Linea d'ombra - anno X - n. 76 - novembre 1992

colpito di chi perde un fratello; tuttavia, chi ha messo al mondo un figlio ha potuto darsi ad un'altra persona, Marta non aveva mai potuto. Chi può darsi ad un'altra persona può meglio comprendere che le persone non si possiedono l'una con l'altra, ma possono solo darsi, prestarsi a vicenda. Il dolore per la perdita può riempire una vita intera, riempirla di ricordi, che questa non può contenere, ma che i ricordi non possono uccidere. Per Marta non c'era vita nel dolore, solo morte, per lei non c'era alcuna consolazione nel mondo, che senza scrupoli, senza scopo era rimasto qual era, dopo che il suo mondo era inaridito. La sua amarezza si indirizzò contro coloro che ancora erano in vita, contro la propria sorella Maria, che pur non potendo trattenere le lacrime, cercava di consolarla; contro Gesù che pur avendole preso Lazzaro, ancora vivo, non lo aveva potuto guarire. Tuttavia, nella sua amarezza, disse: - Se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto - lei però lo aveva mandato a chiamare troppo tardi e lui era arrivato solo allora, quattro giorni dopo la sua morte. Il suo messaggio era stato molto strano: - Colui che ami, è malato - come se Gesù, come Marta, non amasse altri, all'infuori di Lazzaro. In quei giorni, molti seguivano Gesù, non solo quelli che lui stesso aveva esortato a seguirlo, ma anche coloro che ascoltavano le sue parole nel proprio interesse e i curiosi che annoiandosi, aspettavano lo scoppio di qualche rissa, e gli zelanti che spiavano tutto quello che diceva e faceva, per poterlo usare contro di lui. Probabilmente furono alcuni fra questi ultimi, che- deridendolo - dissero: - Colui che può restituire l'udito ai sordi e far camminare i paralitici, può ben far uscire un morto dalla tomba,• - i curiosi saltellavano dall'impazienza, o Gesù avrebbe potuto realmente ridare la vita a quel morto, e ciò sarebbe stato alquanto insolito, oppure non avrebbe potuto e allora si sarebbero presi quella soddisfazione. Gesù chiese loro: - Non desiderereste forse che fosse ancora in vita? Sì, certo che lo desideravano. Allora lui chiese: - Perché, dunque non piangete la sua morte? A Marta, disse: - Non hai ascoltato le mie parole, quando ho detto: colui che vive e crede, non morirà in eterno. - Lui credeva in te - disse Marta - eppure è morto. Marta sapeva, però, che Lazzaro aveva creduto in un'altra vita, più ricca e l'aveva sentita crescere dentro di sé, sempre più intensamente, mentre la morte si faceva sempre più vicina, - per questo, lei stessa non aveva potuto credere che quella fosse la morte. - Credeva che saresti venuto, ma tu non sei arrivato, le sue ultime parole sono state il tuo nome. Lei non disse che le sue ultime parole non erano state un rimprovero, ma una conferma. - Marta - disse quello - tu hai molto sofferto, molto più di lui. Chi crede, vedrà la magnificenza di Dio e tu sai che lui la vide, tuttavia non credi che quella sia anche per te. L'hai vista in lui? La vedresti, se lui tornasse dal regno dei morti? STORIE/SORENSEN Marta non rispose. Gesù la guardò, mentre la folla si era radunata intorno a loro, all'improvviso lei si vergognò, davanti al suo sguardo; poteva quasi vedere se stessa con i suoi occhi, vedere ciò che voleva nascondere e che non poteva nascondere a lui e nemmeno più a se stessa: il dolore, che non aveva osato provare, dovendo sempre essere forte, l'angoscia, che non aveva osato svelare, non volendo angosciare lui, che non conosceva alcuna angoscia - e nascosto, senza che però fosse nascosto, al di là del dolore e dell'angoscia: l'amore, sempre mortificato e devoto, ma anche esigente e pieno di rimproveri. Si era resa insensibile là dov'era sensibile, si era angustiata e preoccupata di tutto, ali' infuori dell'unica cosa che la angustiava e la preoccupava: che l'uomo deve morire, che Lazzaro sarebbe dovuto morire, infatti lo aveva saputo da lungo tempo e naturalmente aveva anche saputo, che Gesù non lo avrebbe potuto impedire, eppure lo aveva voluto credere, perché Lazzaro aveva creduto in tutto quello che diceva, e lui aveva detto: Colui che crede vivrà, anche dopo la morte. - Vedresti la magnificenza di Dio, se lui tornasse dal regno dei morti? Le parole non erano stateri petute, erano rimaste ferme, lei non seppe cosa rispondere. Aveva vissuto per Lazzaro, ma non era mai stata parte della sua vita. Lui aveva vissuto la magnificenza di Dio e lei l'aveva vista in lui, ma dall'esterno, come qualcosa di estraneo, qualcosa di ostile, del quale lei non faceva parte. Gesù chiese: - Dove lo avete sepolto? Maria gli mostrò il sepolcro, Marta inorridita, si sentì dire: - Sarà già imputridito. Gesù si voltò a guardarla. Marta vide che aveva le lacrime agli occhi e anche lei sentì i suoi occhi inumidirsi. La pietra fu rimossa e Gesù entrò nel sepolcro. Passò lungo tempo e molti tra la folla, intorno a lei, avevano cominciato a borbottare, sempre più rumorosamente. Alcuni borbottavano che era ingiusto richiamarne uno in vita e lasciare gli altri ad imputridire; d'altronde, se quello si sarebbe dovuto occupare di tutti i defunti, avrebbe avuto molto da fare, specialmente se quelli sarebbero morti, un'altra volta. Marta fissava il sepolcro, se prima aveva creduto, pur sapendo, - creduto che Lazzaro sarebbe vissuto, nonostante sapesse che doveva morire, ora sapeva, pur credendo - sapeva che Lazzaro non sarebbe vissuto come una testimonianza dell'altra vita, perché quelli non volevano saperne di un'altra vita, lei stessa non aveva voluto saperne nulla, volendo solo quella vita che- ben conosceva; quelli non avrebbero avuto pace finché non lo avrebbero ucciso, perché i morti odiano ciò che è vivo. Ora, mentre le lacrime le rischiaravano lo sguardo, riuscì nuovamente a vedere Lazzaro davanti a sé. La vista del suo cadavere non le impediva più di vedere l'immagine della sua vita. All'improvviso, Marta ebbe paura di vedere Lazzaro uscire dall'antro, con le mani e i piedi avvolti nel lenzuolo funerario e con un telo legato attorno al volto, - ora che finalmente poteva addolorarsi per la sua morte, e rallegrarsi per la vita che Gesù gli aveva dato - e che forse aveva dato anche a lei. ( 1978) 77

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