacera la coscienza nera, dibattuta tra la memoria etnica e l'oblio necessario alla conquista di un'identità americana. In Todd, il protagonista, chiamato, lui nero, a pilotare un aereo militare come un bianco, e dunque in trepida attesa della prova del fuoco, si annuncia la duplicità di cui Ellison ci parla nel suo Uomo invisibile (1952): "In me c'erano due identità: l'io antico, che ancora vedeva in sogno il nonno... e volava senz'ali, precipitando da altitudini grandiose, e il nuovo io pubblico, portavoce della Fratellanza". Volo di ritorno - il cui titolo originale, Flying Home, è mutuato da una composizione di Lione! Hampton -rielabora ossessivamente in tutte le sue variazioni il motivo delle ali, presente nello spiritual e nel blues. Vola Todd, fiero del proprio sapere tecnologico; vola il nibbio, "beccamorti" del cielo; che, schiantandosi contro il parabrezza del suo aereo, lo costringe a un atterraggio rovinoso; e anche il vecchio Jefferson, accorso in suo aiuto dai campi, gli racconta, con contadinesca malizia, di aver volato così alto che San Pietro l'ha scacciato dai bianchi cancelli. Nel delirio Todd ripensa i due modi di volare: quello dei neri, che nella schiavitù, si sono costruiti il mito delle ali, e quello dei bianchi, che hanno dato ali al suo sogno infantile solo per adulterarlo. L'apparecchio abbattuto ora non gli appare più come un'estensione del suo corpo, ma come un·guscio vuoto, un abito smesso. Se volerà ancora - possiamo ipotizzare - Todd sarà sorretto dalla memoria mitica: come Milkman, il giovane eroe di Canto di Salomone (1977) di Toni Morrison, la quale attinge dal folklore africano, vivo nei racconti degli schiavi, il motivo del magico volo di ritorno alle origini. Riletto oggi, il racconto di Ellison rivela più chiari gli accordi iniziali di quel prodigioso lavoro collettivo di recupero e riinvenzione del patrimonio culturale afroamericano che è tuttora in atto. (Marisa Bulgheroni) Quando Todd tornò in sé, vide due facce sospese su di lui sotto un sole così caldo e accecante da non poter dire se fossero due facce nere o bianche. Rabbrividì, con un dolore bruciante, come se tutto il suo corpo fosse stato aperto e lasciato esposto lì a quel sole abbacinante. Per un momento, un'antica paura, d'essere toccato da mani bianche, si impossessò di lui. Poi la stessa acutezza del dolore cominciò a schiarirgli lentamente il cervello. Confusi gli giungevano i suoni. È rinvenuto. Chi sono? Pensò. No, avrei giurato eh' era un bianco. Poi sentì distintamente: - Molto male? Qualcosa si allentò dentro di lui. Era una voce negra. - È ancora svenuto - sentì dire. - Dagli tempo ... Di', ragazzo, fa molto male? Molto male? C'era quel dolore terribile. Giaceva irrigidito, ascoltando il loro respiro e cercando di stabilire un nesso fra quei due e sé, dolorosamente steso al suolo. Li guardò cauto, mentre la sua mente ripercorreva a ritroso una dolorosa distanza. Brandelli di scene gli balenavano alla mente come su uno schermo, e si rivide alla guida d'un aereo che precipitava giù a vite, e si vide che atterrava e cadeva fuori della carlinga e provava a rialzarsi. Poi, coine in un grande silenzio, ricordava lo scricchiolio delle ossa, e ora, alzando gli occhi alla faccia ansiosa d'un vecchio negro ed' un ragazzo, steso lì in quello stesso campo, la memoria gli pesava, e desiderò non ricordare altro. - Come ti senti, ragazzo? Todd esitava, come se rispondere volesse dire riconoscere un'inaccettabile debolezza. Poi: - La caviglia - disse. -Quale? -Sinistra. Con un senso di remoto distacco guardò il vecchio chinarsi e togliergli la scarpa, mentre sentiva alleviarsi il senso di schiacciamento. -Meglio? - Molto. Grazie. Aveva la sensazione di discutere di qualcun altro, e che il suo vero interesse fosse qualcosa di molto più importante che per qualche ragione gli sfuggiva. - Te la sei rotta in malo modo - diceva il vecchio. - Bisogna portarti da un medico. Gli sembrava di essere precipitato in un mulinello. Guardò l'orologio;° da quanto era lì? Sapeva che c'era una sola cosa importante al mondo, riportare l'aereo al campo prima che i suoi ufficiali si stizzissero. - Fatemi alzare- disse. -All'aereo. __: Ma è una brutta frattura ... - Datemi il braccio. -Ma ragazzo ... Afferrandosi al braccio del vecchio si tirò su, tenendo la gamba sinistra sollevata, e pensando "Bisogna che non capisca ..." mentre quella faccia di cuoio giungeva all'altezza della sua. -Vediamo. Respinse il vecchio, mentre un fischio gli risonava insistente all'orecchio. Barcollò, preso da vertigini. Il buio si spandevasu di lui come l'infinito. - Meglio se ti siedi. - No, sto bene. - Ma, figliolo. Così ti conci peggio. . Era un fatto che tutto in lui voleva negare, anche a dispetto del dolore bruciante alla caviglia. Doveva provare anc~. . . . - Se ti conci peggio quella caviglia dovranno tagliarti l ptede - sentì.

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