Linea d'ombra - anno X - n. 76 - novembre 1992

dolore presente, e potremo tornare di nuovo a casa, in paradiso. Continuiamo così a scambiare questi mitici esifi con quelli che di fatto ci appartengono. I Greci punivano gli individui costringendoli a lasciare le città, mandandoli in esilio nel modo in cui le . ragazze madri venivano cacciate di casa dalle loro famiglie con 1 una coperta, il bambino, e tante lacrime - al freddo e sotto la neve. Anche l'Ade veniva giudicato, un po' come la Persia, un paese straniero in cui i barbari s'inginocchiavano davanti ai loro capi, respirando polvere ai piedi dei loro tiranni. "Come sono cambiate le cose!" siamo inevitabilmente portati a esclamare. È avvenuto un grosso rovesciamento di valori. I figli vogliono andarsene da casa e dalla loro città d'origine non appena possibile. Invece che su-in-città, si preferisce andare giù-incampagna. In questa vita a basse calorie in cui - invece di sbatterci tanto - facciamo jogging, non scegliamo cibi pregiati ma gamberi, sogliole e cavoli. Oggi la nostra patria è il denaro. Dove va lui andiamo noi - noi, seguaci del flusso di denaro liquido. E non c'è cosa più allettante che giungere al letto del fiume. Il denaro fa girare il mondo, dice la canzone, ma sono le parole che continuano a far girare la ruota della fortuna, e questo ci riscalda come la Corrente del Golfo. Soldi. I giapponesi li fanno, Hong Kong li contrabbanda, Sìngapore li ricicla, gli svizzeri li custodiscono per tutti, gli italiani gli danno un tocco di classe, i francesi li profumano, i tedeschi li contromarcano, gli americani li perdono, gli inglesi continuano a tenere il broncio, i russi li bramano, i cinesi li cambiano in valuta straniera. Essere esuli significa sempre più essere mandati in un luogo in cui è impossibile intraprendere alcun commercio. Nel nostro intrepido mondo nuovo non esiste una sola parola intensa che non si adatti bene anche a un cartellone pubblicitario. Le immagini sono le nostre immediate fonti di informazione. Quando lo schermo resta vuoto ci svuotiamo anche noi. La definizione che prima davamo degli uomini -e cioè che usiamo la ragione; che siamo capaci di riflettere su noi stessi; che sappiamo costruire arnesi; e parlare - è finita nel magazzino di riparazione di micro-chip. A giudicare dalle nostre performance e dai tabulati di stampa, non siamo in realtà dei super-computer, ma somigliamo molto più a locuste, a piccoli scaldavivande, a casseruole, a forni dozzinali, a rozze fornaci, a graticole per barbecue e a griglie da picnic: noi consumiamo. Sotto le nostre fiamme brucia un intero universo - la foresta. Oggi ci contiamo a miliardi, una cifra così minacciosa che, se ci chiedessero di scoreggiare ali' unisono, avveleneremmo e spazzeremmo via il mondo; e se qualcuno accendesse un fiammifero su una tale nuvola color metano ... un attimo dopo distruggerebbe quasi tutto. Inoltre, noi.viviamo in un'era di migrazioni e di spaesamento. Costretti dalla guerra, dalle malattie, e dalla carestia, dal terrore della fame e dei genocidi, si muovono in massa, a milioni, soprattutto per nave, com'è sempre stato. Non tutti gli angoli dell'oceano son calpestati da stivali d'uomo. Eppure chi ha i piedi negli stivali non lascia sbarcare quelli che stanno in barca. Inoltre, quasi a compensare chi viene espulso dal suo paese come un cane costretto a uscire per fare i suoi bisogni, ce ne sono altrettanti che vengono rinchiusi e costretti a restarci, ma che, se potessero, se ne SAGGI/GASS andrebbero in cerca di libertà, di un livello migliore di vita, di ideali più compatibili con i propri. Così abbiamo imparato a punire la gente trattenendola o cacciandola a calci da casa sua. Sì, resta a casa al tuo posto, con la mamma, il babbo e le loro idee, resta a casa accanto al telefono sotto controllo, lontano dai negozi e dai mercati, dietro a cortine di bamboo, di pizzo o di ferro; resta dove è la casa a imporre le regole, e dove ogni trespolo ha sempre il suo gallo. Poi, quando i muri cominciano a crollare (come alla fine sempre succede), i prigionieri scapperanno via in cerca di libertà, non sapendo di essere mandati in esilio dalle circostanze. Dovremmo sempre lasciare ai Greci la possibilità di continuare a offrirci i loro insegnamenti. Forse ricorderete che, quando Edipo era appena nato e stava per addormentarsi nella sua culla, gli indovini andarono dal re con cattive premonizioni. Essi presagirono ciò che ogni padre può temere: tuo figlio prenderà il tuo posto, e godrà di tutto ciò di cui godi ora, e avrà tutto l'amore di tua moglie in qualità di madre; il suo seno non sarà più tuo, e neppure le sue carezze e il suo sguardo d'amore; il giovane vigore di tuo figlio ti oscurerà e impedirà la tua crescita; fino a spingerti lentamente nella fossa con la punta indifferente della sua scarpa. Prestando ascolto a questo monito, il bambino venne portato di notte su una montagna, con le caviglie unite nel modo in cui si lega un capretto scorticato sullo spiedo, e lì fu abbandonato in attesa che il vento freddo gli ghiacciasse il cuore, e che i polmoni esalassero la sua anima con un ultimo, convulso respiro. In simili circostanze nessun dio avrebbe condannato mano d'uomo per l'abbandono del figlio. Naturalmente il neonato viene salvato e allevato da un pastore che lo trova tra le rocce o sotto un cespuglio, oppure (la storia varia) da un animale che lo porta nella sua tana; e cresce sempre più in dubbio sulla sua vera natura, perché si accorge di non somigliare al lupo, ali' orso, o ai genitori che lo hanno adottato. Due volte in esilio, prima nella vita, come lo siamo tutti, poi in un altro paese, e ora straniero tra i suoi presunti genitori. Perché non fu annegato in una botte di malvasia, seguendo il metodo preferito dai re inglesi? Oppure semplicemente inghiottito, come fece Saturno coi suoi figli, la balena con Giona, o il monte Etna con il vanesio Empedocle? Questo diventa un tema importante. I morti hanno sempre dei parenti, i figli hanno sempre una madre, poche epurazioni sono veramente complete. Sono state compiute sei milioni di cancellazioni, eppure i nomi ebraici rimasti in circolazione sono ben più numerosi. La madre arma con un pugnale il figlio inghiottito, e lì, nel buio della pancia patema, al centro dei poteri del padre, egli si apre una via d'uscita all'esterno mentre il Titano è addormentato, oppure (la storia varia) al Titano viene somministrata una sostanza nauseabonda che gli fa vomitare il giovane che gli ribolle nello stomaco, oppure (la storia varia) viene sostituita una pietra al corpo del bambino, e l'ingordo Saturno l'ingoia. In tutti questi casi, il bambino tratto in salvo prende un falcetto, taglia il cazzo e le palle del padre, e li butta dalla finestra, facendoli rotolare giù dal parapetto sull'orlo di un dirupo, fino al mare. È una storia istruttiva. Che contiene più morale di un sermone evangelico. I Greci erano grandi educatori. Afrodite, la dea dell'amore, nacque da un'onda dell'oceano, e, trascinata via nel suo sangue, galleggiò 85

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