IL CONTESTO Col Vangelo e con Marx Incontro con Leonardo Boff a cura di Katharina Sperber traduzione di Anna Martini Lichtner Leonardo Boff nato a Concordia (Brasile) nel 1938, frate francescano ha perfezionato gli studi teologici in Germania. Uno dei più noti teologi della liberazione. Fra i suoi numerosi volumi tradotti in italiano Gesù Cristo liberatore (La Cittadella editore) Carisma epotere, saggi di eclesiologia militante (Boria editore); Nel 1992 accusato dalla Congregl\zione della dottrina della fede di utilizzare categorie marxiste e di negare il potere del Papa e dei vescovi, lascia il sacerdozio per poter continuare da laico la sua attività teologica in piena libertà. In giugno, dopo anni di repressioni da parte di Roma, Lei ha detto addio al sacerdozio ed è uscito dall'ordine dei Francescani. A spiegazione di questo Suo passo Lei scrive: "Io non abbandono la lotta; la porto avanti in maniera diversa". In quale maniera? Per prima cosa ho ottenuto una cattedra di spiritualità ed etica all'università statale di Rio de Janeiro. lo l'ho accettata solo a patto che i miei corsi fossero aperti a tutti gli studenti e potessero essere frequentati dai laici attivamente impegnati come pure dalle comunità di base di Rio e dintorni. La mia richiesta è stata accolta e incomincerò a svolgere quest'attività a partire dall'anno prossimo. Lavorerò inoltre come consulente per le comunità di base e ogni sorta di centri per i diritti civili. Nel mese successivo al mio abbandono del sacerdozio e alla mia uscita dall'ordine ho ricevuto un numero doppio di inviti rispetto al solito. La base e la Chiesa del popolo hanno compreso apppieno la mia decisione. Ho ricevuto centinaia di lettere di solidarietà e molte di queste provenienti da vescovi e arcivescovi di Brasile, Ecuador, Bolivia e di tutta l'America Latina. E continuerà a portare avanti il Suo progetto con i bambini della strada? Certo. Complessivamente sono 23 milioni, i bambini abbandonati per le strade, di cui il 90 percento è costituito da neri. Nelle grandi città brasiliane vengono uccisi ogni fine settimana dai dieci ai dodici bambini. Oppure muoiono di fame, e per guadagnarsi lo stretto necessario per sopravvivere si danno allo spaccio di droga o alla prostituzione. Nella città di Petropoli abbiamo avviato due anni orsono un progetto, finanziato da donazioni, che si prende cura di cento bambini. A tutt'oggi i gruppi di questo genere ammontano a cinque. Coi bambini cerchiamo di giocare, tentiamo di alfabetizzarli, di offrire loro un senso di sicurezza, perché sono senza speranze. Spesso loro stessi non si aspettano nemmeno di oltrepassare la soglia dei venticinque anni. A questi bambini vogliamo mostrare che anch'essi sono esseri umani, e non solo oggetti di sfruttamento. Un teologo ha il dovere di immischiarsi nella vita. Questa è la sua responsabilità di fronte a Dio, non solo quella di dedicarsi a libri e riflessioni. La solidarietà di cui ha avuto prova significa un rifiuto nei confronti della Chiesa cattolica del Vaticano? Sì, penso proprio di sì. Un vescovo delle vicinanze di Rio - Mauro Morelli, uno dei vescovi più impegnati a favore della cultura afro-brasilianaha fatto ciclostilare lamia lettera (contenente le motivazioni dell'abbandono del sacerdozio, ndr.) e l'ha distribuita a tutte le parrocchie e comunità di base. Accompagnandola con un unico interrogativo: In che misura siamo responsabili, insieme alla nostra Chiesa, per il fatto che chi ci segue non sia costretto a un certo punto a imboccare altre strade? Questa non era soltanto una critica nei confronti di Roma; ogni cristiano, infatti - uomo o donna - è responsabile per la Chiesa. La maggioranza delle persone ha interpretato la mia scelta come un gesto profetico nei CC\Ofronti del!' atteggiamento rigido e arrogante di Roma. ARoma la Chiesa è un'istituzione gerarchica che vuole sorvegliare e avere il controllo su ogni cosa. Tuttavia la crisi interna alla Chiesa la si supera solo se se si supera la paura. L'opposto della fede non è la miscredenza, bensì la paura. E temo che a Roma regni troppa paura. Stando alle informazioni più recenti, Lei vorrebbe diventare padre. No, questa notizia rientra in una campagna diffamatoria a opera di cattolici conservatori che mirano a spoliticizzare la mia scelta relegandola nella sfera privata. Lei ha scritto di voler contribuire alla fondazione di una Chiesa indo-afro-americana. Che cosa significa? Tahto per cominciare, oggi, dal punto di vista biologico, vogliamo che le nostre culture sudamericane possano crescere, che la popolazione degli indios aumenti di nuovo, altrimenti saranno estinti una volta per tutte. Essi devono includere il cristianesimo nei loro valori e nelle loro strutture sociali così come a suo tempo hanno fatto gli europei. Greci, Romani, tedeschi hanno assimilato o addirittura ridotto il cristianesimo a proprio uso e consumo. Determinati valo1i del primo cristianesimo, infatti, non sono mai stati propriamente assimilati. Noi rivendichiamo lo stesso diritto deglieur()pei, cioè quello di lodare e adorare Dio nelle nostre lingue e secondo le nostre usanze. Negli anni Settanta i sostenitori della teologia della liberazione erano animati da grandi speranze. Di queste, però, nessuna si è tradotta in realtà. La povertà, la repressione e l 'indebitamento sono cresciuti a dismisura. A uscirne vittoriosi sembrano essere stati un rovinoso capitalismo e il neoliberismo. La teologia della liberazione deve rivedere le sue posizioni? , ,
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