Linea d'ombra - anno X - n. 76 - novembre 1992

STORIE/STINUS Il diritto aveva trionfato sull'ingiustizia, i veri dèi sul dio della fratellanza predicato dal Maestro. Così il processo si trasformò in un processo contro il Maestro e contro la sua dottrina. necessario trasportati a braccia, i prigionieri sono costretti in un semicerchio volto verso l'ingresso della casa, mentre i soldati formano dietro di loro una catena. Anni dopo, il più grande dei ragaizi, riconoscendo in una piazza di paese una di quelle facce, una faccia da bambino che quel giorno si era completamente trasformata, senza più lacrime e con tutti i morbidi tratti induriti, si chiese: è vero, o l'ho sognato? L'uomo riconosciuto crollò: non rispose, ma ringraziò balbettando e singhiozzando quell'estraneo che lo aveva destato. Ma era un giorno di festa. Il diritto aveva trionfato sull'ingiustizia, i veri dei sul dio della fratellanza predicato dal Maestro. Così, il processo si trasformò in un processo contro il Maestro e contro la sua dottrina. In una lingua che ricordava quella dei più fanatici fra i Figli del Leone, predicavano come eterni e incontestabili l'ordine portato dal nuovo potere e il suo diritto sulla vita della gente. Con la sua baldanza giovanile, il luogotenente fece da pubblico accusatore, il comandante da giudice. Ma ecco arrivare una vecchia che fa trascinandosi il giro della casa, con la testa così pesante che sembra ricaderlesul petto. Chiede di prendere posto in mezzo al branco dei prigionieri. Forse riuscirà così finalmente a morire, dice: una grazia che gli dei le hanno fin qui rifiutato. Che delitti ha commesso, dunque? chiede sorridendo il comandante. Un po' di divertimento non guasta mai. È alto e imponente, rria con uno sguardo non di rado assente, come per un'improvvisa pigrizia o perché si sente sollevato, non solo al disopra dei suoi sottoposti naturali, ma al disopra del suo posto nel Mondo. La vecchia disse: Ho vissuto sotto i re e sotto i maestri senza trarre nessun vantaggio dall'elevatezza e dalla saggezza. E quello che si fregiava del nome di Maestro, chiese il comandante, l'hai seguito? Hai tirato su dei Figli del Leone? Il luogo tenente rise. Una risata breve, quasi forzata. Ho avuto una lunga vita, rispose la donna. Ho tirato su ragazzi di ogni specie, che poi mi toglievano per metterli a servire quel signore o quell'altro. Ma voi dite che è giusto che la gente viva in questo modo, che presto o tardi muoia e che rinasca nelle stesse condizioni; che la virtù dell'abbandonato consiste nel lamentarsi interiormente, dentro al cuore, mai in modo da farsi sentire; e che la virtù dei re e dei maestri consiste nell'alzare e nell'abbattere come più gli piace. Il luogotenente perse la pazienza: Non hai risposto alla domanda. L'hai seguito, il Maestro? Ma ormai la vecchia Dadi ha perso il fiato, e deve sedersi per terra. Tossisce, e sembra che gli occhi nel volto solcato, grigio come la sabbia, fissino attraverso i piedi dei soldati, e al di là delle mura di terra della casa, un punto che va allontanandosi e rimpicciolendo. Nacque un tumulto, nel branco nei prigionieri. Quelli che avevano ancora un po' di voce, assicurarono di non aver mai visto il Maestro, e di non aver neppure mai sentito parlare lui o i suoi Figli del Leone. E nonostante tutto, avevano issato la bandiera gialla sul tempio, e ne avevano cacciato prima i sacerdoti, poi gli dei; e avevano rifiutato di pagare ai signori i debiti per il grano da semina in tempi di pioggia, e per il grano da trebbia nei mesi senza pioggia. C'erano i testimoni, disse il luogotenente. E a questo punto ce ne furono diversi pronti a portare testimonianza contro il v1cmo: Quello è stato un Figlio del Leone, quest'altro una volta è venuto a predicarci la parola del Maestro. Quello, e quello, e quello. I soldati gli si strinsero intorno più fitti. Era arrivato un uomo a cavallo, e li aveva costretti a fare a pezzi gli dei a farne macine da mulino; no, soldi non ne aveva pretesi nessuno. A morte, a morte! echeggiarono le grida, che venivano all'inizio dalle schiere degli armati: ma presto furono soltanto i prigionieri a gridare. Poi, a quelli che avevano denunciato le azioni dei vicini, fu ordinato di avvicinarsi al pozzo dove stava la vedova con i suoi ragazzi: e così i ragazzi che per le vie del paese avevano espresso la loro gioia correndo accanto alla guarnigione e augurando lunga vita al Gran Re; ma la madre no. Contro la sua volontà, trascinarono lì anche la vecchia. Sarebbe morta quando lo avessero deciso gli dei, aveva stabilito il comandante. Poi doveva aver fatto un cenno con la mano, ma il più grande dei ragazzi non ricordava di averlo notato. Forse si era limitato, il comandante, a un'alzata di sp·alle; e i soldati si erano gettati sui prigionieri rimasti seduti. Molto tempo dopo, i colpi risuonavano e riecheggiavano ancora, dalla terra e dal cielo. Il processo era finito, e giudice e accusatore si fecero versare dalla vedova dell'acqua del pozzo nei boccali, e ne riempirono le borracce. Sullo spiazzo davanti alla casa accesero il rogo per i cadaveri. Il calore e l'odore fecero star male le donne e i ragazzi, e spinsero i soldati a cercare i cammelli, per la smania del vento fresco della pianura. Ma a quel punto al luogotenente tornarono in mente i primi due prigionieri. Dov'erano? Non li avete bruciati insieme agli altri? domandò la vecchia, fra un violento accesso di tosse e l'altro. Il soldato si precipitò al granaio, girando alla larga del rogo. Non c'era nessuno sulla porta. Ma nell'interno c'erano due sorveglianti morti. Quando li trascinarono fuori per i piedi, si accorsero che avevano in faccia un colore malsano. Dietro alla casa, in mezzo ai poveri attrezzi e accanto alle mucche atterrite e dimenticate, vedono tracce di piedi d'uomo e di piedi di donna, e solchi di ruote che si allontanano fra i.cespugli spinosi e gli alti cardi piumati. Ne conclusero che al carro erano state rimesse le ruote, con l'aiuto di una dadi cadente, che conosceva fra l'altro la potenza delle erbe. Non si dichiarò neppure innocente: ma pianse, posta di nuovo davanti all'ultimo dei suoi giudici terreni. Piangeva finalmente, in un pianto alto e amaro, i molti figli che aveva perduto al servizio di verità sempre diverse. Chi erano i fuggiaschi? Qualcuno o forse nessuno, in ogni caso non valeva la pena di ammazzarli né di sprecare legna preziosa per bruciarli, disse Dadi. E la gente riderebbe di soldati che facessero l'onore, a nullità come loro, di esporre le loro teste sulle piazze dei paesi. Avrebbero voluto buttarla sul rogo, la donna, e minacciarono anche di farlo, ma poi la lasciarono stare. In sella ai cammelli, con a capo della fila la bandiera del Gran Re, si allontanano attraverso il terreno assetato della pianura, attraverso i cardi e le zolle. Passano brevi nuvole davanti al sole.C'è nell'aria un presentimento di pioggia. Copyright Erik Stinus 1990. 73

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