ILCONTESTO Verso il futuro, quale futuro Giuliano Pontara Tra i problemi che si presentano oggi come particolarmente seri e impellenti vi è certamente quello della nostra responsabilità verso le generazioni future. Si tratta di un problema che attualizza sia difficili questioni di etica teorica, sia complessi problemi di ordine giuridico, sia problemi di natura empirica. In questo breve intervento mi propongo di fare tre cose: a) ricordare innanzitutto ciò che oggi attualizza in modo particolare questo problema; b) accennare ad alcune possibili risposte ad esso a livello di etica teorica; c) indicare a grandi linee il contenuto di una concezione operativa della responsabilità verso le generazioni future. A - Le possibilità che oggi abbiamo di influire sulle generazioni future, anche su quelle che esisteranno in un futuro abbastanza remoto, sono molto maggiori di quelle che ogni altra generazione precedente abbia mai avuto. E forse anche di quelle che avranno le generazioni susseguenti. Secondo certe stime - fatte già agli inizi degli anni Settanta - se si continuano ad usare le risorse del pianeta all'attuale tasso di consumo, le generazioni che vivranno sulla terra tra 200 anni si troveranno a dover affrontare grandi carestie senza avere sufficienti tecnologie per affrontarle. Anche la attuale politica energetica, in special modo quella dei Paesi occidentali superindustrializzati, rappresenta una grave minaccia per le generazioni future: ciò in quanto essa è caratterizzata per la grandissima parte dall'utilizzo di fonti energetiche quali i combustibili fossili e i combustibili nucleari che sono non rinnovabili e fortemente inquinanti. Le risorse (in quanto distinte dai giacimenti) fossili globali vengono oggi stimate attorno ai 2.00 Gtep (ossia all'equivalente di 2.200 miliardi di tonnellate di petrolio). Il consumo globale è stimato attorno ai 7 Gtep all'anno. Anche se questo consumo non cresce, ma rimane costante, ciò significa che nel giro dei prossimi 300 anni saranno esaurite tutte le risorse fossili del pianeta. Se invece si parte dal presupposto che il consumo globale annuo di queste risorse energetiche aumenti del 2% allora le risorse fossili a disposizione dell'umanità verrebbero ad essere esaurite entro circa cent'anni. Forze e istituzioni fautrici della cosiddetta via energetica dura, come ad esempio l'IIASA (lnternational Institute for Applied System Analysis) sono favorevoli ad una forte espansione dei consumi globali di energia. Per quanto riguarda le fonti nucleari è stato stimato (dall'IIASA) che le risorse di uranio a disposizione dell'uomo sono dell'ordine di. 30 milioni di tonnellate. Visto che il maggior produttore di energia è l'isotopo U235, che però ha una bassa percentuale di rendimento, è stato calcolato che le risorse di uranio a disposizione per la produzione dell'energia nucleare sono inferiori alle risorse globali di carbone. 1 Il rischio di veloce depauperamento ed esaurimento delle risorse fossili e nucleari può qui11diavere conseguenze negative di gran portata per vasti strati di popolazione che vivranno sul nostro pianeta tra due-trecento anni. Ciò vale anche per l'utilizzo delle risorse minerali non rinnovabili. Già vent'anni or sono alcuni studiosi avevano messo in guardia che se le risorse minerali non rinnovabili vengono usate al presente tasso di consumo, certi importanti minerali saranno completamente esauriti nel giro dei prossimi cent'anni. 2 4 In secondo luogo, tanto i combustibili fossili quanto quelli nucleari sono, come noto, fortemente inquinanti: il loro utilizzo ha già portato a danni assai gravi e costituisce una ulteriore minaccia per le generazioni future. La combustione di petrolio e di carbone immette, come noto, nell'atmosfera ossidi di sodio e di azoto. Stati Uniti, Canada ed Europa producono annualmente in media oltre cento milioni di tonnellate di biossido di zolfo (SO2 ): l'Italia ne produce da sola circa due milioni di tonnellate all'anno. In queste cifre è anche inclusa la notevole copia di biossido di zolfo prodotta dall'automobilismo. Gli ossidi di sodio e azoto immessi nell'aria si trasformano in acido solforico e nitrico e causano il fenomeno noto come acidità delle piogge (che negli ultimi decenni è aumentata di un fattore 10): le piogge acide a loro volta causano la morte ecologica di laghi, fiumi, boschi, terreni; la corrosione e alla fine la sbriciolazione di grandi tesori dell'arte architettonica e della scultura. La produzione di energia attraverso la combustione di fossili produce anche anidride carbonica (CO2 ) la quale ha una vita media assai lunga: rimane nell'atmosfera per un centinaio di anni. Inoltre, la distruzione di boschi e foreste ha tra le sue conseguenze un minor assorbimento di questo gas. Queste sono due cause principali del cosiddetto effetto serra. Altre cause concomitanti sono la produzione di metano (CH4 ) e di ossido di azoto (Np), dovute, tra l'altro, all'allevamento intensivo del bestiame e alla concimazione artificiale. L'effetto serra può avere conseguenze estremamente gravi per vaste masse di popolazione tra le generazioni future, in quanto esso tende a portare ad un aumento della temperatura nel mondo e, di conseguenza, da una parte, alla desertificazione sempre maggiore di aree oggi coperte da vegetazione e, dall'altra parte, in seguito al parziale scioglimento dei ghiacciai, all'aumento del livello dei mari e al conseguente allagamento di vaste zone oggi densamente abitate. È stato pure calcolato che negli ultimi cent'anni la temperatura media è aumentata di 0,6 gradi centigradi: e pare che l'aumento tenda ad essere sempre più veloce. È stato pure calcolato che se l'attuale tendenza all'aumento di anidride carbonica nell'atmosfera continua, nel 2030 la presenza di questo gas nell'atmosfera sarà raddoppiata con un conseguente aumento della temperatura dai 1,5 ai 4 gradi centigradi ed un aumento del livello dei mari dai 20 ai 140 centimetri. 3 Anche il problema costituito dai cosiddetti buchi di ozono è un altro di quelli che possono colpire in modo molto drammatico le generazioni future. Come è noto, la terra è circondata (tra i 10 e 40 km di altezza) da una fascia di ozono (03 ), l'ozonosfera, che protegge la vita degli uomini, degli animali e delle piante da dosi troppo alte di raggi ultravioletti. In seguito alla liberazione nell'atmosfera di cloro proveniente da vari tipi di processi e d1 prodotti industriali, l'ozono viene attaccato e trasformato in ossigeno, con la conseguenza che lo spessore della fascia di ozono si assottiglia e lascia quindi pas_i;aremaggiori dosi di raggi ultravioletti che aumentai;ioil rischio di tumori alla pelle e di altre serie malattie per l'uomo e anche per gli animali e le piante. Le scorie radioattive costituiscono una ulteriore grave minaccia per le generazioni future. Il problema di trovare un modo sicuro, anche nel lungo periodo, di depositare le scorie radioattive non è stato risolto; i depositi provvisori insitu, il trasporto di scorie da un Paese all'altro non fanno che aumentare.
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