CONFRONTI Modernismo/modernismi Paolo Bertinetti Ciò che accomuna la vastissima e variegatissima produzioni! accademica italiana è la sua pressoché totale inutilità. Autori minori e grandi movimenti letterari, curiosità erudite e fantomatici filoni tematici, capolavori di Flaubert e ditirambi di Gelindo Diociaiuti vengono annegati in un mare indifferenziato di chiacchiere dove non esistono gerarchie e valori, dove tutto è appiattito in un gratuito esercizio letterario che, narcisisticamente, sembra trovare solo in se stesso la propria ragion d'essere. È dunque quasi con stupore che si sfogliano le pagine di Modernismo/Modernismi(Principato,pp. 576, L. 45000), il volume curato da Gianni Cianci che affronta uno dei fenomeni e alcuni dei percorsi più rilevanti e decisivi della cultura di lingua inglese di questo secolo, riuscendo a spiegarcene le caratteristiche e l'importanza, facendo giustizia delle incomprensioni e delle oscillazioni della critica, offrendoci solidi punti fermi e ulteriori spunti di indagine e di riflessione. Nel 1922 Ezra Pound scriveva che La terra desolata di T.S.Eliot, pubblicata in quello stesso anno era "la giustificazione del movimento", la manifestazione "del nostro esperimento moderno". Appartengono a pieno titolo a quella stagione sperimentale le grandi figure del Modernismo "inglese": Yeats, Ford Madox Ford, D.H. Lawrence, EzraPound, T.S. Eliot, James Joyce, Wyndham Lewis e Virginia Woolf. Mentre gli studi sulle singole personalità si fecero sistematici a partire dagli anni Cinquanta, fu solo un decennio dopo che le pur necessarie indagini sui singoli autori si aprirono a un'interrogazione più ampia, volta a esplorare più a fondo il contesto in cui si collocavano e a metterne in luce i rapporti, le diversità, le polemiche, le interazioni. Il radicale rinnovamento delle forme - il "nuovo" a cui Ezra Pound perentoriamente invitava - era allora, non diversamente che presso l'avanguardia continentale, un imperativo non solo individuale ma collettivo, di gruppi e movimenti caratterizzati da progetti, poetiche, programmi e manifesti, in anni in cui il dialogo e lo scambio tra le singole discipline artistiche era intensissimo e non conosceva frontiere. Occorreva dunque rileggere i testi rituffandoli in questa dimensione più mossa e articolata, ricuperando al contempo quegli orizzonti europei della sperimentazione così intrinseci alle opere e tuttavia emarginati da una critica riduttiva, fortemente insulare, tutt'altro che ininfluente. Si pensi, a questo proposito, al tentativo di liquidare in toto i modernisti come outsiders eccentrici rispetto alla Tradizione indigena operato dalla critica inglese nel dopoguerra. E si tenga pòi presente, degli anni Settanta, un'altra operazione insidiosa, quella che - mentore Harold Bloom - ribellandosi legittimamente contro le ortodossie moderniste del New Criticism, finiva con il negare la stessa occorrenza storica del Modernismo (un Modernismo stigmatizzato come "pura invenzione" della critica). Certo non erano mancate le esplorazioni del territorio modernista anche in periodi in cui lo statuto del modernismo veniva ignorato o contestato (basti pensare ai lavori di Hugh Kenner, culminati nel grande affresco di The Pound Era, che è del 1971). Ma si trattava spesso di ricognizioni fatte da punti di vista interni agli stessi fenomeni e lungo coordinate tracciate dagli stessi protagonisti dell'avanguardia. A mano a mano .che la documentazione storica si faceva più circostanziata e copiosa (pubblicazione di epistolari, autobiografie, edizioni critiche, manifesti ecc.) veniva indebolendosi anche quella tesi che enfatizzava la continuità del Modernismo con l'esperienza simbolista. E veniva consolidandosi una diversa linea interpretativa che, pur sottolineando i numerosi legami del Modernismo con la Tradizione, ne evidenziava però la decisa novità sostanziale e ne coglieva la prima affermazione