Linea d'ombra - anno X - n. 75 - ottobre 1992

ULISSE E ALTRE POESIE Paul Durcan a cura di Roberto Bertoni e Giovanni Pillonca Tra realtà e sogno, tra passato e presente, si muove con agilità lessicale, stilistica e tematica Paul Durcan, voce irlandese politicamente impegnata e ormai nota internazionalmente. Fin dalla prima raccolta, O Westport in the Light of Asia Minor (1975), si entra in un mondo di contrasti dove il qui e ora dell'Irlanda è trasposto con improvvisi scarti semantici nel campo del surreale, distorto, straniato e reso al lettore con urgente e partecipata pregnanza. L'attualità non è solo la sotterranea guerra in corso nell'Irlanda del Nord, ma anche la vita quotidiana, a volte d'ambito semplicemente locale o domestico. I crudi fatti di cronaca, i grandi temi di interesse nazionale (contraccezione e aborto, divorzio, accordo angloirlandese) sono focalizzati nei punti più dolenti e controversi. Durcan assume il ruolo di pubblico commentatore, senza peraltro sottrarsi a problematiche personali, senza temere di mettere a nudo innanzi tutto se stesso. Figura ricorrente, soprattutto nelle prime raccolte, è Nessa, la ex moglie. Con ironia, Durcan rende l'impietoso diagramma di questo rapporto, dall'innamoramento: La incontrai il primo d'agosto All'hotel Shangri-La, Mi prese con l'indice E mi gettò nel suo pozzo. E fu un vortice, un vortice, E quasi annegai. al distacco e al rimpianto: Dal mio trespolo urlo ancora le tue lodi E dalla lontananza grido il tuo nome. Il valore di questa presenza trascende naturalmente la storia privata, personale, per allargarsi a motivo simbolico. La sensualità e la femminilità di Nessa sono rappresentate provocatoriamente contro il perbenismo ipocrita e un malinteso senso della religiosità e dell'amore. Nella repressione sessuale e nel conformismo, Durcan individua le remore tenaci di una tradizione da riformare, contro la quale indirizza la sua forza polemica. Il posto che la donna occupa nei versi di Durcan è simile a quello tratteggiato da Sean O'Casey nella trilogia- Ilfalso repubblicano, luno e il pavone, L'aratro e le stelle:- ed è determinato dalla primitiva e irrazionale ammirazione che la femminilità suscita come simbolo di vita e di libertà, in antitesi a qualsiasi forma di potere e di violenza. Si tratti della moglie, anche dopo il divorzio, o della ragazza incontrata per caso nel parco di St. Stephen's Green che ricorda da vicino la ragazza incontrata da Dedalus sulla spiaggia di Sandymount nel joyceanoRitratto dell'artista da giovane, e che spinge il poeta a confessare il suo personale e originalissimo desiderio: Con MacDara mi trovai a seguire Una ragazza in un leggero abito estivo. Se noi camminavamo, lei fendeva Le chiare acque del cotone della veste E io pensavo: a scegliere ora, sarei nato donna - Invece sono appeso a una nube chiamata intelletto. Anche nudo il mio corpo sarebbe una scorza ingombrante. O anima fortunata che passeggi ancheggiando per il parco. Questa sensibilità, coniugata a un'ossessiva e tormentata curiosità, porta Durcan ad affrontare con occhi nuovi temi quali il rapporto di odioamore nei confronti del padre, crocevia strutturale dell'ambivalenza del sentimento che più di altri, nel primo Novecento, Synge e Joyce esaminarono e rappresentarono. Si tratta di un motivo che punteggia tutta la produzione di Durcan; da Sam's Cross (1978), in cui sono palesi la contestazione e il rifiuto Non sono io a nascondermi a mio padre tra gli alberi è lui che si nasconde tra gli alberi e attende in agguato che lasci il chiaro sentiero per andare alla fonte. Questo è la poesia, una cosa naturale. alla penultima raccolta, GoingHome to Russia ( 1987),in cui il padre, alto magistrato cui tocca la pesante condanna di avere un figlio poeta, diventa quasi nume tutelare, poeta sui generis: Avevi sempre una storia per ogni pietra miliare, Una saga per ogni toponimo - L'insegna del Bovril, l'orologio del Ballast, la Grande pietra - E così, da bambino, da adolescente mi sono trasformato in te. Il rapporto con il padre costituisce il rapporto centrale del suo ultimo libro, Daddy, Daddy (1990) dove Durcan affina il suo rapporto stilistico,caratterizzato da rotture degli schemi metrici tradizionali e commistioni di generi letterari affidate a un ritmo parlato, ali' interazione di sintagmi chiave, all'andamento narrativo e talvolta di ballata più che ad assonanze, rime e versificazione classica. Due delle poesie della raccolta, "The Centre of the Universe" e "Nights in the Garden of Clare", sono state musicate: la prima per la London Chamber Orchestra e la seconda per un Oratorio di Mfchaél O'Suilleabhain, musicista sperimentale irlandese che compone su basi tradizionali. Non è insolito sentire Durcan cantilenare o cantare i propri testi e assegnare così ad essi una fluida, musicale scioltezza, che si converte in registro di prosa standard nelle letture recitate con modulazione comune. L'effetto di prosa narrativa deriva sia dall'atteggiamento ambivalente di accettazione e diffidenza di Durcan rispetto al lirismo, sia dal tono di "cantastorie" scelto da questo scrittore memore delle lunghe arie folk irlandesi, che narrano episodi storici o vicende quotidiane su un fondo scarno di note base, ma ricco di variazioni strumentali vivaci. Effetto che, se da una parte conferisce ai suoi testi leggibilità, diffusione e apparente semplicità, maschera dall'altra coesistenti strati colti e riferimenti intertestuali. Poco sopra, si accennava a Synge, Joyce e O'Casey. Indebitato nei confronti dei linguaggi visivi è il qui tradotto "Hommage àCézanne" mentre si avverte la presenza di Beckett, o in ogni caso dell"'assurdo" dietro componimenti come "Tullamore Poetry Recital" (anch'esso qui tradotto) o in altri testi, ad esempio, "Stellar Manipulator", ove il poeta spiega di aver ottenuto un bizzarro impiego di "manipolatore stellare" presso il planetario di Londra. Con la sua storia personale e nel percorso poetico, Durcan incarna molte delle sofferenze dell'Irlanda contemporanea, ma anche il desiderio di uscire da vecchie trappole. La questione del Nord gli sta a cuore, vi ritorna con insistenza, condannando la violenza, ma anche ricercando le cause del conflitto nei comportamenti quotidiani e negli atteggiamenti culturali dei cattolici e dei protestanti, sia al Nord che al Sud: Erano marziani i protestanti, Anni luce più bizzarri Di creature zoologiche; Ma presto sarebbero scomparsi Dato che era una specie in via d'estinzione. Non ci sarebbero stati più protestanti 85

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