star immaginando cose che, se fossero state certe, lo avrebbero obbligato a prendere una posizione definitiva su un argomento scottante, un tema che non aveva voluto affrontare fino a quel momento ma che, prima o poi, e lo sapeva, gli si sarebbe comunque presentato: il terna della polizia: si rese anche conto in quello stesso momento che non aveva molto tempo per pensarci su, che nel giro di pochi giorni, magari la sera dopo, l'uomo con l'impermeabile sarebbe passato dal saluto a chiedergli se si poteva sedere al suo tavolo e avrebbe intavolato un discorso che sarebbe andato inevitabilmente a finire sul lavoro, sul denaro: doveva per forza avere già preso una decisione. Sul treno incontrò il suo vicino Fernando, anch'egli stava rientrando a casa: durante il tragitto parlarono del più e del meno: di come erano rimaste le mani di Crist6bal dopo l'aggressione della quale il vecchio non aveva voluto sapere nessun particolare: né lui né il medico avevano mostrato il minimo interesse per come erano andate le cose: nessuno viveva completamente nella legalità, si dicevano, e a chiunque poteva accadere un incidente del quale non poteva o non desiderava informare la polizia: e il Triste non era un'eccezione, anzi, al contrario, era una perfetta esemplificazione della norma: meglio così: durante il percorso parlarono di questo e di Foto di Soro Facio e Alicio D'Amico (da Photoomerica, Herodote 1984). STORIE/VA.ZQUEZ RIAL quello, cose senza una effettiva importanza per nessuno dei due, e arrivati al pensionato si salutarono con una buona notte cordiale, da quelli che erano: gente che si rispettava e che era pronta a scambiarsi reciproci favori quando fossero stati richiesti senza mettere in discussione la morale o gli errori dell'altro: una volta nella sua stanza, Crist6bal rimase un bel pezzo a riflettere sulle sue scelte, riguardo al mondo e in rapporto all'autorità costituita: non aveva mai provato simpatia per la polizia perché sapeva che la polizia di sicuro non lo vedeva di buon occhio, e così la pensavano anche i suoi amici e conoscenti: per cui, se quello che l'individuo con l'impermeabile gli proponeva era collaborare con la polizia, diventare un informatore, la risposta sarebbe stata ovviamente negativa: nessuno, proprio nessuno sarebbe finito al fresco per colpa di Crist6bal Arto la: se si fosse trattato di questioni politiche invece le cose stavano diversamente: non aveva dimenticato che sua madre era stata una fervente peronista e che gli anni che stavano vivendo non sarebbero stati anni facili per lei, rna questo era un insignificante sentimentalismo: qualcuno da una parte o dall'altra - magari egli stesso, perché no? - doveva assumersi la responsabilità che le cose non andassero a rotoli: in fin dei conti, non aveva forse avuto anche Per6n la sua polizia? e non era forse vero che quella che aveva lavorato per lui era la stessa che c'era adesso? non era forse vero che combatteva gli stessi nemici adesso come allora?: comunisti, ebrei, terroristi e froci: una cosa era essere amici degli amici, un'altra e ben diversa era avere i coglioni di essere il nemico dei nemici di tutti: perché i comunisti, si diceva il Triste, sono tanto nemici del governo quanto dei ladri e delle puttane, dei tipi che come me devono arrangiarsi come possono: e gli ebrei, si diceva il Triste, pieni di soldi, borghesi - e il significato del termine non gli era molto chiaro però gli suscitava ira - nemici di quelli che come rne non hanno niente: se la faccenda era politica, le cose stavano diversamente. Non fu il giorno dopo, né quello seguente, né l'altro ancora: l'uomo con l'impermeabile andava a bere il suo whisky ogni sera, senza lasciare di salutare amabilmente tutti quanti e senza fare eccezioni con il Triste. Tuttavia questi non dubitava neanche per un istante che l'intenzione di trovare qualcuno da reclutare spingesse lì il soggetto, il quale una sera in cui Sim6n e Crist6bal erano rimasti soli nel locale, approfittò di alcuni commenti del ragazzo su un cavallo che avrebbe corso la domenica successiva all'ippodromo di San Isidro per inserirsi nella conversazione e infine presentarsi: disse di chiamarsi Augustfn Chaves - "mio padre era gallego, come lei", disse a Sim6n, con l'evidente intento di conquistare la sua simpatia: Sim6n era impenetrabile, per lo meno da quel lato, e si affrettò a rispondere con un sogghigno ironico: "rna pensa che caso, mio figlio è argentino come lei" - : al proprio nome non aggiunse altri dati oltre a quello genealogico e superficiale già fornito: non accennò né al mestiere né alla vocazione: la sua fu una presentazione priva di curiosità volta più a farsi conoscere e ad aprire una porta per i futuri dialoghi che a indagare qualcosa sugli altri: il Triste sussurrò il proprio cognome a denti stretti, consapevole che la cosa più probabile fosse che il signor Chaves sapesse già tutto quello che si poteva sapere su di lui: in ogni caso non gli dispiaceva passare per quell'uomo quasi eccessivamente riservato che era in realtà, anche se agli occhi del 61
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