SCIENZA/HALDANE uova d'anatra in India. Certo la genetica non è del tutto nonviolenta. Nel mio laboratorio alleviamo una quantità di mosche di una specie che solitamente vive della linfa che cola dalle spaccature degli alberi. Se liberassimo le mosche in eccedenza a Londra, esse morirebbero di fame. Perciò noi le anestetizziamo e le anneghiamo nell'olio prima che si riprendano dall'anestesia. lo apprezzo la pratica indù della non-violenza nei confronti degli insetti, ma non la condivido. Gli insetti morirebbero comunque, ma non è necessario che soffrano. Mi vergogno se faccio soffrire un insetto, ma non se lo uccido in maniera indolore. Sarebbe possibile studiare la genetica degli insetti senza offendere neppure gli scrupoli di un Jain. Ma ciò significherebbe liberare degli animali, la maggior parte dei quali morirebbe di fame. Gandhi è stato molto chiaro nell'affermare che gli uomini hanno il dovere di praticare la non-violenza nei confronti degli animali, e non c'è motivo per cui in India le ricerche biologiche non debbano seguire i principi di Gandhi. Al contrario, ci sono molte buone ragioni per farlo. Se i fisiologi indiani si vergognassero di eseguire sugli animali gli esperimenti che potrebbero fare su di sé, la fisiologia in India darebbe secondo me frutti molto maggiori. Il metodo ufficiale più efficace per tenere le zanzare sotto controllo non consiste nell'ucciderle, bensì nel non lasciare loro alcuna possibilità di deporre le uova. Se ci sono troppe vacche, bisogna cercare di allevarne una razza che continui a dar latte per più di un 46 anno dopo la nascita del vitello, come alcune razze europee. Così ci sarebbero meno vacche, e più erba da mangiare per ciascuna di esse. Se in India i trasporti verranno sempre più meccanizzati, in futuro non ci sarà più bisogno di tanti vitelli maschi. Mia moglie ha un pesce maschio che (come previsto prima che lo mettessimo alla prova) ha avuto solo figlie. In linea di principio non sembra impossibile allevare tori che facciano lo stesso, anche se prima di raggiungere questo risultato molte vite dovranno essere ancora spese nella ricerca. Migliaia di indiani muoiono ogni anno per il morso dei serpenti. Ma il cobra è uno degli animali più belli, e mi dispiacerebbe moltissimo doverne uccidere uno. È possibile vaccinare la popolazione rurale dell'India contro i serpenti velenosi che vivono nella zona, proprio come è possibile vaccinarla contro il vaiolo. Ma i metodi per far questo in modo sicuro e su vasta scala non sono ancora stati sviluppati. Questo è un compito per i biologi indiani non-violenti. Due o tre di loro potrebbero morire a causa del morso dei serpenti prima della completa messa a punto del procedimento, ma in questo caso non sarebbero morti invano. In un secondo tempo sarebbe possibile allevare cobra il cui veleno non uccidesse l'uomo, oppure uomini ai quali il morso del cobra non facesse alcun male. Nel frattempo mi piacerebbe conoscere almeno un biologo indiano che si fosse vaccinato (o vaccinata) contro tutti i veleni dei serpenti, e che fosse pronto, se chiamato da una telefonata, ad andare a liberare una casa da un cobra o da un krait indesiderato, senza ucciderlo. Sicuramente delle idee di questo genere sembrano sciocche a molti europei. Se sembrano sciocche anche agli indù, vuol dire che nell'induismo contemporaneo c'è qualcosa che non va affatto bene. Secondo me in esso ci sono addirittura parecchie cose che assolutamente non vanno: in particolare, l'amore per tutti gli animali, espresso dalle scritture e dall'arte indiane, è stato sostituito da una serie di divieti formali. Gandhi ha capito che per praticare la non-violenza nei confronti degli esseri umani ci vogliono sia coraggio che intelligenza. Lui ne aveva da vendere. lo ho cercato di mostrare come il coraggio e l'intelligenza siano necessari affinché la non-violenza verso gli animali siaqualcosa di veramente positivo, fondato in ogni caso sull'amore degli uomini per gli animali e quasi sempre su quello degli animali per l'uomo. Può darsi che ai politici questo articolo non piaccia. Potrebbero dire che esso tende a dirottare gli sforzi dai settori importanti a quelli irrilevanti. lo non sono d'accordo: secondo la mia esperienza la gentilezza nei confronti degli esseri umani e nei confronti degli animali solitamente si accompagnano. Coloro che ignorano le sofferenze degli animali trovano facile ignorare quelle degli uomini, e viceversa. Credo che gli indiani che amano gli animali spesso siano disorientati poiché non sanno come esprimere praticamente il loro amore. lo ho dato alcuni suggerimenti e oso sperare che alcuni di essi verranno presi in considerazione. L'India ha dato molto alla cultura mondiale: il suo massimo contributo è forse l'ideale della non-violenza; il massimo contributo dell'Europa consiste nel metodo scientifico. Se riusciremo a coniugare questi due elementi, può darsi che i loro frutti elevino ulteriormente il livello dell'umanità. Dai saggi di Haldane raccolti in Della misura giusta, Garzanti 1987.
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