Linea d'ombra - anno X - n. 76 - novembre 1992

CONFRONTI della distribuzione di materiale fra le compagnie ceche e morave. Questo è molto importante, perché durante gli anni della censura non ci veniva permesso di distribuire i dati a nostra disposizione. Nel 1983, ad esempio, l'Istituto pubblicò l'enciclopedia teatrale. Sfogliandola, notiamo subito che non vi compaiono i nomi di autori come Dario Fo, Tom Stoppard, Samuel Beckett o Friedrich Diirrenmatt, probabilmente perché avevano rilasciato una qualche intervista in cui denunciavano la censura comunista". I tempi sono però fortunatamente cambiati e oggi l'Istituto, affiliato fra l'altro all'International Theatre Institute, distribuisce materiale informativo ai teatri, pubblica una rivista, "Teatro" ("Theatre"), in inglese e francese, organizza lezioni per gli studenti universitari, funziona da centro dati per gli studenti che hanno bisogno di consultare testi altrimenti difficilmente reperibili e ha un negozio-libreria, molto popolare fra i turisti per la vendita di marionette un po' più interessanti di quelle esposte per le strade di Praga. Similmente Karel Kral (1953), uno dei co-fondatori e redattore capo del mensile teatrale 'Teatro nel mondo" ("Svet a Divadlo"), fondato nel 1990, ci racconta che la rivista, che pubblica fra l'altro anche testi teatrali, "è sul teatro nel mondo e sul mondo nel teatro" e, prosegue, "stiamo cercando di non limitarci al settore teatrale, ma di analizzare il rapporto fra il teatro e altri generi artistici, la società, la politica e così via, sia in Cecoslovacchia, sia ali' estero. Non vogliamo diventare una di quelle riviste specializzate da interessare solamente i teatranti". Lo stesso vale per "Divadelnf novny" ("Giornale teatrale"), il cui primo numero è uscito a giugno e che, con le sovvenzioni del Ministero della Cultura e dell'Istituto Teatrale, è una rivista per "i teatranti e il loro pubblico". Il potere del teatro ceco, che gli deriva quindi dalla sua stessa storia, fatta di sofferenze e censure, e, al contempo, di continui tentativi di non essere ridotti al silenzio oppure di esprimere tramite lo stesso silenzio la propria posizione artistica e politica, sta anche nella sua capacità di rinnovarsi e di cambiare a seconda del momento storico e della situazione sociale. Come ci fa notare Oslzly, alcune compagnie stanno iniziando nuovamente a fare teatro politico, "un nuovo teatro politico per una nuova situazione politica". Mentre però da un lato la vittoria democratica permette finalmente la libera espressione di qualsiasi linea di politica artistica, dall'altro lato la complessa situazione economica costituisce un limite all'effettivo libero sviluppo delle attività teatrali. Così, prosegue Oslzly, "temevamo che alcuni teatri avrebbero dovuto chiudere, ma, a parte un caso, questo non è successo. La situazione però è estremamente difficile, dato che le compagnie hanno gli stessi preventivi che nel 1989, ma, a causa dell'inflazione, il loro potere è di fatto dimezzato". Fra le compagnie più attive nei giorni della rivoluzione di velluto e attualmente più colpite dalla difficile situazione economica ricordiamo Divadlo labyrint (Teatro labirinto), uno dei pochi centri artistici sulla riva sinistra della Moldava. Qui abbiamo incontrato Vlasta Gallerova (1942), che, assieme a Michal Laznovsky, è la drammaturga della compagnia. La Gallerova, ci racconta che il teatro ha molte difficoltà per via del problema delle restituzioni. Il palazzo in cui si trova venne infatti preso con le armi nel 1945 dai membri della compagnia del Realistické divadlo (Teatro realistico) e "i vecchi proprietari vogliono entrare nuovamente in possesso dell'edificio e si comportano come se fosse colpa nostra. È vero che c'è una legge che ci permette di rimanere qui per altri dieci anni, ma non si tratta di un periodo di tempo particolarmente lungo per una compagnia teatrale". La politica artistica del Divadlo labyrint ha effettivamente poco o nulla a che fare con quella del suo predecessore. Il Realistické divadlo, "fondato", se così si può