CONFRONTI comunista utilizzai un silenzio ancora più lungo. Questo seguiva la domanda se le nuove generazioni avessero una chance in questa società. Anche in questo caso ci fu molta tensione, ma poi, senza che io dicessi una parola, tutti compresero". "Dopo la rivoluzione", prosegue Jiran, "molti teatri che precedentemente non erano politicizzati iniziarono a mettere in scena testi del nostro Presidente. Noi facevamo teatro politico prima, quando non ci veniva permesso di farlo, e non ora che tutti possono farlo liberamente. Così abbiamo deciso di rappresentare testi non politicizzati, come ad esempio Mozart a Praga. Il Divadlo na zabradlf, il Cinohernf klub, HaDi e il Divadlo na provazku sono nella nostra stessa situazione". Passiamo così a Brno, dove nel 1967 venne fondato, appunto, il Divadlo na provazku (Teatro al laccio). Qui lavorano i tre registi Eva Talska, Peter Scherhaufer e Vladimfr Morivek, fondatori della compagnia assieme a Zdenek Pospfsil e, in qualità di autore teatrale, regista, attore, mimo e clown anche il sopracitato Boreslav Polivka. Il teatro ospita tre centri di teatro per ragazzi, uno dei quali sta preparando una sorta di museo delle cere viventi, e definisce le sue messe in scena, ispirate ai principi della selezione e del montaggio di E. F. Burian, come "drammaturgia in-egolare" (nepravidelna dramaturgie). "Fare teatro regolare", racconta infatti Oslzly, "vuol dire fare teatro con pezzi teatrali. Qui in Europa centrale i politici hanno da sempre mostrato molta ostilità nei confronti dei mimi e dei commedianti. Per questo noi facciamo teatro irregolare e le nostre radici sono nella commedia dell'arte, nel film muto di Chaplin e Keaton, nel teatro delle marionette e nella clownerie. Nel 1973, ad esempio, abbiamo prodotto l'unico spettacolo di clown che, per quanto ne sappia, durasse un'intera notte e avesse una vera e propria storia, la storia di Adamo e Eva". Del Divadlo na provazku abbiamo incontrato anche Peter Scherhaufer (1942)che, dopo essere stato minatore e pilota nell'esercito, ha studiato regia e drammaturgia all'Accademia dello Spettacolo Janacek. Scherhaufer ricorda che "l'irregolarità si esprime quindi nella regia, nel lavoro degli attori, nell'organizzazione, nella scelta dello spazio e, infine, nella drammat\Jrgia". Anche il Divadlo na provazku, la cui situazione economica, similmente ai teatri praghesi, è per altro ora molto difficile, è stato in passatopesantemente penalizzatodalla censura. Così, adesempio, i testi di Uhde, che erano banditi dal regime comunista, venivano messi in scena firmati da Pospfsil e, più tardi, da Oslzly e da Scherhaufer. Quest'ultimo racconta così: "sono stati anni difficili perché gli enti comunali delle città di provincia erano spesso più pignoli di quelli di Praga e dei grandi centri urbani. Per evitare la censura ho così adoperato tattiche diverse a seconda dello spettacolo in questione. Ad esempio nella progettazione del cartellone, che andava fatta di anno in anno, adoperavo la cosiddetta tattica dei cani bianchi, e includevo così uno o due testi pericolosi sapendo che la censura si sarebbe concentrata su quelli". Anche Petr Oslzly (1945), che adesso è allo Hrad in qualità di assistente del Presidente, non ha avuto la vita facile e ci racconta che poiché suo padre era molto ricco e politicamente anticomunista dovette lavorare in fabbrica e potè iscriversi all'Università di Brno, dove avrebbe studiato storia del teatro, storia dell'arte e filosofia, soltanto nel 1968. Negli stessi anni iniziò a dedicarsi al teatro e nel 1972, dopo un breve periodo con una compagnia di teatro sperimentale, venne assunto come drammaturgo al Divadlo na provazku. "Eravamo una ventina", racconta Oslzly, "tre o quattro registi e una decina fra tecnici e amministratori. Per la Cecoslovacchia si trattava di una compagnia molto piccola e questo oggi costituisce un grosso vantaggio perché non dobbiamo licenziare nessuno. Volevamo dare inizio ad un vero e proprio movimento culturale e miravamo a creare una sorta di comunità