UNA SOCIETÀ FONDATA SULLA RAGIONE Incontro con Franco Venturi a cura di Federico folli Figlio dei lumi, incessante maestro di dubbi e seminatore di inquietudini, Franco Venturi (Roma 1914) si forma intellettualmente e politicamente nell'età delle dittature moderne, lottando con l'azione e con il pensiero contro di esse. In Gaetano Salvemini e Carlo Rosselli, nel movimento di Giustizia e Libertà trova l'incitamento allo studio dell 'illuminismo europeo e alla storia delle idee liberali e socialiste. Esule sotto il fascismo accanto al padre Lionello, studia in Francia alla Sorbona. A venticinque anni pubblica la sua prima opera importante, La jeunesse de Diderot (Skira) apparsa in italiano solo nel 1988 (Sellerio ). Durante gli anni della guerra è prigioniero in Spagna, poi mandato al confino in Italia. Dal settembre del '43 all'aprile del '45 è partigiano nelle formazioni di Giustizia e Libertà. Nel '46 pubblica Le origini dell'Enciclopedia. Dal '47 al '50 è addetto culturale all'ambasciata italiana a Mosca (in quegli anni maturerà il saggio dedicato a Il populismorusso, Einaudi 1952). Nel 1958 è ordinario di storia moderna alla facoltà di lettere all'università di Torino. Della sua ricchissima bibliografia va ricordata la monumentale ricerca sul Settecento riformatore (Einaudi 1969-1990), che consta di più di tremila pagine e che è nei progetti dell'autore portare alle cinquemila. L'intervista che segue è stata fatta per la Radiotelevisione di Lugano, che ringraziamo per averci concesso di riprodurla. Essa è statari vista e corretta dal professor Venturi. Professor Venturi, la Rivoluzione Francese ha fatto duecent' anni. Mi pare dipoter credere che a lei delle celebrazioni e del rituale che le accompagna non interessi molto. Sono contrario a questa celebrazione in Italia, che è cosa storicamente artificiale. Nel 1789 in Italia non è accaduto nulla. Soltanto con il 1792 per la Savoia e poi con il '96 per l'Italia del Sud, la Rivoluzione Francese entrerà in contatto diretto con l'Italia. In genere sono contrario a tutte queste celebrazioni che si susseguono per ragioni puramente cronologiche. Sarà perché ho vissuto tre o quattro anni in una Russia Sovietica in cui il 132° anniversario della nascita di un qualche autore assolutamente sconosciuto diventava la ragione per perseguitare ogni volta con le medesime idee i poveri lettori. Sono convinto che questa specie di rituale cronologico sia un errore. Dobbiamo pensare al passato per problemi e non per date. Cosa ne pensa allora della lite fra socialisti e comunisti, che vorrebbero essere entrambi gli unici.figlidella Rivoluzione Francese in Italia? 'Mi pare cosa assolutamente incredibile. E mi sembra derivare da un insufficiente interesse per l'illuminismo settecentesco. A Beccaria e a Verri. E poi io sono convinto che è la riflessione storica che deve dare il la a una visione nuova dei fenomeni del passato, tra cui anche la Rivoluzione Francese. È così che nascono i grandi libri di storia. Prendiamo quello pubblicato nel '27 da Benedetto Croce sulla storia d'Italia, è un esempio non perché nel 1927 fosse successo qualcosa di particolarmente importante nella cronologia della storia d'Italia, ma perché il fascismo e la crisi della cultura italiana e della vita politica italiana nel loro complesso portavano un uomo come Benedetto Croce a riflettere sopra problemi generali. Vediamo invece quanto poco è studiata in Italia la storia del Risorgimento, che sarebbe molto più giusto studiare che non Foto di Basso Cannarsa (Archivio Giovannetti). i nostri rapporti con la Rivoluzione Francese. Che la storiografia italiana sia stata capace nella persona di Rosario Romeo di dare un ottimo libro su Cavour mi fa grande piacere; ma che la storiografia italiana non sia ancora stata capace di darci un grande libro su Mazzini ... !Se oggi uno studente chiede un libro su Mazzini, possiamo dargli una immensa bibliografia, ma temo che per un I ibro d'assieme si debba ricorrere a Bolton King, a libri che hanno, ma esagero, quasi cent'anni di vita ... Sarebbe molto giusto che in Italia si ripensasse semmai al rapporto tra la Rivoluzione Francese e il Risorgimento italiano. Lei è definito da molti come lo storico di "prima delle rivoluzioni". Cioè, prima della Rivoluzione Francese con il Settecento riformatore, prima della Rivoluzione Russa con il Populismo russo. A lei interessano soprattutto ifermenti iniziali. C'era un mio amico, oggi scomparso, che si chiamava Paolo Serini - ha scritto su Pascal ecc. ed era un ottimo collaboratore della Einaudi - che se la prendeva sempre con me dicendo: "Tu sarai sempre aurorale; poi, finita l'aurora, te ne vai a spasso!" lo sono effettivamente convinto che il problema è, come credo sia per le cose che ho studiato, il populismo russo e l'illuminismo europeo, quello di sapere come queste cose hanno potuto influire in un mondo ostile, come questi intellettuali hanno potuto vivere e agire in un mondo che li ha perseguitati. C'è sempre, io credo, un momento di lotta iniziale. Forse è una mia giustificazione, e non vorrei giustificarmi troppo... e infatti è vero che le persone riuscite, le persone già completamente sedute e tranquille, senza più dubbi, non mi piacciono molto. E debbo dire, per esempio, con tutto il rispetto che posso e debbo conservare per Croce e per i crociani, che aveva ragione Arnaldo Momigliano, grande mio amico e grande maestro, che effettivamente il difetto principale del crocianesimo in Italia era di fabbricare uomini contenti e soddisfatti. Lei è.figlio di Lionello Venturi, uno storico dell'arte che, tra l'altro, ha introdotto in Italia l'arte contemporanea del Nove63
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