Linea d'ombra - anno X - n. 75 - ottobre 1992

INCONTRI/OUSTAPSSON svedese. Forse la cosa più interessante di questo sistema di romanzi è che il ciclo comincia in uno spirito "politico-sociale", per sfociare poi nell'esistenziale. E in qualche modo questo è tipico, ma anche molto atipico, per quegli anni. Molti dei protagonisti dei suoi libri sono insegnanti (La lana, Morte di un apicultore, Il tennis, Strindberg e l'elefante), lei stesso ha insegnato e insegna tutt'ora all'Università. Ci può parlare della su esperienza di insegnante? L'esperienza di insegnante nella mia vita è stata veramente positiva, non solo perché mi piacciono molto le persone giovani, ma anche perché per me è fondamentale uscire per lavorare, invece di stare a casa a scrivere. Questo lo pensano tutti gli scrittori: tutti cercano di fare altre cose. Chi si dedica al teatro, chi al cinema, chi cerca di entrare in qualche accademia. lo penso che la mia soluzione sia la migliore: insegnare filosofia. Ho insegnato spesso ali' estero come professore visitatore, ma è solo nel Texas che sono diventato professore a tùtti gli effetti. Negli ultimi cinque anni mi sono divertito molto perché ho tenuto un corso per studenti "particolarmente intelligenti" o "molto creativi", selezionati da tutti gli Usa. Oltre alla filosofia, insegno loro argomenti interdisciplinari come "creatività", "memoria", ecc. Mi piace molto che questi studenti superintelligenti siano costretti ad ascoltarmi. Ora insegno solo nel secondo semestre, quello primaverile. In quello autunnale sono libero ... Già, ecco!. .. Molti mi hanno chiesto perché il mese di novembre sia il periodo dell'anno che più ricorre nei miei romanzi. Mi viene ora in mente la risposta: perché di novembre sono libero, ecco perché. Sì, insegnando, si impara molto su se stessi e si vede quanto diverse e numerose siano le soluzioni personali. Non ci si aspetterebbe che fossero tante e così varie: eppure la maggior parte di esse funziona. Questa è forse la più grande debolezza di Freud: cioè che moltissime soluzioni sono state sbrigativamente da lui liquidate come nevrosi. Uccelli migratori è il titolo di una poesia della sua raccolta Uccelli, che è un omaggio agli scrittori svedesi del passato. Strindberg, Hjalmar Soderberg, Almqvist, sono stati uccelli migratori. Anche lei si sente un uccello migratore negli Stati Uniti? È cambiato da quando si è stabilito nel Texas? Beh, naturalmente ci sono enormi differenze tra la Svezia e gli Usa. Una è che negli Usa è possibile a tutt'oggi vivere del proprio lavoro. In Svezia si può dire che non esista una classe media, una borghesia. La Svezia è una colossale stamperia, che in parte è commerciale e in parte è politica, in cui una grossa fetta della popolazione vive di sussidi statali. Abbiamo sussidi di tutti i tipi; qui in Italia nessuno si sognerebbe di aver bisogno di un sussidio per mandare il proprio figlio a un corso estivo. In Svezia tutto è organizzato in modo che per qualsiasi cosa è necessario chiedere un sussidio, niente viene lasciato ali' individuo, alla responsabilità individuale. Che non ci sia un borghesia, in effetti è una situazione insolita, strana ... Un insegnante non può vivere del proprio lavoro. In Texas poi ho cominciato a vivere in una realtà geografica e geologica, non politica naturalmente, che è quasi Messico. 40 gradi all'ombra e quel paesaggio, così lontano da quello svedese, che mi affascinava moltissimo! Poco tempo fa, mi 90 è capitato di vivere un istante magico. Ero in montagna -ci sono montagne bellissime a est di Austin - ospite di amici di mia moglie in una villa, all'inizio di maggio. Benjarnin, il mio figlio più piccolo, cominciò ad agitarsi e così decisi di portarlo a fare una passeggiata. Nel parco della villa c'era un bosco e nel bosco il terreno era pieno di funghi gallinacci, gallinacci texani. Pensi, dei gallinacci in mezzo al Texas! Questo contraddiceva tutte le descrizioni botaniche dei gallinacci. Mi feci dare una borsa e ne raccolsi tanti che ne mangiammo per una settimana. Ecco, quando vidi quei funghi, mi sentii padrone del paesaggio, solo ora cominciavo davvero a conoscerlo. Quel paesaggio così estraneo, straniero per me quanto l'Africa, ho avuto la sensazione di cominciare a capirlo! No, anche se parteciperò qui in Italia a una tavola rotonda su Poesia ed esilio, vivere negli Usa per me non è un esilio, non ha nulla di tragico. Certo, la mia poesia è diversa ora da quando, negli anni Settanta, scrivevo poesie in Svezia, con un background fatto di poeti svedesi che scrivevano, erano in competizione fra loro ed esprimevano opinioni al telefono sulle reciproche opere. Tutto questo potente sfondo era in moto e mi condizionava. Oggi sono solo con la mia famiglia. La lingua cresce, si fa chiara, si plasticizza, quando lavoro da solo. Non so, forse si perde anche qualcosa, può darsi che qualcosa mi sfugga. Ma è sen'altro più originale. A volte le sue opere sembrano sperimentare teorie filosofiche, oltre che generi letterari. In che misura la sua formazione filosofica, soprattutto lo studio della filosofia del linguaggio e i suoi studi di logica a Oxford, ha influenzato la sua produzione letteraria? Mi riferisco in particolare alle teorie di Wittgenstein, in relazione_ad esempio al suo romanzo breve Il tennis ... L'influenza della filosofia del linguaggio, soprattutto di Wittgenstein, è stata molto stimolante sia per le mie opere che per me stesso. La mia lettura del Tractatus risale a molto tempo fa, nella vecchia biblioteca di filosofia a Uppsala, nell'Engelska Parken, dove ne era conservata una vecchia, elegante edizione. Era il 1955. A quell'epoca non l'avevano letto in tanti. Quello che più mi interessava e affascinava di Wittgenstein era il suo tentativo di creare una fede nella logica e una fede nella mistica: esse potevano avere dei contatti fra loro, ma non potevano convivere, occupare entrambe lo stesso spazio. E la mistica era per Wittgenstein anche etica. Veniva letto come un ateo, un empirista logico, un mistico cristiano con tratti tolstojani, che voleva mostrare i posti diversi per la logica e la mistica, mostrare che l'etica non abita nel mondo e tuttavia c'è. Le sue esigenze corrispondevano a un bisogno che sentivo anch'io: conciliare nella realtà logica e mistica. Nella mia gioventù ci sono state altre letture estremamente significative. Rilke è stato la mia grande influenza segreta, ed è stato l'influenza segreta su tutta la poesia svedese, in generale, e tedesca degli anni Cinquanta. Rilk,t!è stato fondamentale anche per poeti come Forssell eTranstromer; può apparire strano perché sembrano così diversi, così deduzionalisti. E ci dobbiamo chiedere che cosa di Rilke è stato tanto coinvolgente e importante. Non è facile rispondere: forse quel misticismo secolare, quel misto di poesia e mistica che c'è nella sua opera. Hans Larsson agli inizi del secolo scrisse una tesi di estetica La logica della poesia che dìmostra come la poesia abbia una sua logica intrinseca. Gli

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