nella quale attori e pubblico combattessero insieme per la democrazia. Divenimmo presto molto popolari e dopo il 1973 i biglietti erano esauriti tutte le sere, spesso con mesi di anticipo. In quello stesso anno dovetti però andare a fare il servizio militare e, pur sapendo come evitarlo, ed erano molti ad evitarlo, non volevo ricorrere a favori perché ero certo che la mia vita sarebbe stata una costante lotta contro il regime comunista. Così feci il militare e dopo un anno tornai a dedicarmi al teatro. Fui il direttore artistico della compagnia fino alla fine del 1980, ma poi venni sostituito perché non ero membro del partito. Però nel 1971 avevo conosciuto Vaclav Havel. Era da molto che volevo contattarlo e lo stesso valeva per Karel Kraus, Otomar Kreica, Jaroslav Vostry e Ian Grossman. Iniziammo così a collaborare come dissidenti e· dopo la sua prigionia lavorammo insieme sia in teatro, sia in politica. Per me è sempre stato molto importante fare le cose apertamente. Quando eravamo a Praga, ad esempio, invitavo ai miei spettacoli rappresentanti del Ministero della Cultura e dissidenti e li facevo sedere uno accanto all'altro. In un'atmosfera in cui tutto era segreto era veramente importante fare le cose. apertamente e il risultato era che la gente ·non sàpeva come reagire. A gennaio abbiamo aperto assieme a HaDi un nuovo centro di teatro sperimentale dove possiamo ospitare compagnie ceche e straniere e organizzare festival teatrali. Ci sono tre spazi - fra cui un teatro barocco e un piccolo teatro gotico nel seminterrato - e alcuni sono adattabili, per cui possiamo costruire qualsiasi tipo di palco. Oltre agli uffici ci sono anche un centro dati, una sala convegni e un piccolo albergo per le compagnie ospiti. Vorremo che divenisse un centro di studi filosofico, antropologico e sociologico per la ricerca di una identità culturale centro-europea perché pensiamo che sia importante cercare di costruire una nuova tolleranza, una tolleranza che è necessaria per la Cecoslovacchia, per l'Europa Centrale, per tutto il mondo". Di questo affascinante progetto fa anche parte l'eclettico Amost Goldflam (1946), che dopo aver studiato medicina, lavorato in fabbrica, lavorato come grafico e pittore, studiato regia ali' Accademia dello Spettacolo Janacek, lavorato per una compagnia tradizionale, quindi per Divadlo na provazku, è autore di pezzi teatrali e adattamenti, attore. teatrale e cinematografico e regista di HaDi e Cabinet Muz. · · Anche in questo caso ricorderemo brevemente la storia della compagnia: HaDi, fondato come compagnia amatoriale nel 1976, ovvero nel periodo più oscuro degli anni della cosiddetta "normalizzazione", sta per Hanacké Divadlo che si riferisce alla città Prostejov na Hané, sede della compagnia fino al 1980. Professionale dal 1978, HaDi intende il teatro come una forma artistica autosufficiente che non ha bisogno della parola scritta, troppo concreta, non sufficientemente ambigua e, come ci è stato confermato da altre testimonianze, screditata negli anni della dittatura comunista. Utilizzando le tecniche del collage e del montaggio, HaDi spazia dal grottesco al poetico e, dal 1986, rappresenta anche testi classici, come ad esempio Il Processo di Kafka, una drammatizzazione di Hotel Savoy di Joseph Roth e Tragicommedia Umana (Lidska Tragikomedie, 1928) di Ladislav Klfma, una sorta di presa in giro nichilista ed espressionista della meschinità umana e della civiltà materialista. Nel 1991 la compagnia Ochotnicky Krouzek (Circolo amatoriale) e Amost Goldflam fondarono Kabinet Muz. Racconta Goldflam: "lo spazio teatrale flessibile ci permette di propon-e soluzioni diverse per ogni messa in scena. Facciamo sedici spettacoli al mese, oltre ai "caffè" che si svolgono in seconda serata. La situazione economica del teatro non è semplice, anche perché non ci sono ancora leggi sulla sponsorizzazione. Di fatto facciamo più soldi al bar che non con il teatro. Ma sono ottimista. Sarà certo meglio l'anno prossimo". 35
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