Linea d'ombra - anno X - n. 77 - dicembre 1992

Arreolo in uno foto di Juon Rullo. IN VERITA', IN VERITA' VI DICO Juan ]osé Arreola a cura di Dario Puccini Juan José Arreola (Ciudad Guzman/Zopatlan, 1918). È uno dei maggiori autori di racconti brevi insieme al gautemalteco Augusto Monterroso, all'uruguaiano Horacio Quiroga e algli argentini Borges e Cortazar. Appartiene alla generazione di Rulfo, Valadés e Benitez. Molto giovane fonda nella sua città la rivista "Eros y Pan". Trasferitosi a Città del Messico studia recitazione, diventa attore e animatore di salotti riviste e trasmissioni radiofoniche dedicate alla letteratura. Esordisce come narratore con Hizo el bien mientras viviò (Fece il bene mentre visse, 1943) ritenuto dalla critica come il più importante racconto messicano della prima metà del secolo. Incomincia così a impadronirsi di una tecnica innovatrice che lo vede in un processo di lenta e continuata maturazione in Varia invencon (Variata invenzione, 1949), Confabulario (1952) e Confabula rio tota[ ( 1962). Con il romanzo, La feria (La fiera, 1963) raggiunge la sintesi della sua opera precedente. E anche autore di testi teatrali. Tutte le persone interessate al fatto che un cammello possa passare attraverso la cruna di un ago, debbono iscriversi alla lista dei patrocinatori dell'esperimento Niklaus. Uscito da un gruppo di scienziati che usano oggetti di morte, di quelli insomma· che trattano l'uranio, il cobalto e l'idrogeno arricchito, Arpad Niklaus orienta le sue ricerche attuali verso una finalità caritativa e radicalmente umanitaria: la salvazione dell'anima dei ricchi. Propone un piano scientifico per disintegrare un cammello e STORIE/ ARREOLA fare in modo che passi entro un getto di elettroni attraverso la cruna di un ago. Un apparecchio ricevente (molto simile in principio a uno schermo di televisione) organizzerà gli elettroni in atomi, gli atomi inmolecole e le molecole in cellule, ricostruendo immediatamente il cammello in base alla sua struttura primitiva. Niklaus è già riuscito a mutare di posto, senza toccarla, una goccia d'acqua pesante. Ha anche potuto valutare, fin dove lo permette la discrezionalità della materia, l'energia quantistica che emana uno zoccolo di cammello. Ci sembra inutile opprimere ora il lettore con tale cifra astronomica. L'unica difficoltà seria in cui incorre il professor Niklaus è la mancanza di un impianto atomico proprio. Tali installazioni, vaste come città, sono incredibilmente care. Ma un comitato speciale si occupa già di risolvere il problema economico attraverso una colletta universale. I primi contributi, ancora un po' timidi, servono per pagare le spese di stampa di migliaia di volantini, buoni e prospetti esplicativi, nonché per assicurare al professore Niklaus il modesto salario che gli permette di proseguire i suoi calcoli e le sue ricerche teoriche, mentre si costruiscono gli immensi laboratori. Attualmente, il comitato conta soltanto su un camm Ilo e su un ago. Siccome le società protettrici degli animali approvano il progetto, che non danneggia ed è anzi salutare per qualsiasi cammello (Niklaus parla di una probabile rigenerazione di tutte le cellule), i parchi zoologici del paese hanno offerto una vera e propria carovana. New York non ha esitato a esporre il suo famosissimo dromedario bianco. Per quanto riguarda l'ago, Arpad Niklaus si mostra assai orgoglioso, e lo considera come una pietra angolare dell'intero esperimento. Non si tratta di un ago qualsiasi, ma di un meraviglioso oggetto dato alla luce dal suo laborioso talento. A prima vista potrebbe essere confuso con un ago comune e corrente. La signora Niklaus, dando prova di finissimo umore, si compiace di cucire con quell'ago i panni di suo marito. Ma il suo valore è infinito. È fatto di un portentoso metallo ancora non classificato, il cui simbolo chimico, appena insinuato da Niklaus, sembra dare a intendere che si tratta di un elemento composto esclusivamente di isotopi di nichel. Questa materia misteriosa ha dato molto di che pensare agli uomini di scienza. Vi è stato chi ha persino sostenuto l'ipotesi ridicola di un osmio sintetico o di un molibdeno aberrante, o persino chi si è azzardato a far conoscere in modo pubblico le parole di un professore invidioso che ha asserito di aver riconosciuto nel metallo impiegato da Niklaus la forma di piccolissimi grumi cristallini incastrati in dense masse di siderite. Ciò che si sa con certezza è che l'ago di Niklaus può resistere alla frizione di un getto di elettroni a velocità ultracosmica. In una di queste spiegazioni così amate dagli astrusi matematici, il professore Niklaus paragona il cammello, al momento del suo passaggio, con un filo di ragno. Ci dice che se usassimo questo filo per tessere una tela ci occorrerebbe tutto lo spazio side~e J>C:r distenderla, e che le stelle visibili e invisibili rimarrebbero unp_1gliate in essa come gocce di rugiada. La matassa che raccoglie questo filo misura milioni di anni luce, e Niklaus si offre di dipanarla in tre quinti di secondo. . . Come si può vedere, il progetto è del tutto realizzabile e persino diremmo che pecca di scientificità. Conta già s~ simpatia e l'appoggio morale (ancora non confermato ufficiai-

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