Linea d'ombra - anno X - n. 75 - ottobre 1992

SCIINZA/MOORI Che cosa vi ha portato all'affermazione più discussa del libro, sicuramente da destra, secondo cui Darwin ha tenuto segrete per tanto tempo le sue scoperte a causa del sostegno che temeva che esse avrebbero dato ai settori più radicali della società? Ci sono molti problemi irrisolti a proposito di Darwin. Uno è la sua salute notoriamente malferma. Egli fu malatissimo per circa metà della sua vita. Un altro è il fatto che abbia ritardato per vent'anni la pubblicazione della sua fondamentale teoria del1'evoluzione attraverso la selezione naturale. C'è una spiegazione logica? Io l'ho sempre creduto. Dieci anni fa ho scritto un saggio in cui analizzavo il tipo di vita che Darwin conduceva per capire se quel tipo di vita - da chierico naturalista, in una vecchia parrocchia di campagna del Kent - potesse aver qualche cosa a che fare con le tensioni da lui provate mentre l'Inghilterra si dibatteva di crisi in crisi negli anni Trenta e Quaranta del secolo scorso. Fu allargando la mia prospettiva sulla base di quanto aveva scritto Adrian nel suo bellissimo The Politics of Evolution che arrivammo a vedere Darwin come il perfetto borghese, pietrificato nella sua rispettabilità. La nostra ipotesi che sia il ritardo che la sua malattia fossero causati dai suoi timori per l'accoglienza che avrebbe avuto la sua teoria è meno controversa a destra di quanto lo sia presso persone che si definiscono liberali e pensano che il ritardo di Darwin avesse ragioni strettamente scientifiche e la sua malattia ragioni strettamente mediche. Lasciate che siano i medici, dicono in molti, a spiegare i persistenti attacchi di vomito e di emicrania di Darwin; lasciate che siano i filosofi della scienza a spiegare perché erano necessari sempre nuovi dati di fatto per confermare la sua teoria. In questo modo Darwin diventa il modello del moderno ricercatore, oggettivo, distaccato, al di sopra delle parti, che indaga scrupolosamente i dati di fatto. Tragicamente, quindi, questo grand'uomo era sofferente - forse a causa di un difetto genetico, forse per una malattia contratta durante il viaggio sul Beagle. Noi sosteniamo che è possibile interpretare Darwin in questo modo solo se si ignora la storia politica e sociale della sua epoca. Sul "New Scientist" c'è una recensione al vostro libro - piuttosto favorevole - che afferma che questo approccio è sbagliato, Il recensore dice che sarebbe più o meno come scrivere una sua biografia tenendo conto della Guerra del Golfo o dei disordini di Newcastle. Noi diremmo che, anche se i personaggi non sono dei politici, la società e la politica influiscono sulla loro vita. Non possono essere ermeticamente separati dagli eventi che li circondano. Nel 1850 Darwin e sua moglie avevano proprietà che, in valuta odierna, ammonterebbero a più di due milioni di sterline. Prendiamo ora un uomo di questa classe sociale, che vive delle sue rendite, e collochiamolo in una società minacciata da cambiamenti rivoluzionari dal basso, in un mondo che - come si vede dalle rivoluzioni del 1848 - sta crollando. Naturalmente sarà preoccupato. Perché lei crede che Darwin accarezzasse l'idea di emigrare in Australia? Perché l'Australia era esclusa 60 dall'incertezza economica e dai tumulti politici dell'Europa. Tutto torna, se lo si osserva da una prospettiva socio-politica. I primi capitoli del vostro libro mostrano come interi settori dell'alta borghesia, da posizioni illuministe piuttosto radicali, ritornassero alla Chiesa d'Inghilterra. Questo rientra nel quadro generale, spiega come Darwin scegliesse la biologia per mostrare le meraviglie di Dio all'opera, finendo per scoprire cose che minavano questa certezza. Anche accettando quanto dichiara il "New Scientist", cioè che Darwin non abbia mai parlato del Cartismo, egli deve essere rimasto influenzato dall'atmosfera del periodo. Certamente. Ma Darwin non ha mai parlato di un sacco di cose. Non ha mai parlato di andare in bagno, ma possiamo essere certi che ciò faceva parte della sua vita. Non ha mai detto niente neanche dell'Esposizione Uni versale del 1851, ma essa, come il Cartismo, ebbe un enorme impatto sull'opinione pubblica dell'Inghilterra vittoriana. Darwin avrebbe dovuto essere sordo e cieco per non accorgersi di queste cose. Ed essendo ricco, sarebbe stato uno sciocco se non si fosse preoccupato del Cartismo. E non era affatto uno sciocco. È compito dello storico rendere eloquente il silenzio. Noi tutti lo facciamo in continuazione, altrimenti dovremmo abbandonare ogni speranza di narrare la storia. · Darwin viene da un background liberale, ma è molto ricco. La sua famiglia è anti-schiavista, a favore delle riforme e così via - ma l'aumento della militanza dei lavoratori li allontana dalle idee più radicali. La differenza di classe è più forte dell'esigenza di maggiore democrazia ed essi diventano più conservatori. Le ceramiche Wedgwood, a cui la famiglia di Darwin era molto legata - sua madre era una Wedgwood- attraversarono una crisi durante le guerre napoleoniche. Con il crollo delle ordinazioni dovuto alla Rivoluzione francese, molti dei vecchi radicali Unitaristi si rivolsero alla Chiesa d'Inghilterra. Le cose andavano economicamente piuttosto male, il che in un certo senso spiega la reazione. Era necessario un controllo religioso molto maggiore. Così il radicalismo degli oppositori delle Midlands, come il nonno di Charles Darwin, Erasmus, si trasformò rapidamente in una sorta di anglicanesimo moderato e tinto di evangelismo. Il padre di Charles, il dottor Robert Darwin, un libero pensatore proprietario di milioni di sterline attuali, decise di far entrare nella Chiesa d'Inghilterra il suo secondogenito, privo di attitudini ben definite. Era una carriera tutto sommato rispettabile, non richiedeva una forte convinzione religiosa e un giorno il giovane Charles avrebbe avuto un patrimonio di cui vivere. Darwin perciò partecipa a questa'reazione all'ultimo decennio del Settecento, ne respira l'atmosfera a Cambridge. A Cambridge c'erano dei liberali, che si impegnavano per un po' più di democrazia borghese, e Darwin era tra questi. Era un ambiente terribilmente confortevole - ma non per chi credeva che le specie cambiassero e l'umanità fosse imparentata con le scimmie. Questa era una dottrina abbrutente e blasfema.

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