STORIE/NERVO incomparabilmente più bella quando diventava pensierosa e malinconica, perché acquisiva un'espressione nuova che gli angeli non avevano mai avuto e che aveva sempre la faccia del Nazareno che, secondo la tradizione "non fu mai visto ridere mentre lo si vide molte voite piangere". Questa espressione di augusta tristezza fu forse l'unica cosa che restò all'angelo del suo passaggio sulla terra ... Quanti giorni trascorsero così? I bambini non avrebbero potuto contarli; la dimestichezza con gli angeli, la Foto di Massimo Trenti. familiarità con il Sogno, hanno il dono di elevarci a piani superiori dove ci sottraiamo alle leggi del tempo. L'angelo, ormai completamente guarito, poteva volare e con i suoi giochi provocava la meraviglia dei bambini, lanciandosi nello spazio con una maestà suprema; coglieva per loro la frutta dagli alberi più alti e, talvolta, li prendeva entrambi tra le sue braccia e prendeva il volo. Tali voli, che costituivano il maggiore diletto per piccini, allarmavano profondamente la madre. -Cerchi di non farli cadere per distrazione, signor Angelogli gridava la buona donna. - Le confesso che non mi piacciono questi giochi pericolosi ... Ma l'angelo rideva e ridevano i bambini, e la madre finiva anche lei per ridere vedendo l'agilità e la forza con la quale lui li prendeva in braccio, e la dolcezza infinita con cui li depositava sul prato del giardino ... Si sarebbe detto che stava facendo il suo tirocinio per angelo custode! - Lei è molto forte, signor Angelo - diceva la madre piena di meraviglia. E l'angelo, con una certa aria di sufficienza infantile ed innocente, rispondeva: - Tanto forte da poter portar via una stella dalla sua orbita. Una sera, i bambini trovarono l'angelo seduto su di un panchetto di pietra, con un'espressione di una tristezza più profonda di quando era malato. - Che hai? - gli chiesero all'unisono. - Ho che ormai sto bene - rispose - ; che non ho più un pretesto per rimanere con voi .... Che mi chiamano da lassù e che 62 è necessario che vada! Andartene? Questo mai! - replicò la bambina. - E cosa devo fare se mi chiamano ...? - Be', non andare... - Impossibile. Ci fu una pausa piena d'angoscia, I bambini e l'angelo piangevano. D'un tratto la bambina, più fertile in quanto ad espedienti, essendo donna, disse: -C'è un mezzo per evitare di separarci. - Quale? - domandò l'angelo con ansia. - Che tu ci porti con te. _ Benissimo! _ Foto di Giuliano Spagnul. affermò il bambino battendosi la fronte. E con un divino smarrimento, i tre si misero a ballare come impazziti. Passati, tuttavia questi attimi di trasporto, la bambina restò pensierosa e mormorò: - Ma, e nostra madre? - Ecco - ribadì l'angelo - e vostra madre? - Nostra madre - suggerì il bambino - non saprà nulla ... Ce ne andremo senza dirglielo ... e quando sarà triste verremo a consolarla. - Sarebbe mèglio portarla con noi - disse la bambina. - Mi sembra una buona idea! - affermò l'angelo - . Tornerò a prenderla. - Magnifico! - E allora avete proprio deciso? - Abbiamo deciso. Cadeva allora una notte fantastica, soffusa d'un niagara d'oro. L'angelo prese i bambini tra le sue braccia e d'un solo balzo si slanciò con loro nell'azzurro luminoso. La madre, frattanto era arrivata nel giardino e, tutta tremula, li vide allontanarsi. L'angelo nonostante la distanza sembrava crescere. Era così diafano che attraverso le sue ali si vedeva il sole. La madre davanti al miracoloso spettacolo, non riuscì neanche a gridare. Rimase istupidita, mentre vedeva volare verso le fiamme del crepuscolo quel gruppo indicibile, e quando, più tardi, l'angelo tornò nel giardino per portarla con sé, la buona donna era ancora in estasi.
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