18 VISTADALLALUNA <e: ~ Unità di strada ::i Un modello di interventi a bassa soglia per il contenimento della diffusione del virus HIV all'interno della popolazione tossicodipendente non in carico ai servizi. Norberto Ceserani Premesse Sviluppare un progetto di prevenzione nei confronti della tossicodipendenza e del- !' AIDS significa cogliere realtà complesse e fra loro anche differenti. Prevenire le tossicodipendenze vuol dire innanzitutto saper rilevare, riconoscere i sintomi, i comportamenti come manifestazione di un disagio, di una sofferenza di vita che precede ed è essa stessa causa della tossicomania. Un intervento di prevenzione deve quindi agire su di un duplice binario: rimuovere o almeno cercare di circoscrivere le cause del disagio stesso intervenendo nel contesto sociale e culturale specifico, mirando alla modificazione della quotidianità stessa; tentare di modificare il comportamento tossicomanico facilitando la scelta di un percorso cosciente di liberazione dalla dipendenza dalla sostanza. Se quest'ultima rimane la meta finale, è ormai riconosciuto che i tempi di raggiungimento di un tale risultato, non sempre peraltro ottenibili, variano in rapporto alle singole individualità e possono anche essere lunghi e non determinabili a priori . Da qui la necessità di individuare una scala di obiettivi tendenti alla salvaguardia della salute fisica e psichica di ognuno. In questo contesto è possibile collocare strategie di prevenzione dell'infezione da HIV, il totale annui lamento della propria personalità psicologica. È in questo terreno di frontiera che la prevenzione dell'AIDS intreccia la tossicodipendenza, venendosi a stabilire, come dice l'O.M.S. ( 1986), una scala di rischi da evitare e quindi di obiettivi da raggiungere: "in ogni paese la più alta priorità va data alla prevenzione dell'infezione da HIV tra i tossicodipendenti ... le politiche finalizzate alla riduzione dell'uso di droghe non possono permettersi di pregiudicare le misure da prendere contro questi rischi". Ma la prevenzione dell'AIDS non riguarda certo solo i tossicodipendenti: infatti il gruppo di popolazione oggi maggiormente esposto al rischio di infezione da HIV è costituito dai giovani eterosessuali al di sotto dei vent' anni. In quest'ottica di lavoro, sulla scorta di esperienze europee ormai consolidate (cito soltanto i progetti di Liverpool, Amsterdam, Bruxelles) si inserisce il progetto, elaborato dalla "NUOVA" Cooperativa di Lavoro e Produzione di S. Giuliano Milanese in collaborazione con la L.l.L.A. di Milano, che ha ottenuto l'approvazione ed il finanziamento della Provincia di Milano, ed è divenuto operativo nell'ottobre 1991. Questo "Progetto pilota finalizzato al contenimento della diffusione del virus HIV tra i tossicodipendenti nel comune di S. Giuliano Milanese" rappresenta una delle prime, e forse a tutt'oggi la più significativa, esperienze di unità di strada realizzate in Italia. Metodologia d'intervento Il suo scopo principale è quello di interagire con persone ancora in fase di attiva assunzione della sostanza, sviluppando una relazione significativa con loro mediante l'utilizzo di linguaggi specifici. È questo l'obiettivo degli operatori da strada coinvolti nel progetto; essi frequentano quotidianamente il mondo dei tossicodipendenti, i loro luoghi di ritrovo e di spaccio, le piazze e i bar, limitandosi dapprima ad ascoltare, osservare e cercare di capire. Il loro obiettivo è quello di agganciare ali' interno del gruppo qualcuno che, svolgendo un ruolo di opini on leader, possa diventare in prima persona promotore di prevenzione dell'infezione da HIV. La loro attività si avvale della presenza di un automezzo (Unità Mobile di prevenzione AIDS) mediante il quale è possibile effettuare la distribuzione di strumenti di prevenzione (siringhe, profilattici, materiale informativo) e fornire i riferimenti per le strutture dei servizi pubblici dove verranno effettuati gli interventi di educazione sanitaria. Questo intervento sulla strada presuppone ovviamente la disponibilità di risorse umane adeguate, oltre ad una formazione specifica degli operatori su tutti gli aspetti del problema. Inoltre appare indispensabile una periodica supervisione con discussione collettiva del lavoro e dei problemi che si presentano, dato il carattere di sviluppo in fieri che riveste il disegno del progetto. Al lavoro da strada si affianca quello di rete, distribuito sul territorio tramite un punto di riferimento telefonico (centralino sociale) DROGA:OPERATORIDISTRADA Norberto Ceserani (1963) laureato in medicina e chirurgia, è specializzato in medicina tropicale. Dal 1989 collabora alla L.I.L.A. (Lega Italiana per la lotta contro l'AIDS) ove si occupa dei progetti di prevenzione mirata, rivolti in particolare al mondo della tossicodipendenza e a gruppi giovanili non scolarizzati. ed un gruppo di persone (amici del progetto) che vogliono contribuire a stabilire un clima di solidarietà nei confronti dei tossicodipendenti e presso la popolazione generale del luogo, elaborando specifiche iniziative di intervento, presenza e visibilità sociale. Tuttavia il solo ambito socio-aggregativo è insufficiente a cogliere la complessità delle dinamiche in gioco; per tale motivo il progetto è stato pensato come un progetto integrato tra il pubblico e il privato, giovandosi della collaborazione, a vario titolo, del servizio pubblico sulla tossicodipendenza (SERT USSL, 57 Lombardia) e dell'istituzione locale (Assessorato ai Servizi Sociali del Comune di S. Giuliano). Inoltre contatti privilegiati sono stati avviati con le farmacie locali e con le forze del!' ordine. Fasi dello svolgimento La prima fase operativa del progetto è stata lo svolgimento del corso di formazione rivolto a tutta l' équipe degli operatori e agli amici del progetto. Tenuto da personale qualificato della L.I.L.A., il corso ha affrontato i seguenti temi: - aspetti medico-scientifici - vie di trasmissione - test: aspetti tecnici e psico-sociali - esperienze di prevenzione mirata -aspetti relazionali e vissuti personali. Al termine, in una riunione collettiva di valutazione e verifica, sono state individuate le risorse umane disponibili: 2 operatori da strada, 4 operatori del centralino, 6 operatori amici del progetto. Coordinatore del- !' intero progetto è il presidente della NUOVA Cooperativa. L'intera iniziativa è stata poi illustrata dapprima ai mass-media dell'area milanese con una conferenza stampa e in seguito all'intera cittadinanza di S. Giuliano in un'assemblea,pubblica. In quest'ultima occasione non sono mancate difficoltà e incomprensioni da parte della cittadinanza, legate ad una reazione di rifiuto delle macchinette scambiatrici/ distributrici di siringhe e ad una visione del problema tossicodipendenza non improntata ad un'ottica di solidarietà. È stato quindi necessario illustrare i caratteri di prevenzione per la stessa popolazione generale insiti
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