SAGGI/GREENI ancora sotto il controllo di Batista ad eccezione (un'eccezione piuttosto rilevante) della vasta regione orientale dove il possesso di Santiago era mantenuto solo con la forza militare ed il terrore e dove le truppe non erano in grado di addentrarsi sulle montagne e neppure di controllare efficacemente le strade di notte. A quell'epoca inoltre mi fu possibile noleggiare una macchina per attraversare vaste aree dell'isola - fino a Santa Clara, Trinidad e Cienfuegos - e solo una volta fummo fermati ad un posto di blocco militare nei dintorni della stessa Avana. Nell'ottobre del 1958 viceversa fu impossibile trovare un autista disposto tanto a portarmi a Trinidad che a Cienfuegos (il porto navale) per paura di agguati. In effetti nessun autista si sarebbe avventurato più in là della famosa località balneare di Varadero, a circa 80 miglia dall'Avana lungo l'autostrada principale. In Inghilterra noi avevamo avuto notizia unicamente del fallimento dello sciopero generale indetto da Castro qualche tempo prima. Evidentemente la censura di Batista non solo aveva impedito ai lettori dei quotidiani di sapere che già ad ottobre tre quarti dell'isola erano ormai sfuggiti di fatto al suo controllo ma era anche riuscita ad impedire che quest'informazione giungesse al nostro Ministero degli Esteri. Al "Daily Telegraph", 20 agosto 1964 Considerazioni morali sulla rapina al treno Punizioni comparate Faccio forse parte di una minoranza se provo ammirazione per l'abilità ed il coraggio che stanno dietro alla Grande Rapina al Treno? E, cosa ancor più importante, faccio forse parte di una minoranza se sono scandalizzato dalla crudeltà della sentenza: trent'anni per un furto coronato da successo a fronte di un ergastolo (dodici anni al massimo in pratica) per lo stupro e l'assassinio di un bambino? Se il nostro sistema giudiziario condanna un uomo a trent'anni per un'offesa contro la proprietà, non sorprende che alcuni di noi provino simpatia e solidarietà per il prigioniero che con ulteriore abilità e coraggio sfugge a una simile cond&nna. Esiste un'enorme quantità di scritti sulla vita carceraria nei paesi comunisti. Ma ora veniamo a sapere che nelle nostre prigioni obsolete e sovraffollate un uomo può subire la punizione della cella d'isolamento a tempo indeterminato, salvo un breve periodo quotidiano in cui resta distinto dagli altri prigionieri mediante un'uniforme che lo identifichi; e che dorme, sempre che ci riesca, in una cella con la luce sempre accesa, controllato ogni quindici minuti dai sorveglianti. Si prevede forse che questo trattamento debba continuare ininterrottamente per trent'anni a meno che il prigioniero non crolli e riveli dov'è nascosto il denaro rubato alla Midland Bank e alle altre banche? Tutto questo è molto simile ad una tortura allo scopo di estorcere informazioni e la tortura su mandato delle nostre banche suscita in me solidarietà ancor minore della tortura che abbia una motivazione ideologica. 44 A "Commonweal", 24 giugno 1966 Haiti "C'è ben poco che gli Stati Uniti possano fare, salvo che tirarsi fuori da questo pasticcio lavandosene le mani" (articolo di fondo su Haiti del 20 maggio). Ma possono farlo? Sono stati gli aiuti militari degli americani ad armare i Tonton Macoute con la vecchia scusa di difendere il mondo "libero" dal comunismo (dubito che ci potessero essere più di cinquanta comunisti ad Haiti). Non basteranno tutti i profumi di Arabia a lavare quella piccola macchia ... Considerate che "i programmi di aiuti alimentari e medici ... dovrebbero continuare ... anche se gran parte del cibo viene rubato e riven<:lutoprivatamente ...". Questo significa immaginarsi Haiti come una specie di corrotto paese occidentale, ma Haiti, se si esclude la classe di governo, è di una povertà inimmaginabile. Non c'è nessun mercato nero alimentare per i poveri: non hanno i soldi per pagare. Gli aiuti americani circolano in un giro chiuso di funzionari governativi. Senza questi aiuti i poveri non morirebbero certo di fame più velocemente, mentre i Tonton forse comincerebbero a vivere meno bene e ad avere dei ripensamenti. Ad uno straniero come me che conosce poco di Haiti o del Vietnam sembra inspiegabile che l'America voglia esportare miliardi di dollari cercando di puntellare un debole regime nel Vietnam contro la volontà del popolo, e non voglia invece spenderne quelle poche centinaia di migliaia necessarie a far fuori un tiranno la cui morte, in confronto a quella di Diem, potrebbe essere comprata in un magazzino da rigattiere. "Che cosa accadrebbe dopo?". Certo nulla che possa essere più orripilante del presente. [Vedi "La Repubblica dell'incubo" di Greene ("Sunday Telegraph", 29 settembre 1963): "Ci sono stati molti regimi del terrore nel corso della storia ... sicuramente mai il terrore ha avuto uno scopo più basso ed Hulton Deutsch Collection, Londra.
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