questione di secondo piano rispetto al fatto che si sta compiendo un riorientamento epocale degli apparati militari verso guerre a media intensità nel Sud (e nell'Est europeo che si trasforma lentamente in Sud). Il cambiamento di prospettiva, dal punto di vista militare conferma che l'asse della minaccia si è capovolto dal confine EstOvest al confine Nord-Sud. La minaccia, intesa adesso in senso molto lato, può prendere anche la forma di conflitti economici, epidemie, dittature, profughi oppure crisi ambientali. Con la guerra del Golfo è iniziato un "nuovo ordine mondiale" dal senso non sempre chiaro. È certo, comunque, che gli obiettivi e le giustificazioni dell'egemonia occidentale sono cambiati. Da questo momento le pretese egemoniche non trovano più ragion d'essere nella filosofia del progresso, ma in una teoria della stabilità. Allo stesso modo l'obiettivo dell'egemonia occidentale hon va più ricercato nello sviluppo, ma nel contenimento. Dopo il fallimento del progetto di sviluppo su scala mondiale, diventa urgente la delimitazione dei fattori di rischio, e l'egemonia dell'Ovest è ora gestione di un sistema mondiale potenzialmente caotico. Le armi atomiche vaganti, le rivolte per fame o i cambiamenti di clima chiamano all'azione, mentre l'instabilità acquista nuove dimensioni. Stimolato dagli ecologisti, il dibattito politico comincia ad orientarsi sul finora sconosciuto obiettivo politico della "sopravvivenza". Sembra che al volgere del secolo la questione sul tappeto non sia più come viviamo, ma il fatto stesso che viviamo. Questo significa che i segni di vita del pianeta devono essere tenuti sotto controllo come una volta si pianificavano gli indicatori economici e gli interventi nelle situazioni di crisi. In realtà la politica del progresso globale esaurisce le sue aspirazioni nell'evitare catastrofi. ILCONTESTO I paesi ricchi sono sul punto di darsi degli strumenti diplomatici, umanitari e militari per la prevenzione dei rischi. Il termine "sicurezza" è diventato utile anche dal punto di vista semantico: attira l'attenzione sul Sud e lascia in ombra la complicità del Nord. In realtà, dove non regna la giustizia non ci può essere pace: il nuovo pensiero sulla sicurezza è la tragica conseguenza dell'ostinata arroganza del potere. Note 1) Vedi la voce "underdevelopment", in The Oxford English Dictionary, Oxford, voi XVII, pag. 960. 2) Su questo si veda H.W. Arndt, Economie Development: a Semantic History, in "Economie Development and Cultura! Change", voi. 26, aprile 1981. 3) W. Kuhne, Deutschland vor neuer Herausforderungen in den Nord-Sud-Beziehungen, in "Aus Politik und Zeitgeschichte", Suppi. del settimanale "Das Parlament" n. 46/1991, pag. 6. 4) U. Beck ha analizzato questa trasformazione in politica interna in Risikogesellschaft, Frankfurt, 1986. 5) Si veda R. Rosencrance, TheRise of the Trading State: Commerce and Conquest in the Modem World, New York, Basic Books, 1986. 6) Secondo Maurice Strong, segretario generale della Conferenza Onu su ambiente e sviluppo; M. Strong, Global Security and Risk Management, in "Development", n. 4 1989, pp. 56-9. 7)Cfr l'articolo del!' amministratore della Gesellschaft fiirTechnische Zusammenarbeit (GTZ), Hansjorg Elshorsi, Keine Zeitfar Resegnation, in "Die Zeit", 9-2-1991. Questo testo, scritto per l'Associazione per la Pace, che ringraziamo, appare anche nel volume collettivo Il vizio della guerra, Edizioni ;Associat~. Roma 1992, a cura della campagna Venti di Pace. foto di RobertoKoch/Contrasto.
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