il loro falso amor proprio. Furono costretti a cercare all'interno l'oggetto su cui vendicarsi, e trovarono gli ebrei, che a sentir loro erano estranei al paese e·non potevano venir assimilati. Naturalmente, non è dato comprendere perché proprio gli ebrei, i cui antenati erano già arrivati in gran numero nel paese fin dal Medioevo, eppure non dovevano esser ritenuti altrettanto tedeschi di quegli slavi che sono stati accolti molto più tardi. Senonché, le obiezioni razionali non contano, quando si ha assolutamente bisogno di un nemico. Sessantacinque milioni contro 570.000 rappresentanti di cosiddette stirpi aliene: d'una azione nobile non si tratta, certo, e nemmeno dell'espressione di una effettiva fiducia in se stessi. Per quante volte ciò sia stato ripetuto, non ha mai sortito effetto alcuno. Gli ebrei devono a tutti i costi rappresentare un pericolo, per l'economia tedesca e in particolare per l'anima tedesca. "Il denaro che portate all'ebreo, è perduto per l'economia tedesca": è così che i nazionalsocialisti vittoriosi motivano il boicottaggio dei negozi ebraici. Ad una assurdità così evidente non riescono a credere nemmeno loro. Ma qui non si tratta certo di constatare una verità, bensì di stabilire un pretesto a discarico dei propri sentimenti malvagi, e di altri raccordi interiori, gli unici che siano riscontrabili. Il mezzo milione d'israeliti infatti aumenta fino a cinque milioni se si conteggiano tutte le famiglie di sangue misto. Non uno di tutta questa massa di gente ha, in avvenire, accesso alla pubblica amministrazione, alle professioni legali, al commercio o alla finanza. Non possono presentarsi in nessun luogo, il che in realtà significa che devono morir di fame. Un metodo altrettanto semplice quanto efficace per liberarsi di una eccedenza di popolazione! Niente di male poi se, in tal modo, ne venga avvelenato un popolo intero. I nazisti non avrebbero conquistato mai questo popolo se non si fossero serviti dell'odio. L'odio è stato per loro non soltanto il mezzo per affermarsi, è stato anche l'unico "contenuto" del loro movimento. Odiare la repubblica e rovesciarla, per impadronirsi interamente del potere. Anno per anno hanno fatto credere al popolo che ciò sia "nazionale", chiamando la repubblica una "repubblica giudaica" semplicemente per rendere ad un tempo odiati entrambi, sia la repubblica che l'ebreo. È un onore per gli ebrei che il loro nome venga collegato ad un tentativo di regime umano e liberale: perché questo è stato la repubblica, malgrado tutte le sue manchevolezze. Quali ebrei vengono perseguitati maggiormente dai nazisti trionfanti? I lavoratori intellettuali; e anche questo sarebbe un onore qualora gente stupida in preda agli istinti come questi nazisti fossero, peraltro, in grado di onorare qualcuno. Se davvero, fintanto eh' era consentita una libera scelta, la maggioranza dei legali berlinesi era ebraica, tale circostanza doveva avere certo buoni motivi, fondati nel tessuto sociale della metropoli e che non potevano essere eliminati. Gliebreierano indispensabili, lo sarebbero tutt'oggi seesistesse ancora un'amministrazione della giustizia. Gli ebrei erano assolutàmente necessari in molti campi. Per qual ragione il tedeschissimo chirurgo Sauerbruch aveva sette assistenti ebrei e non volle cederli nonostante l'ordine del governo nazionale? Da dove venivano, inoltre, i tanto ammirati direttori d'orchestra ebrei? La musica è ritenuta la più tedesca delle arti, e trai suoi più brillanti e fedeli interpreti vi sono in proporzione molti ebrei. D'altronde, il primo regista in Germania è indubbiamente Max Reinhardt. Il teatro dell'ultimo quarto di secolo costituisce un'effettiva gloria del nostro paese e della sua capitale, ma senza Reinhardt la sua storia è inconcepibile, forse non esisterebbe nemmeno senza di lui. A costui, adesso, è vietato di fare regia e ai direttori d'orchestra di dirigere.