STORIE/STINUS altro di molle. A quanto pare, nei due viaggiatori tardivi non c'è niente che inquieti la guarnigione del luogo. · Il resto del compito se lo assunse il luogotenente. Non rimase a guardarli dal!' alto della gobba del suo cammello, ma venne loro addosso, li prese per il mento con mano dura, volse e torse i loro volti per vedere, nella luce che andava sparendo, se somigliassero a quelli che cercavano. Gli tastò i vestiti dalle spalle fin giù ai polpacci, ma non sentì né coltelli né punteruoli. A questo punto, basso e vivace com'è, il soldato prende la parola, e spiega la funzione della scorta armata: che è quella di proteggere le attività pacifiche del paese, di difendere i diritti di proprietà e il commercio, di controllare i campi e le strade, di rendere inoffensivi i cosiddetti Discepoli del Maestro, i Figli del Leone; e.dovunque ancora, templi, torri o capanne, fossero restati appesi stendardi gialli, di tirarli giù e bruciarli. Getta un'occhiata al suo superiore, seduto a testa china, e forse addormentato. I viaggiatori arrestati vedono brevemente il loro inquisitore di profilo, controluce: e al contadino pare di riconoscere la fronte alta di quell'uomo senza barba, il naso breve e regolare in mezzo alle tonde guance; mentre il pellegrino, annebbiato com'è e debole in tutte le membra, crede di avere già incontrato tanto il suo benefattore che il soldato che sta parlando con loro. Si augura che non sia vero, e deve sostenersi al carro. Improvvisamente il luogotenente esplode: Credete che non lo sappiamo, chi siete? Di quel momento, il pellegrino ricorda solo l'odore di cammelli, di buoi e di uomini sudati, e che qualcuno aveva cercato di tirarlo su. Quando si sveglia, si vede curvato sopra il contadino che lo ha preso con sé nel carro, e che ora gli preme contro le labbra il bordo di una tazza di terracotta. L'acqua tiepiçla ha un sapore di marcio, ma lo rianima: e sta per dire qualche cosa quando vede, nei raggi di luce che vengono dalle fessure nella porta e percorrono la stanza in lamine sottili come foglie, il viso del suo benefattore macchiato di scuro, gonfio, con del sangue rappreso a una narice e agli angoli della bocca. Fratello Devesh ... Il coritadino ha un soprassalto e lascia cadere la tazza, che si sfascia sul pavimento. Stringe il collo del compagno steso a te1Ta e sibila: Non sono il fratello di nessuno, e non mi chiamo come mi hai chiamato tu: non dimenticartelo, e fai come ti dico io. Lasciò andare la stretta al collo dell'altro e si inginocchiò. Parlava con più calma, ora, ma ansava: Solo se guarisci potremo andarcene di qui. Da me non hanno tirato fuori nessuna confessione. Del resto, non avevo niente da confessare. Credo che picchino perché non hanno indizi da seguire, e sperano ogni tanto di andare a segno, edi far sì che il colpevole si tradisca. A quanto pare, i Figli del Leone facevano lo stesso. Picchiano, perché sono stati picchiati anche loro. Nelle epoche buie, tutto è ripetizione. Ma nella Società ..., dice debolmente il pellegrino. Non c'era nessuna Società, e il Maestro non faceva che accumulare ricchezze ... Lo faceva qualcuno dei suoi, forse anche lui ... IlMaestro era un farabutto: predicava la Legge ma permetteva ai Figli del Leone di trasgredirla. Ma allora è il Gran Re il difensore della Legge, dato che ora si è messo lui a giudicare? Il Gran Re è onesto. Dice: la Legge non esiste. Gli uomini si 711 conquistano la felicità volontà contro volontà, forza contro forza, spada contro spada. La felicità, per il debole, è quella di ritrovarsi con la volontà, la forza e la spada del potente. Il pellegrino cerca di mettersi a sedere, ma si sente male e resta sdraiato: È questo, fratello Devesh, che il soldato basso vuole insegnarci a forza di botte e di torture, convinto che siamo Figli del Leone? Non siamo Figli del Leone, e non lo siamo mai stati! Lui sì, però. L'unica cosa che non ho riconosciuto in lui è il mento, un bel mento che sembra quello di una ragazza. Perché allora aveva una lunga barba nera. Mi ricordo, fratello, che tu lo hai accusato, perché avevi sentito dire che estorceva denaro alla gente e che non si accontentava di gettare funi intorno alle statue degli dei e di trascinarle fuori dai templi. lo ti ho detto che non bisognava prestare fede alle chiacchiere. Ma non passò molto tempo che fratello Tarlok - così si chiama - cercò di farti condannare, e tu venisti a chiedermi di mediare. Ma io ti ho detto: Scordatelo. Se non ci sono ferite, non c'è neppure bisogno di cure. E ora lui crede ... Benché il malato parlasse con una voce indebolita, il contadino gli mise uria mano sulla bocca e gli sussurrò con rabbia: Non crede niente, e tu non capisci molto di più. Io mi chiamo Chand, tu ti chiami Vir, intesi? I due si trovavano in un granaio, così pericolante che da molto tempo era disabitato. Erano prigionieri, ma non sorvegliati: solo, uno dei letti era messo davanti alla bassa apertura della porta, con appesa sopra una grande pezza di stoffa tenuta tesa negli angoli da sassi. I guerrieri se ne erano andati, dopo aver fatto il comodo loro nella fattoria, che apparteneva a una vedova e ai suol figli bambini: quattro in tutto e l'ultimo in fasce. Davanti alla minaccia di venire bruciata, come toccava spesso alle vedove, la donna aveva promesso al luogotenente di stare attenta a che i prigionieri non scappassero. Lontano, comunque, non potevano andare, in quelle condizioni. Se gli dava da mangiare e da bere, si poteva tenere in pagamento il bue e il carro: per la guarnigione, la cosa era indifferente. Se poi loro fossero stati via a lungo, e i due avessero ripreso le forze, la donna avrebbe potuto farli lavorare nei campi accanto alla casa; ma sarebbe stato bene, in quel caso, che li tenesse d'occhio il ragazzo più grande. I due erano in custodia perché non c'era stato il tempo di esaminare più da vicino il rapporto fra di loro. Quindi, benvenute tutte le informazioni su quello che si dicevano. Alla prima occasione sarebbero stati giudicati: sicuramente con mitezza, dati i tempi nuovi. Non c'era altro da dire: e il soldato spinse da parte la testa del bambino e lasciò scivolare la mano sul seno della donna. Poi se neva, e con gran fracasso d'armi là carovana si mette in moto. C'è anche un'altra donna, in questa tenuta che consiste in tutto di una casa a cupola di terra, fiancheggiata da una baracchetta con il letto di paglia e da una stalla con tre pareti di pali aperta verso sud; oltre che dal granaio, che naturalmente non sorge molto lontano. Il marito morto della donna non era un gran costruttore, perciò non c'era un cortile interno, né un padiglione per le donne. Tengono polli, tre mucche; una delle quali zoppa e cieca, e un bue da tiro. Ci sono pale, un aratro di legno, lame per la mietitura, bastoni per la trebbia, vassoi di vimini intrecciati. E quale tenuta anche piccola come quella non è oberata di una persona che sembra non voler morire mai, di solito una donna? Questa, anche
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