SCIENZA/HALDANE biometri pasticcioni, che con faciloneria classificavano - e tuttora classificano - gli uomini del pianeta in termini di disuguaglianza biologica su base genetica. Per la generazione cui appartengo, fa sempre sensazione ricordare che nel 1956 (dopo aver abbandonato il Communist Party, col quale ebbe screzi non indifferenti anche a proposito del caso Lysenko), nauseato dall'atteggiamento dell' establishment inglese per quello che definisce "l'orrore di Suez", Haldane pianta tutto e con Baracca e Burattini (leggasi: laboratorio, collaboratori e redazione tutta dell'importante "Journal of Genetics") si trasferisce in India, dove ricomincia una vita nuova, sempre imperniata sulla ricerca. Ebbe sempre un rapporto di delicatezza con gli animali utilizzati nei propri esperimenti, che spesso neppure sopprimeva - come d'uso - ma che restavano vita natural durante a pensione nella sua casa-laboratorio 2 • Come il padre, riportò lesioni polmonari e altro, essendo uso sperimentare direttamente su se stesso. Morì nel 1964 a Bhubaneswar, in India, per un tumore diagnosticato troppo tardi. Ma c'è un Haldane personaggio importante per ripercorrere e reinterpretare il procedere della biologia nel dopoguerra: un cammino fatto di ideologie scientiste, futurologia,fiction, anche letteratura. Haldane - è importante rammentarlo - è quasi universalmente considerato l'ispiratore tanto del personaggio del fisiologo Shearwater in Antic hay di Aldous Huxley che modello del Mr Codling in The Flying Draper di Ronald Fraser. Diventa personaggio pubblico, eroe positivo e progressista, vate di una v_isioneottimistica di un mondo a portata d'uomo che aspetta il nscatto alle proprie fatiche dalla macchina e alle proprie pene interiori dall'adatto - e scientificamente lecito - psicofarmas ' co . E un Haldane che andrebbe riletto e commentato assieme da storici e filosofi della scienza, ma soprattutto da scienziati usi ai più disparati tipi di riduzionismo (consigli per la lettura: la trilogia 4, 6 e 7). Un autore che può anche risultare criticabile, ma che assieme a personaggi oggi poco volentieri presi in considerazione (per esempio I'Arthur Koestler giornalista scientifico che terrorizza s~ll' incapacità del cervello umano acontrollare pulsioni ancestrali, o 11 Konrad Lorenz che medita sulla filogenesi dei peccati mortali dell'umanità) seppur testimoni rilevanti dei tempi moderni o p_ren:iodernidelle scienze della natura, potrebbero produrre rifless1om davvero necessarie. Anche sull'originalità e attualità del pensiero darwinista, ovvero su come si vada perdendo una visione ?ar~iniana dei fenomeni biologici, stretti oggi tra la complessità ~ntnnseca del vivente,.tecnologie d'analisi tanto potenti quanto msensatamente autoincensanti, antiscientismo diffuso e - non ultima - ottusa chiusura dei sedicenti scienziati a temi letterari filosofici, financo di politica intesa come ragionamento sul!' urna~ no ordinarsi. Bibliografia 17 R. Clark, JBS. The life and work of J.B.S. Haldane, Hodder and Stoughton 1968 (rist. Oxford UP 1984). 42 La più documentata biografia di Haldane; include un elenco quasi completo delle sue opere. · 2) K.R. Dronamràju, Haldane. The life and work of J.B.S. Haldane, with special reference to India, Aberdeen UP 1985. Scritta da un suo collaboratore del periodo indiano, è una biografia dedicata soprattutto al periodo trascorso da Haldane in India. 3) E. Alleva, Presentazione in J.B.S. Haldane, Della misura giusta, Garzanti 1987. Questo volume, curato da John Maynard Smith, è l'unica raccolta di saggi di Haldane che circoli in Italia. Dà una panoramica sufficientemente esemplificativa dello stile di Haldane. 4) William Bateson, in J.B.S. Haldane, Della misura giusta, cit. 5) S. Avveduto-J.B.S. Haldane, Dedalo rivisitato, Sellerio 1989. 6) J.B.S. Haldane, The last judgement. A scientist's vision of the future, Harper & Brothers I927. . 7. J.B.S. Haldane,B. Russell, Dedalo, o la scienza del futuro-Icaro, o il futuro della scienza, Bollati Boringhieri 1991. Un confronto tra l'ottimismo positivista e il pessimismo filosofico di due personaggi chiave della cultura del dopoguerra europeo. 11cancro è una cosa buffa Avere la voce di Omero sarebbe l'ideale per cantare il carcinoma rettale che, come un boia, di gente ne fa fuori assai di più che la guerra di Troia. Avevo notato che perdevo sangue (non tanto però da restare esangue). Così, mentre tornavo verso casa mia - da Tallahassee a Bombay -, mi son fermato per chiedere a un dottore - divenuto poi uno degli amici miei - di ispezionarmi il posteriore, per confermare o confutare la diceria che era una maligna neoplasia. Mi han riempito di baritina come una povera gallina, e, quando ce n'era a puntino, han fotografato il mio intestino; per decidere del mio destino ne han poi asportato un pezzettino. (Prima della biopsia, un tale di buon cuore, mi ha fatto fuori per un paio d'ore: rapido come uno stra! agisce il pentotal, che è un ottimo cordial.) Il microscopio ha rivelato senza pudore che si trattava proprio di un tumore. Così mi han portato in sala operatoria dove mi han fatto una perforazione Iibératoria. Una serie di buchi è nel perineo dove li sento, ma ancora non li vedo. Un altro mi fa sembrare un baccalà o una preda squartata di Jack, proprio quel tipo là. Con questa incisione - lo dico senza esitazione -
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==