LA PRIMA AGENZIA SUIPROBLEMI DELL'EMARGINAZIONE, DELLAPACEDELL'AMBIENTE Aspe, agenzia di stampa quindicinale edita dal Gruppo Abele, è uno strumento per giornalisti e operatori sociali. NOTIZIE CHE PUNGONO ◊ Inchieste, opinioni, fatti e commenti, documenti, esperienze, inserti, notizie bibliografiche, appuntamenti ◊ 12 redazioni sul·territorio nazionale ◊ Banche dati in collegamento con centri di documentazione specializzati nelle tematiche trattate dall'agenzia ◊ Aspeuropa: inserto mensile per ildialogo e il confronto tra istituzioni e realtà di base europee ◊ Aspemigrazioni: agenzia mensile sugli immigrati, i rifugiati e le minoranze etniche ◊ Osservatorio sulla nuova legge sulla droga 24 CONFRONTI 25.000) è il quarto romanzo di Stefano Benni, anche questo pubblicato da Feltrinelli. E qui devo dire che questa fedeltà mi riempie di soddisfazione: vedere uno degli scrittori italiani di maggior successo non salire a suon di milioni sul carrozzone berlusconian-mondadoriano è fatto oggi assai notevole, quando si leggono dichiarazioni del tipo: Mondadori come il Milan ("Tuttolibri", n. 825, ottobre 1992). Di calcio non so nulla né nulla mi interessa, ma la campagna acquisti di Segrate mi pare perniciosa quanto quella milanista: Rosetta Loy non sarà certo l'ultima panchinara acquistata dalla squadra. Ciò che si evince, mi pare, è che con il denaro - ma che sia molto, moltissimo, un fiume di soldi, qui sta la forza - si può comperare tutto ciò che si vuole, dunque calciatori da tribuna e scrittori da catalogo od' assalto. Come mai poi tale e tanta strabiliante disponibilità economica (alla Fininvest i soldi sembrano non valere nulla o, meglio, il costo del denaro pare essere bassissimo) è poi cosa che io non so proprio spiegarmi, se le regole sono uguali per tutti, come il magistero calcistico - sport maximus - dovrebbe insegnare. Allora, viva Senni, e viva la Feltrinelli che sa tenerselo ben stretto. Alla base di quest'ultima mirabolante invenzione benniana c'è una doppia disposizione: il disprezzo per l'Italia di questi ultimi anni (I' Italia dei giornali, della televisione, del senso comune, dei falsi moralismi, dei trasformismi gattopardeschi e così via) con l'altra faccia - sentimentale - di tale atteggiamento, l'indignazione; un duplice approccio all'odierna realtà nazionale che determina l'impostazione fantastico-allegorica del racconto, l'allontanamento cioè dell'obbiettivo polemico su un piano 'sfalsato'. D'altra parte l'ingrediente della comicità riavvicina questo mondo paradossale alla sensibilità e alla coscienza del lettore, perché quando si ride si stabilisce comunque una solidarietà seppur emotiva con chi ci muove al riso: per un momento la realtà cambia faccia, e capita allora di intravvedere attraverso l'universo dei celestini gli scenari nostri quotidiani. Mal' invenzione allegorica mantiene comunque una sua ben evidente 'traducibilità': Gladonia è l'Italia, in omaggio all'eroica associazione patriottica coraggiosamente difesa dall'autorevolissimo ex Presidente Cossiga; Banessa è Brescia, città d'armi e di Lega; Belania è Bellaria, ridente località turistica adagiata sul mare "Adrenalio", e così via, in un registro trasfigurativo che garantisce una facile esplicitazione delle allusioni. Numerossissimi i personaggi, coinvolgente la vicenda - non dico nulla di più per non guastare il piacere della lettura: solo, con genialità, motore del plot è un anticampionato di "controcalcio", il torneo di pallastrada - una scuola che ruota attorno ad un gruppo interetnico di angelici trovatelli che così bene rappresentano oggi la consapevolezza di una radicale mancanza, di un'inadeguatezza tragica alla gravità dei tempi, dell'assenza di riferimenti e di padri degni, in Italia. I buoni si oppongono ai cattivi come in un vecchio feuilleton, strutturato però secondo gli altrettanto popolari moduli del romanzo d'avventura, e la paradossale sproporzione fra le forze in campo - tutti contro i celestini - non fa che aumentare la nostra ansiosa immedesimazione nei piccoli orfani. Gli scenari sono desolati, fra abbandono per incuria di zone periferiche di grandi città e devastazioni terrificanti ad opera degli inseguitori ipertecnologizzati; al candore vitalistico dei piccoli si oppone una galleria di adulti votati consapevolmente al male e storpiati nelle loro ripugnanti fisionomie. La raffigurazione benniana dell'oggi è impietosa, cruda e perentoria: siamo arrivati ad un limite varcato il quale anche gli innocenti dovranno pagare, perché qualunque esitazione sui valori per cui è sin d'ora necessario schierarsi significa complicità con gli artefici del degrado assoluto. Ed ecco che qui, a morire, sono anche alcuni eroi, perché la realtà non è un romanzo d'appendice. Pure, alla fine la possibilità di cambiare non è scomparsa e il sacrificio non è stato inutile: non tutto oggi è perduto, e qualche celestino sopravvive grazie al soccorso di un adulto finalmente amico disinteressato. In questo scenario da catastrofe epocale Benni però non sposa un'ideologia catastrofista, anche se il nuovo deve attraversare una palingenetica apocalisse. La sua - credo - vuole essere una pedagogia dell'ammonimento, giocata sull'iperbole del1' indesiderabile, sull'evocazione dell' irreparabile. Non a caso nella Compagnia la narrazione è condotta in terza persona, e così è pure in Comici spaventati guerrieri (1986), che a metà anni Ottanta disegnava un quadro accorato della moderna civilità italiana, tratteggiata con una sapiente commistione di tragico e comico, in cui però il sapore prevalente che lascia in bocca al lettore è un sapore amaro, dell'amarezza di coloro ai quali i tempi non consentono alternative. In entrambi i casi l'affresco è ampio, l'universo rappresentato complesso e articolato, come conviene ad un intento di 'bilancio' di un'epoca. La scelta del narratore onnisciente è significativa soprattutto se appaiata all'opzione affabulatoria di Baol, il penultimo romanzo di Benni, narrato in prima persona. Qui il protagonista racconta una vicenda privata, la rocambolesca storia del suo soccorso ad un amico ormai inerme perchè immobilizzato a letto, strutturata come una sorta di immersione ad infe rum, in una topografia lineare sotterranea e claustrofobica. A sopravvivere restano solo le illusioni e i sogni privati da sempre necessari a qualunque uomo per esistere: ecco cosa significa la parola magica baol, e a quale minima dotazione antropologica allude. Il romanzo è del 1990: dopo gli anni OJtanta agli italiani non rimane altro patrimonio i_deale.Ma già nel 1992 il panorama è cambiato, sembra suggerire l'autore, è necessario e non più impossibile muoversi e reagire, le minoranze tornino a'sperare collettivamente, prima che sia troppo tardi. Ecco dunque come in La compagnia dei celestini Stefano Benni riesce con successo a divertire il lettore, ad
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