malthusiano della campagna. L'incremento della popolazione contadina fa salire gli affitti e dividere ulteriormente gli appezzamenti di terreno, e provocando la crisi dei mezzi di sostentamento porta a una diminuzione della popolazione e alla concentrazione territoriale che poi causa un ulteriore aumento dei prezzi e della popolazione che a sua volta si trova a fronteggiare gli stessi problemi di prima. Il risultato, sosteneva Le Roy Ladurie, era un sistema "omeostatico" la cui ferrea imposizione gravava sulla crescita dell'economia precapitalistica. Riscontrato nella Languedoc tra la fine del XV secolo e metà del XVIII, questo modello venne poi esteso a tutta l'Europa occidentale, senza più distinguere, almeno in via di principio, l'esperienza propria della Francia. A una simile visione storica un altro annaliste in seguito opporrà un fenomeno ancora più singolare e squisitamente francese. Pierre Chaunu centrò l'attenzione sul precoce ricorso alla contraccezione nelle campagne durante il XVIII secolo, un controllo delle nascite che non assumeva più la forma "ascetica" del matrimonio tardivo, tradizionale nell'apice negativo del ciclo malthusiano, bensì una nuova forma "edonistica", con scandalo dei predicatori contemporanei per le saute de l'ange nel talamo nuziale. Come notava Braudel, a questo punto era successo qualcosa di eccezionale, un modello di comportamento sessuale che distingueva la Francia dal resto dell'Europa, e che ha avuto come risultato una minore crescita della popolazione nel XIX secolo. Quali furono le cause? Braudel suggerisce una combinazione tra la tradizionale densità rurale e un neo-scetticismo morale, effetto posteriore di una singolare scarsa diffusione in Francia sia della Riforma sia della Controriforma. La versione di Chaunu è invece SAGGI/ ANDERSON più sensazionalistica: la miccia esplosiva della "rivoluzione contro la vita" risiederebbe infatti nell'iperindividualismo dei piccoli proprietari in una campagna sovraffollata, e si sarebbe improvvi- · samente innescata dopo la rottura con la religione tradizionale nell'ultimo decennio del XVIII secolo. In entrambi i casi però non ci sono dubbi che la stabilità dell'economia agricola francese fino al tramonto della Terza Repubblica fu assicurata da un'autoregolamentazione biologica unica nel suo genere; e se esisteva un compromesso strutturale che più di ogni altro definiva questa caratteristica della moderna società francese, era proprio la configurazione che in termini weberiani si potrebbe chiamare produzione secondo la tradizione e riproduzione razionalizzata. Che ne è stato di tutto questo dopo la Seconda Guerra Mondiale? Per circa due decenni dopo il 1945 la Francia sconfessò il suo passato e sperimentò alti tassi di nascita- un impulso che Chaunu attribuisce ali' autoeliminazione "suicida" della maggioranza laica negli anni tra le due guerre, quando due quinti degli adulti francesi dava alla luce non più di un bambino su dieci, mentre una minoranza (quasi interamente cattolica) di circa un tredicesimo procreava un bambino su quattro. Questo miracoloso capovolgimento, come lo vede Chaunu, non durò molto. Verso gli anni Settanta anche il credente venne confuso dalla "morte bianca" dei tassi negativi della riproduzione, ma allora si trattava di una generale tendenza catastrofica dell'occidente, cui la Francia si era in un certo senso adeguata. Nel frattempo, nelle campagne, i contadini venivano allontanati da quello che Braudel chiama "un diluvio universale che Bloch non si sarebbe mai immaginato", e la modernizzazione finì con il travolgere il vecchio ordinamento rurale lasciando all'agricoltura solo il sette per cento della forza lavoro. "Lo spettacolo dominante nella Francia del passato, e ancora più in quella odierna, è il collasso della società contadina", un modo di vivere equilibrato, per così lungo tempo basato sulle proprie virtù: lavoro duro, saggezza pratica, pochi comfort. Benché occasionalmente egli suggerisca che queste virtù possono sopravvivere nelle piccole città dove ancora abita la metà dei francesi, il libro di Braudel si chiude con una nota di rimpianto per la frana che ha sepolto il mondo paesano della sua infanzia. Il senso della perdita è attenuato dalla dottrina stoica che lo differenzia tanto dai marxisti quanto dai liberali: "Gli uomini difficilmente sono artefici della propria storia, è invece la storia a fare loro, assolvendoli per di più da ogni colpa". La conclusione dell'opera però non può che mettere in discussione il proprio titolo: se il complesso storico più caratteristico della Francia moderna è venuto a mancare, dell'identità del paese che cosa rimane? Adeguandosi ai modelli standard di produzione e riproduzione da paese capitalista avanzato, la Francia non ha finito con il perdere quel lume che Braudel stava cercando? La risposta è naturalmente che ciò che differenzia un paese dall'altro non è solo il suo ordinamento sociale, ma la cultura. Anche se i due ambiti non sono mai indipendenti, esiste una vasta gamma .dipossibili relazioni tra di essi. A un estremo il sistema di casta hindu che, specificando per ogni incombenza nella divisione del lavoro ruoli d'origine divina e ereditari, potrebbe potenzialmente far coincidere i due aspetti. All'altro estremo le moderne società capitalistiche, assimilabili tra loro per quanto riguarda le caratteristiche strutturali - come la distribuzione della forza 51
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