ANTOLOGIA Cosa insegna la guerra Aldo Palazzeschi Di Aldo Palazzeschi (Firenze 1885, Roma 1974) ripubblichiamo alcuni brani da un libro da molti annifuori commercio, uno dei rari libri decisamente pacifisti di uno scrittore italiano: Due imperi ... mancati (Firenze, Vallecchi, 1920 pp. 29-36, 50-7, 180-2). (...) Quella della Germania è stata la più sconcia aggressione che la storia abbia mai dovuto registrare? Miei ottimi signori io voglio credervi, voi siete stati aggrediti brutalmente da una banda di assassini, ma vi restava pur sempre un bel gesto da fare, il solo: disarmare. Giungere a questa coalizione, disarmare tutti insieme. Perché non lo avete fatto? Io non avrei avuto allora l'illusione di ascoltare una sinfonia che una famosa orchestra mi aveva preparata da un pezzo, con tanto di spartito davanti, con tutti i suoi strumenti bene accordati, gli ottoni ben lucidi, con tutte le necessarie prove parziali e generali. La Germania ha dato il la. Sciocca, impaziente, suo danno! Che grossolanità è stata mai la sua! Ha perduto una battaglia prima d'incominciare a combattere. Ha violato, calpestato un paese neutrale, un paese inerme! Peggio! A parte che quel paese avesse dei torti abbastanza rispettabili (io sono un uomo che non ucciderà mai nessuno, nemmeno una pulce molesta, anzi io sono addirittura l'uomo che non uccide, la mia francescana adorazione per tutte le creature del Signore è divenuta leggendaria, lo sanno tutti al mondo, non ci può essere uomo al quale venga neppure per un momento l'idea di torcermi un capello, e io ne sono più che sicuro di questo, però vado in giro con quattro pistole ben cariche legate al collo, otto alla cintura, due in mano e due ai piedi. Vedendomi passare così nessuno vuol convincersi che io non sono altro che un seguace di San Francesco d'Assisi) la Germania ha Foto Camera Press Ltd Londra. IL CONTESTO sbagliato il primo passo, e la vediamo naufraga appena gettata dentro l'acqua. Doveva sfondare a Verdun, chi sa se i Francesi avrebbero avuta la forza e il tempo di trattenerla allora, ella sciupa il suo primo formidabile urto. E gli altri non avrebbero vantato sì vagamente che correvano in difesa di un innocente, di un povero piccino. Un uomo vede un altro calpestare un fanciullo, il suo nobile istinto lo spinge a saltargli addosso e liberare quel fanciullo. Io che osservo mi sento gonfiare due lucciconi dentro gli occhi. Poverino! Che mascalzone! Bene ch'egli abbia avute le sue. Dopo liberata la creaturina vedo il nostro salvatore che, tenendo l'aggressore sempre acciuffato per il collo, gli cava l'orologio di tasca e il portafogli, gli anelli dalle dita. Mi viene subito in mente: Oh! egli vuole dare al fanciullo colpito tutte quelle cose per sua riparazione, bravo, bene gli sta la punizione al manigoldo; ben pensata davvero, egli rimarrà senza le sue robe e il suo denaro e tutto andrà a profitto dell'innocenza, della giustizia. Ma mi accorgo che l'altro, il galantuomo, l'orologio lo sistema bene al taschino del proprio gilet, gli anelli alle dita, il portafogli se lo mette in tasca, accende un mezzo sigaro e senza occuparsi di nessuno si ficca ali' osteria. Voi che siete rimasti lì come tanti coglioni vi date a far congetture e raffronti sul primo e sul secondo, io, pure avendo ripresa in fretta la mia strada ... vi confesso ... che una bella doccia l'ho avuta anch'io. Disarmare. Come non vi è passato subito per la mente? perché non lo avete fatto? Oh! ingenui! incauti! inesperti! Disarmare dentro ventiquattro ore, rispondere così alla sfida, far cadere d'un colpo dalle mani del nemico l'arma ch'egli aveva tanto bene affilata contro di voi. Invece vi abbiamo visti correre incontro l'aggressore collo stesso suo spirito, gli stessi cannoni puntati, uguali baionette innestate, e legalizzare, sanzionare in gran fretta l'aggressione. Oh! incoscienti, sconsiderati! Avete fatto dunque il suo gioco, quello eh' egli voleva faceste perfettamente. L'aggressione non esiste più ora, noi passiamo ad assistere ad una partita d'onore fra due avversari, così dispari materialmente, e moralmente peggio che mai, un gentiluomo che scambia la propria carta da visita con un bandito, con un uomo della macchia, ora non siete più bandito e un gentiluomo, ma o tutti e due l'uno, o tutti e due l'altro. Non sono essi una schiatta di volgari assassini come bene mi dite? Dunque avanti, vediamoli all'opera. Noi siamo al nostro posto di tutti i giorni, nelle case, per i campi, nelle officine, facciamo precisamente i fatti nostri come ieri, come sempre, vengano pure coi mortai, gas, aeroplani e il resto del loro bagaglio, ci dovranno uccidere uno per uno, scannare tutti uno alla volta, nel lavoro o nel riposo, questo è quello eh' essi debbono fare, quello che il loro imperatore comanda. Si doveva disarmare e che i bravi cittadini se la cavassero come meglio credevano, ed imparassero davvero a odiare il nemico. Avete contati venti milioni di soldati? Ne avreste contati duecento, quattrocento milioni, voi non sareste stati capaci di contarli più assicuratevi, non il vestito li avrebbe uniti, ma uno stesso spirito, uno stesso santo sdegno! E non ci sarebbero stati nemmeno gli imboscati. Siete per il cannone? Benissimo, ne avreste avuto uno fuori della finestra sicuramente, oh! vi sareste rovinati volentieri la posizione per procurarvelo. L'altro è per il pugnale, un altro ancora per il trabocchetto, avreste lavorato la notte colla febbre addosso per prepararne uno a dovere sulla porta o per le scale della vostra casa. Avanti gli assassini! Il fronte si sarebbe un po' allungato, e dei loro piani avrebbero potuto giovarsene ... per qualche altro servizio. Con quale cuore correste incontro al nemico che sapevate formidabile? Non ch'egli amasse più o meno di voi la guerra, ben inteso, ma era il mezzo che aveva ritenuto adatto per schiacciarvi, per le sue qualità fisiche, la grandiosità delle sue officine, la ricchezza di ferro e di carbone, aveva scelto quel mezzo lì, sapeva che avreste ingenuamente accettato per vostra sola bontà per unico spirito di sacrificio, e in quello si era addestrato reso formidabile terribile. E voi gli siete andati incontro così... colla sola grande voglia di dargli una giusta punizione, deboli e impreparati, quasi inermi, non è vero? Incerti sulla fedeltà dei non pochi che erano con voi ... proprio perché il suo colpo potesse riuscire ...Ma allora, secondo voi, se domani mi capita addosso un uomo enorme, un atleta coi pugni tesi per massacrarmi senza una ragione al mondo, io dovrei essere tanto citrullo da mostrargli i miei pugni, piccolini e inesercitati, per dargli ragione di cominciare. Io invece nascondo lesto lesto le mie brave manine in tasca e me ne sto fermo stecchito, guardando sotto se nulla ci sia da inventare per la circostanza. Guai se non avrà dato subito il primo colpo! Mi darò a piangere, saprò 7
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