Linea d'ombra - anno X - n. 77 - dicembre 1992

22 VISTA DALLA LUNA ~ c.: ~ j Brasile, Caraiva, interno (1992). nusthàq fi ikhtiràq al-afàq ("Il diletto di chi è appassionato alle peregrinazioni attraverso il mondo", noto come Il libro di Ruggero). ldrisi, nato a Ceuta, nel 1100, studiò a Cordova, fece numerosi viaggi in Spagna, Marocco, Portogallo, Francia, si spinse fino in Asia Minore. Nel 1138 si spostò a Palermo presso la corte di Ruggero II e di Guglielmo I. Tornato a Ceuta, vi morì nel 1165. "Mazara, città splendida, superba e veramente insuperabile per la posizione e il prestigio di cui gode, ha raggiunto il vertice in quanto ali' eleganza della sua sistemazione urbanistica ..., ha mura robuste ed alte, case notevolmente graziose, arterie larghe, molte strade, mercati rigurgitanti di merci e prodotti vari, bagni sontuosi, molte botteghe, oltre ad orti e giardini con piante pregiate ...". Il castello, eretto nel 1072 dal conte Ruggero, fu abitato a prigione fino alla seconda metà del diciannovesimo secolo, quindi fu demolito per lasciare spazio agli odierni giardini pubblici. Quel che resta dell'antica costruzione è il rudere del portale d'ingresso ... La cattedrale fu fatta costruire da Ruggero nel 1093 sull'area dove sorgeva la grande. moschea, un altorilievo sulla facciata principale segnala "La vittoria della cristianità sugli infedeli". La chiesa di San Nicolò venne edificata nel 1498 sulle rovine della moschea islamica. Un'epoca è sigillata in un gioiello dell'architettura arabonormanna: la chiesa di San Nicolò Regale, eretta nel 11 O 1, dinanzi alle acque del porto-canale. Dei mercati rigurgitanti di cui scrive ldrisi non c'è più alcuna traccia, tranne il mercatino del paese; ci si deve spingere fino a Marsala, a Trapani per poter annusare odori e profumi di terra e di mare mescolati insieme. DENTRO LA SCUOLA Per fortuna ci sono i biscotti con il sesamo, diventano pane quotidiano - fragranti come fiori. Rapiscono come gli sguardi dei ragazzi e delle ragazze che prediligono il contatto agli odori. È novembre: i venti ululano, tutto ha un sussulto, le onde violente riecheggiano nel giardino, si avverte la fragilità potente di noi formiche. La tempesta trascina via con sé creature e cose. Un peschereccio è affondato: diversi marinai non fanno più ritorno. In classe leggiamo due pagine tratte da Salvatore Salomone-Marino, Leggende popolari siciliane (ristampa anastatica del 1880, Forni editore, Bologna). Una donna, La bedda di lu scògghiu, per sette anni attende invano il ritorno del suo uomo, ben salda nella sua speranza, attaccata allo scoglio. A ogni marinaio chiede del suo cavaliere, 'di una varcuzza galanti e fina '; ma la risposta parla sempre di vento, tempesta, tromba marina. La donna piange, si fa statua di sale. Quando domanderà di una barca sfasciata, un marinaio le dà la tragica visione di un biondo cavaliere delicato, il petto sfracellato sopra uno scoglio. Ora è l'onda amormorare, a emettere lamenti quando 'la bedda' si lascia precipitare in mare e inghiottire dalla sua profondità. Era riuscita a restarsene per sette anni ad aspettare, quando ogni speranza è svanita, "abbucca 'ntra lu mari". La bedda di lu scògghiu, La bedda supra un scògghiu, sett'anni ddà cci ha statu, aspetta, ancora aspetta, lu sò amanti amatu.

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