SCIENZA/MOORE Il futuro dell'umanità è troppo importante per lasciarlo agli scienziati della natura - vecchi o nuovi che siano. Darwin capì ciò che essa comportava dopo il viaggio sul Beag le nel 1837, al suo ritorno a Londra, vedendo i democratici e i repubblicani che agitavano ancora una volta la bandiera del cambiamento sociale e del progresso. Dovette inghiottire amaro, tenere taccuini segreti e stare attento a come si muoveva. Era un giovane ai primi passi, destinato a una posizione rispettabile. L'ultima cosa che avrebbe osato fare era saltar fuori con le sue teorie sull'evoluzione. Ci fu così una transizione dalla fine del XVIII secolo alla metà del XIX, seguita da una crisi negli anni Quaranta, con la mania delle ferrovie e la conseguente rovina. Che cosa dovevano fare le persone che avevano pensato di poter vivere di rendita? Che spazio c'era per coloro che volevano guadagnarsi da vivere facendo gli scienziati? Si doveva creare qualche spazio per questi giovani ambiziosi - non Darwin, che aveva un capitale alle spalle, ma per esempio Thomas Huxley. Che posto avrebbero avuto uomini come lui nella società del Crystal Palace? Quando finalmente, nel 1859, Darwin diede alle stampe L'origine delle specie, la sua reputazione, certi aspetti della sua teoria e l'enorme massa di prove servirono ad aprire la strada a questi giovani che dovevano diventare la borghesia professionista. È sorprendente quanto poco di ciò che Darwin stesso considerava realmente scientifico venne ripreso da Huxley. Darwin ebbe sempre timore di essere frainteso da questo giovane arrabbiato e in fondo Huxley, il suo più famoso sostenitore, non accettò mai davvero la teoria darwiniana della selezione naturale - il giudizio su questo punto era ancora sospeso. Mal' evoluzione, proprio come avevano detto i radicali cinquant'anni prima, era vera perché su di essa si basava il progresso sociale - progresso per gli scienziati e per i loro seguaci. Questa non era una "rivoluzione scientifica" - era solo una congiura di palazzo. Molte persone hanno imparato a scuola che Darwin scoprì l'evoluzione e poi, come in una nota a piè di pagina, che ci furono alcuni precursori come Erasmus Darwin e Lamarck. La maggior parte delle persone crede che fino alla metà dell'Ottocento tutti pensassero che il mondo era stato creato come narra la Genesi. Il materiale sugli evoluzionisti radicali da voi proposto è affascinante, perché mostra come queste persone lottassero per un approccio scientifico contro la Chiesa, benché su presupposti sbagliati. La gente crede da migliaia di anni che le specie siano apparse naturalmente, senza alcun intervento divino. Nel XIX secolo la spiegazione più importante prima di quella darwiniana fu offerta dal philosophe francese Jean-Baptiste Lamarck. Egli era un materialista, credeva in un dio assenteista, e forse era addirittura ateo. Rappresentava tutto ciò contro cui lottavano la borghesia e la nobiltà anglicane. Lamarck credeva che la vita sgorgasse dal basso, da atomi di vita generati spontaneamente fino all'uomo. La natura era uno scalatore che andava verso l'alto. E questo accadeva perché gli animali durante la vita si perfezionavano - muscoli più grandi grazie all'esercizio, cervelli migliori eccetera - e i loro figli ereditavano queste qualità. Questo era automatico, doveva essere così. Questa ipotesi prometteva grandi cose a coloro che volevano credere che la società sarebbe cambiata irresistibilmente. Per esempio, man mano che i lavoratori acquisivano cultura avrebbero smesso di essere lavoratori e sarebbero diventati qualcosa di meglio. Era un'evoluzione auto-generantesi ed era l'opposto dell'idea anglicana secondo cui tutti i cambiamenti nella società venivano dall'alto, cioè in ultima istanza da dio attraverso i suoi preti e ministri. Lamarck rappresentava quindi il cambiamento dal basso, il rovesciamento delle monarchie per diritto divino e della divinità stessa. Negli anni Trenta questa teoria evolutiva era diffusa presso l'uomo della strada, la si trovava sulla stampa popolare. Quando Darwin incominciò a riflettere sull'evoluzione, giunse a scrivere in uno dei suoi primi taccuini: "L'amore di Dio è conseguenza dell'organizzazione". In altre parole, il nostro corpo produce concretamente il pensiero della divinità. Poi si rimprovera: "Oh, materialista!". Egli nei suoi taccuini elaborò ben presto una strategia per nascondere le conseguenze delle sue idee. Pochi mesi dopo scoprì il meccanismo su cui si basava il cambiamento. Non il progresso auto-generantesi, dal basso, di Lamarck, ma la teoria della popolazione del reverendo Thomas Malthus, che era il baluardo degli ospizi e un punto fermo della politica liberale. Essa affermava che c'erano sempre troppe bocche da sfamare e cibo insufficiente, per cui la lotta per l'esistenza era inevitabile a meno che i lavoratori riducessero le loro richieste salariali ed esercitassero la continenza sessuale. Questa teoria si adattava perfettamente agli intellettuali della borghesia industriale. Essi erano malthusiani anche prima che Darwin comprendesse che la natura doveva funzionare nello stesso modo: il progresso nasce dalla lotta, secondo la legge della popolazione, non solo nella società capitalista, ma anche tra gli animali e le piante, che non possono esercitare la continenza sessuale. Ma non è un progresso inevitabile. Le cose possono regredire, possono anche peggiorare. Darwin quindi non era promettente quanto i teorici più radicali. La sua evoluzione ammetteva l'idea che Dio l'avesse programmata. Malthus stesso dopo tutto era un parroco. Eppure negli anni Quaranta Darwin sapeva che se avesse reso pubblica la sua versione borghese e rispettabile di come cambia la vita organica sarebbe stato strigliato con le stesse spazzole degli estremisti. Chinò la testa, si trasferì da Londra in una parrocchia di campagna e divenne disperatamente e ansiosamente malato. In tutto questo, però, vi sono dei problemi anche per la sinistra. Tradizionalmente, noi abbiamo adorato Darwin come tutti gli altri. Egli è uno dei nostri salvatori, ci ha portato dalla superstizione alla modernità scientifica. Mostrare le origini di classe di una teoria oggi accettata potrebbe suggerire che la teoria di Darwin non è più vera della falsa idea francese secondo cui i progressi degli esseri viventi sarebbero ereditari. Questo è inaccettabile. Innanzitutto vi sono luoghi, come gli Stati Uniti centrali, in cui le idee di Darwin sono state accettate pienamente solo dopo cento anni. Soprattutto, la teoria si era appena sviluppata che fu sottoposta a ogni sorta di pressioni e deformazioni - il darwinismo sociale eccetera. 61
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