dire, nel 1945, fu 32 infatti uno dei primi teatri-cooperativa a Praga e, dopo il 1948, si dedicò esclusivamente alla messa in scena di noti autori comunisti e alla schematica applicazione del metodo Stanislavskij. Alla fine degli anni Settanta, dopo un periodo di relativa apertura nel decennio precedente, le cui manifestazioni vennero rapidamente messe a tacere dalla censura comunista, la nuova direzione del teatro si orientò verso una maggiore metaforicità espressiva e la rappresentazione di testi politicamente e socialmente critici nei confronti del la dittatura comunista. Quando, alla fine del 1980, la Gallerova, e, sotto suo invito, i registi Miroslav Krobot che è ora al Narodnf divadlo, Karel Krfz, che è il direttore generale del teatro, Jirf Fréhar e Jan Boma giunsero così al Realistické divadlo la sua politica artistica era quindi cambiata sostanzialmente. Alla fine degli anni Ottanta, dopo aver messo in scena Res Publica I ((1988), una rivista politica costituita da un collage si letture che includeva autori censurati dal regime, e, successivamente, Res Publica II ( 1989), che presentava brani tratti da Festa in giardino (Zahradn{ slavnost, 1963) di Vaclav Havel, la compagnia mise a disposizione i suoi uffici come punto di incontro di dissidenti e rivoluzionari. Così, in seguito ai brutali eventi del 17 novembre 1989, essa adeò allo sciopero proclamato dagli studenti dell' Accademia delle Belle Arti, annullò tutti gli spettacoli e salì sul palco, ma questa volta esclusivamente per leggere dichiarazioni a favore dei moti rivoluzionari. Nel 1992 la compagnia ristrutturò il teatro e cambiò il vecchio nome in Divadlo labyrint: "dobbiamo resistere ai minotauri del mondo prima che ci distruggano", sottolinea la Gallerova, ricordando inoltre che "la nostra politica artistica è cambiata dai giorni del Realistické divadlo, sia per quanto riguarda il vecchio teatro, sia il nuovo centro studi nel seminterrato. Durante gli scorsi quaranta anni i nostri teatri avevano infatti una struttura molto chiusa e anche gli attori che non andavano mai in scena avevano contratti a vita. Noi eravamo un normalissimo teatro di repertorio e ora siamo diventati un centro multimediale. Per questo miriamo a una struttura più elastica e offriamo contratti per uno, due o, al massimo, tre anni. Si tratta di una grande trasformazione e abbiamo bisogno di molto tempo". La progettazione del Divadlo labyrint è certamente molto ricca e prevede l'organizzazione di una scuola di teatro per ragazzi, concerti di musica jazz, musica da camera e musica popolare, letture di pezzi teatrali, prosa, poesia, e mostre di libri in collaborazione con case editrici. In cartellone, fra gli altri, ricordiamo Fo, Pinter, Stoppard, Tabori, Handke e Pirandello, oltre ad autori cechi precedentemente censurati come Havel, Klfma e Topoi. Inoltre, continua la Gallerova, "vogliamo poter invitare sia compagnie ceche, sia straniere e vogliamo proporre testi di un teatro sperimentale, così questa sera, ad esempio, ci sarà la prima di un'opera dada, un misto di film, poesia, danza, canto e teatro. Vogliamo anche dare più spazio ai giovani e abbiamo quindi inserito nel cartellone un testo di uno scenografo dell' Accademia, Egon Tobias (1972), che sarà recitato dai nostri attori e dai giovani dell'Accademia". Per quanto riguarda la situazione economica, la Gallerova ricorda però che i fondi ricevuti dal Comune non sono sufficienti per coprire le attività del nuovo centro studi e che "anche se la legge lo permettesse sarebbe inutile sperare in uno sponsor perché le industrie ceche non hanno fondi'sufficienti per investire nel settore teatrale. Il problema è che dopo la rivoluzione il governo non ha proposto nuove politiche teatrali e questo è perché il personale del Ministero della Cultura, così come quello dei vari enti comunali, non è poi cambiato molto: la struttura è vecchia, la gente è la stessa, ed è fondamentale che impari presto a pensare in modo nuovo. Ad esempio, dopo la "rivoluzione", continua la

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