FrançoisDuvalierIda Le rivoluzionioggi, Fabbri 1973). ignobile che qui: la protezione delle tasche di pochi farabutti- le tasche di Garcia Jacques, del colonnello Athi, del colonnello Desirè, dei capi del Ton Ton Macoute, della polizia e della guardia presidenziale. E al centro della scena, naturalmente, con lo smoking nero, gli occhiali pesanti, la camminata zoppicante e la parlata strascicata; l'assurdo e crudele Dottore" (Doc Duvalier, n.d.t.)] A "The Times", 12 gennaio 1970 II massacro di Haiti I metodi di guerra americani sono contagiosi e non sorprende trovarli imitati ad Haiti dal Presidente Duvalier a cui, guarda caso, Nelson Rockfeller rese una visita di cortesia l'anno scorso in qualità di portavoce di Nixon. E, proprio l'anno scorso, un massacro molto simile alla tragedia di Pinkville (May Lay) fu compiuto a Cap Haitien, la località ben nota ai turisti per le rovine della cittadella e per il palazzo di Sans Souci. Per rendere Haiti di nuovo rispettabile agli occhi dei turisti americani Papa Doc si è messo ad uccidere i cosiddetti comunisti. Ha rivendicato di averne uccisi durate l'estate ottantacinque nella sola zona di Port-au-Prince, un successo che si crede egli debba all'assistenza della CIA. Il massacro di maggio a Cap Haitien fu diretto tanto accuratamente dal colonnello Jean Beauboeuf che solo di recente la notizia ha raggiunto il mondo esterno. Dopo aver SAGGI/GRHNI ucciso chiunque a Cap Haitien fosse sospettato di simpatie per la sinistra, i Tonton proseguirono con un piano di "bonifica" dei ghetti mitragliando indiscriminatamente gli abitanti del quartiere povero di La Fossette: uomini, donne e bambini. Non si saprà mai il numero dei morti poiché, a differenza dei coscritti americani, è improbabile che i Tonton soffrano di cattiva coscienza; la stampa mondiale è occupata altrove e i vertici americani potrebbero difficilmente disapprovare l'adulazione implicita nell'imitazione. [Il 16gennaio Delmore Méhu, Incaricato d' Affari ali' Ambasciata di Haiti a Londra, scriveva: "... en toute simplicité je crois devoir signaler que cette déclaration (de Greene) est sans fondement. Le département du Nord est l'un des Bastions du Duvalierisme. Le Gouvernement Haitien a repoussé cinq invasions dans cette région grace au soutien tota! de la population. Le seul crime du Président Duvalier est d'avoir décidé avec convinction de faire une meilleure distribution des richesses du Pays". ("... molto semplicemente credo di dover segnalare che questa dichiarazione (di Greene) è senza fondamento. La regione del Nord è uno dei bastioni del Duvalierismo. Il governo di Haiti ha respinto cinque invasioni in questa regione grazie al sostegno totale della popolazione. Il solo crimine del Presidente Duvalier è di aver deciso con convinzione di realizzare una migliore distribuzione della ricchezza del paese.)" Tuttavia quel giorno stesso, sotto il titolo "Confermata l'accusa di massacro ad Haiti", "The Times" riferiva da Washington: "La lettera di Graham Greene sul presunto massacro di Haiti pubblicata lunedì ha comprensibilmente sollevato grande indignazione nei circoli inter-americani e provocato una certa agitazione al Dipartimento di Stato. Il paragone con il massacro di May Lai era gratuito, ma in effetti sembra che Greene non sia andato poi così lontano dal vero. Secondo un osservatore che era a Port-au-Prince in quel momento, la Centrai Intelligence Agency (CIA) non era coinvolta, ma molte persone sono state effettivamente uccise senza pietà nell'ambito di una campagna anticomunista durante la primavera dell'anno scorso. In un'occasione un gruppo di case fu circondato e distrutto mentre gli abitanti erano al loro interno; circa trenta persone furono uccise. L'ondata di violenza durò circa un mese e ci furono parecchi casi del genere. Nessuno di essi risultò grave come quello sopra citato ma in ciascuno furono uccise tre o quattro persone. Il numero totale delle vittime probabilmente ammontò a ottantacinque, come denunciato da Greene, ma dev'essere comunque stato altro."] A "The Times", 6 agosto 1969 II dilemma degli scrittori russi Sicuramente con la fuga di Kuznetzov un'inderogabile necessità di scelta si pone per quegli scrittori inglesi che come me sono stati regolarmente pubblicati in URSS. Non è una questione di guerra fredda o di scelta di uno schieramento ideologico: la politica americana nei confronti del Vietnam e di Cuba, della Repubblica Dominicana e di Haiti, può infatti essere in parte responsabile della mancanza di un volto umano in quello che ancora chiamiamo il "comunismo" sovietico. 45
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==