negli anni prebellici (1913-1914), riportando in primo piano l'esperienza decisiva del coinvolgimento della letteratura con la sperimentazione pittorica. Disegnando più precisamente la genesi e la fisionomia dei movimenti - dall'imagismo al vorticismo - questa nuova ottica prospettava tutta la centralità dell' esperienza urbana (in questo caso il vortex di Londra), il luogo capitale della crisi delle categorie ~ spazio-temporali. Da qui il rilievo che in Modernismo/Modernismi ha il tema della "metropoli modernista", non a caso affidato a più voci per renderne tutta la ricca fenomenologia. Da qui, ancora, il risalto che nel volume ha sia l'impatto del futurismo (fino a un decennio fa trascurato), sia la figura di Wyndham Lewis pittore e scrittore, già considerato da Eliot il più grande prosatore della sua generazione e da tempo al centro dell'attenzione dei massimi esegeti del fenomeno avanguardistico. Accanto all'elucidazione dei capolavori modernisti il volume affianca l'illustrazione di problemi e tematiche che attraversano più autori e/o più movimenti (linguaggio, tradizione, macchina, impersonalità, classica[ revival, guerra, scrittura femminile. E qui si sarebbe voluta la trattazione di un altro aspetto altrettanto importante: quello del rapporto modernismo/massa). E, nell'ultima parte, prende in esame la "sperimentazione seconda" di Beckett, Henry Green e Malcom Lowry, continuatori e insieme rinnovatori del- !' ethos e della pratica progettuale che caratterizzava i modernisti. Questo saggio a più voci (tra cui quella di un antagonista delle avanguardie come Elémire Zolla) è un'opera preziosa; meglio ancora, è un'opera utile, a cui potrà felicemente rivolgersi chiunque voglia avvicinarsi e capire questa esperienza decisiva del primo Novecento. claudiill1a ViaPrincipTeommaso, 1 -10125Torino c.c.p.20780102 • tel.011/68.98.04F.AX65.75.42 HamisShwanston L'ISPIRAZIOENVEANGELICA DIHANDEL con«Guida ll'ascolto»delMessia acuradiGianniLong pp.352,60ill.ni,8tav.f.t.,L.39.000 Lamusicaoperisticae coraledi GiorgioFederico Handevl ienefinalmenteriscopertanchein Italia. Questolibrociconsenteperlaprimavoltadicogliere la"spiritualitàl"'i,ntenzionperofonddaelsuoanimoe ilsuo"impegnon"elmondou,naformaoriginalissima di "predicazionein"musicasegnataindelebilmente dallasuaformazionevangelica. Arricchisconiol libroun'ampia«Gùida ll'ascolto» delMessiaedunasceltaiconograficdai artistidell'epoca(Hogarthecc.). RolanHd .Bainton DONNDEELLRAIFORMA inItalia,GermaneiaFrancia Introduziondei SusannaPeyroneRl ambaldi pp.460,68ill.ni,L.48.000(«Ritrattsitorici»,10) Conilsuostileinconfondibidleigrandenarratored,i eccezionaleconoscitoredellefontie con la sua profonditdàianalispi sicologicail,notostoricoamericanodellaRiformag, iàdocenteaYale,cipresenta unaseriedi «ritratti»indimenticabdili donnedel CinquecentiompegnatenelrinnovamendtoellasocietàedellachiesaA. ccantoainomipiùnoti(Giulia GonzagaV, ittoriaColonnaC, aterinaBom,Margheritadi Navarrae, cc.)moltefiguresconosciutcehe valelapenariscoprire. SalvatorCeaponetto LARIFORMPAROTESTANTE NELL'ITADLIEALCINQUECENTO pp.526,64ill.ni + tav.fuoritesto, L.54.000(Studsi torici,14) L'Italianonhaavutola Riformaperchégli italiani eranorefrattarai lledottrineprotestanoti perchéla situazionpeoliticae lareazioneinquisitorialneonlo hannoconsentito?Le grandilineedi una diffusa adesionaellaRiformain, quastiutteleregioniitaliane einognicetosocialel,aqualeoriginòun_movim~nto cheebbel'apportodi grossepersonalitàe diede migliaiadi martiriconsapevodlielvaloredellaloro testimonianza. GiorgiBoouchard CHIESEEMOVIMENTI EVANGELDIECLNI OSTRTOEMPO pp.165,L.16.000 Un'informaziopnuentuale ri<:?d8idatist~tis~ ~ ripercorronaograndilineelav1cen~sto~ di ~1 movimenteovangelicoe si sforzad1c_oghei:"9I ~1mo,laparticolarsepiritualitàla, matnce ~~• i rapportciolmondoculturale la rispettiva sttuaziOnesocio-politica.
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