( ...) Ciò che condanna i "rivoluzionari nazionalisti" è il fatto che non si trovino in nessun rapporto con i valori interiori della ILCONTESTO Germania. Non amano questo popolo, altrimenti non vaneggerebbero sulla sua anima, ma la rispetterebbero in coloro che hanno tentato di dar voce e forma a quest'anima. Ma essi non rispettano nulla di ciò che di nobile e forte la Germania ha espresso. A cominciare da Goethe, tutto è in contrasto ed estraneo ad essi; e nelle biblioteche, che adesso dovranno esser ripulite secondo i loro criteri, non vi sarà di conseguenza più posto pernessuna delle immortali opere tedesche.( ...) Con tale assoluta assenza di rapporto e tale vuoto si spiega l'odio contro gli ebrei. Le massime conquis(e dello spirito son dovute, a sentire Hitler, soltanto al popolo germanico di razza pura; e ciò vien dichiarato dinanzi ai medièi, una classe di ascoltatori che dovrebbe essere informata sulla validità del sangue misto nell'origine del talento. Così dichiara Hitler, mentre il genio oggi è noto soprattutto attraverso il nome di Einstein! "Quanto si sminuisce un popolo quando scaccia il genio!" proclama uno scienziato francese: perché Einstein in avvenire non avrà più cattedra a Berlino, ma solo a Parigi. Gli ebrei tedeschi hanno molto da patire. Se questo può rappresentare un conforto, vorrei dir loro che non hanno da sopportare più dello spirito tedesco e della stessa anima tedesca, a loro sempre cara. Gli ebrei hanno partecipato sempre tanto dell'uno come dell'altra e li hanno diffusi ovunque. Sono stati una delle parti più sensibili del popolo, hanno sempre affrontato lo spirito creativo tedesco con autentico rispetto, se ne sonpresi cura e l'hanno aiutato. Noi dobbiamo esser loro grati: questo vorrei oggi dichiarare qui, nel momento in cui sia loro che noi veniamo perseguitati. (...) Tredici milioni di ebrei sulla terra parlano un dialetto derivato e comunque commisto alla lingua tedesca. In alcuni paesi in cui nessuno comprende il tedesco, gli ebrei custodiscono la propria cultura tedesca e l'avvertono come una particolare distinzione. Ogni altro popolo, ad esclusione di quello tedesco, trarrebbe il massimo vantaggio da questo fatto; ma la Germania non vuole farlo. Quei medesimi ebrei che vantano in tutto il mondo la Germania come loro seconda patria, vengono in questa stessa dichiarati un valore scadente, non possono occupare uffici pubblici, ma è consentito assassinarli o malmenarli, se proprio non si è di buonumore e ci si limita a far loro strappar l'erba coi denti sulla pubblica piazza ... Non so quale sia la cosa che possa maggiormente indignare ogni cuore sensibile, se le atrocità oppure lo scherno, di cui son fatti oggetto. Pogrom e boicottaggi vengono organizzati come spassi pubblici per il popolo, e quest'è anche l'unico scopo pratico. All'economia tedesca le persecuzioni ebraiche arrecano poca utilità, e lo stesso dicasi per il buon nome tedesco. Ma una folla degradata, a cui è consentito di spassarsela tormentando le persone, dimenticherà per qualche tempo ch'essa stessa resta misera come prima e che gli avventurieri pervenuti al potere non hanno nulla, ma proprio nulla da offrirle. Dopo, la colpa non sarà di nessuno. Gli assassinii sono ogni volta opera di comunisti, che si son travestiti da nazisti. Ma intanto agli ebrei, che a quanto pare si vorrebbero eliminare, viene impedito di lasciare il paese, ed essi son costretti c~mlettere e telegrammi ad informare l'estero che tutte le loro disavventure non sono in sostanza mai avvenute. Le forzate menzogne vengono poi, naturalmente, accolte dal mondo com~ meritano; ma il disprezzo che cagionano ricade sulla Germania. . Tutto ciò è imperdonabile e tale ri~arrà. Il pae~e pe~ la e~ cultura e costumi tutti abbiamo lavorato, 11paese d cm patnmomo spirituale è stato arricchito anch~ con_lemit: forze,vi_enedegradato da gente priva di scienza e d1coscienza, 1mbarban!oe messo in una condizione che nemmeno una sconfitta dati esterno e neppure la frantumazione dello Stato è in grado di provocare. È, oramai, consegnato al disprezzo. (1933)
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