CONFRONTI è stato redatto dal mio compagno di allora Sascha Anderson, alias "David Menzer", proprio sulla nostra antologia di cui sopra. Non era certo necessario che scavassi in profondità, per giungere a capire il concetto fondamentale di letteratura preso a modello dagli organi statali del socialismo reale nella loro valutazione della produzione artistica di autrici e autori. L'articolo di Lenin Organizzazione di partito e letteratura di partito (1905) è nella Rdt in fin dei conti servito come testo scolastico. Esso fu considerato la fonte primaria del realismo socialista e ne costituì il metro per la prassi. Venne cioè a rappresentare il canone di ciò che la censura - impersonata dal signor Hoepcke al ministero della cultura, dalla signora Rackwitz e dal dipartimento culturale nel comitato centrale della Sed e, infine, dal signor professore Kurt Hager e dal Politburo, cioè, per chiudere il circolo, dal loro più meschino strumento, la Stasi - esigeva da uno scrittore. Ebbene sì, i compagni esigevano con Lenin la fine del- !' "individualismo anarchico-borghese", nella stampa in primo luogo, ma anche nell'editoria libraria, ogni qual volta si presupponeva che esso stesse alzando il capo. E quando Lenin aveva scritto nel suo articolo che si riferiva esclusivamente alla letteratura di partito al di fuori della quale ciascuno avrebbe senz'altro goduto della libe1tà "di scrivere e di parlare di ciò che più lo soddisfa, senza la minima restrizione", gli "organi competenti" all'epoca del socialismo reale interpretarono diversamente queste affermazioni, e, da un certo punto di vista, a ragione: non aveva forse diritto, il "cosiddetto" partito della classe operaia, dopo la "cosiddetta" vittoria della "cosiddetta" rivoluzione nel "primo stato proletario e contadino su suolo tedesco", non aveva forse diritto l'avanguardia del proletario, fedele alla propria immagine pubblica propagandata fino alla nausea, di includere nella letteratura di partito tutta la letteratura scritta nel suo stato? (Vi prego di scusare il ricorso al termine "cosiddetto" e alle virgolette. Ho fatto uso di entrambi sottintendendo un riferimento alle osservazioni di Victor Klemperer su questi aspetti della "Lingua Tertii Imperii".1) Se la letteratura nel socialismo non era socialista o di partito, non lo erano certo i suoi autori e le sue autrici e dunque sia questa letteratura, sia i suoi autori non avevano altra scelta che accettare di essere considerati, giudicati e trattati di conseguenza. Il destino della letteratura tedesca, specialmente della tarda letteratura della Rdt, ha avuto inizio a Mosca negli anni Trenta, come si può attualmente leggere ovunque. Oggi, infatti, sappiamo cosa accadde all'Hotel Lux, leggiamo, con qualche capello grigio in più, ciò che sapevamo, ma che, forse, non avevamo ritenuto possibile. Preferimmo non pensare, o per lo meno relegare in luoghi il più possibile remoti da noi, una tale miseria spirituale da parte degli intellettuali. Perché? Per poterci permettere di pronunciare ancora certi nomi, almeno nelle situazioni più gravi? Oppure di modo che, alla fine, potessimo ritenerci parte dell'élite che se non altro può sottrarsi all'azione, con cui altrimenti ci si potrebbe soltanto insozzare? No, questa immagine dell'intellettuale sarebbe troppo bella, troppo sublime per essere vera. E allora avanti, avanti procediamo con le sozzure, anche con quelle di un tempo che di diverso da quelle in cui navighiamo oggi, hanno solo il fatto che le precedono! A questo proposito vi invito a cercare nell'introduzione al libro Die Saeuberung (L'epurazione), edito da Reinhard Mueller nel 1991 e pubblicato da Rowohlt Verlag Reinbek (Amburgo), la nota in cui si dice: "Il saggio di Lenin Organizzazione di partito e letteratura di partito ... fu introdotto in modo programmatico nel 1924 nella rivista' Arbeiterliteratur' (Letteratura operaia) e determinò da questo momento in poi il rapporto tra letteratura e partito comunista, tra il Kpd e (l'unione degli scrittori proletari-rivoluzionari della Germania), così come quello tra il Comintern, il KPdSU (Partito comunista dell'Unione Sovietica) e (l'associazione internazionale degli scrittori rivoluzionari). La subordinazione consapevole al controllo della 'macchina del partito', la disponibilità individuale ad assumersi le funzioni di 'piccola ruota e piccola vita', non solo spianano la strada agli 'ingegneri dell'anima', ma preparano la definitiva stabilizzazione della politica culturale stalinista". (op. cit. p. 16). Non devo certo sottolineare qui, a un pubblico di specialisti, che quella lega di scrittori proletari-rivoluzionari rappresentò il predecessore dell'associazione degli scrittori della Rdt. I nomi di Johannes R. Becher, Willi Bredel e Alfred Kurella sono in questo senso significativi. Il curatore del volume sopracitato rimanda il lettore al fatto che "la condanna della letteratura senza peli sulla lingua che usciva nella Rdt ha pesato nelle rese di conti interne seguite all'espulsione di Biermann nel 1976". Per rendere l'idea del volume di lavoro da svolgere quando si indaga su quel concetto di letteratura, è necessario accennare al ruolo fondamentale di Georg Lukacs, il quale già con le sue uscite sulla decadenza del modernismo, in primo tempo rivolte contro James Joyce, fornì le munizione necessarie all'arsenale del capitano Scholz e del maggiore Heimann. Come potete vedere rimango in tema. Il maggiore Heimann, dopo tutto, fu per un certo periodo capo comandante del nostro amico "Fritz Mueller", alias Sascha Anderson. Ma, per usare le stesse parole che Fritz Mueller ha impiegato al registratore del compagno Maggiore, Kolbe è "a suo modo, per natura nai'f'. Proprio con tale ingenuità sono andato alla ricerca di tracce ulteriori del canone stabilito da Lenin nella piccola, eclettica biblioteca di Villa Massimo, dove al momento mi trovo come borsista per alcuni mesi. Non vi sarà difficile credermi - e, anzi, non vi sembrerà una novità, se vi dico che anche in questo luogo ameno ho trovato una testimonianza utile di matrice tedescooccidentale. Con il titolo Sulla teoria della Letteratura del mondo del lavoro Juergen Alberts scrisse nel 1977: "Organizzazione di partito e letteratura di partito si può considerare la prima trattazione esaustiva del tema della partigianeria nella letteratura ...". È necessario sottolineare, a questo punto, che all'epoca del loro ingresso nel più duro momento del confronto di classe, se non proprio della lotta di classe, il maggiore Heimann e il capitano Scholtz occupavano la posizione dei rivoluzionari combattenti. La loro pedina migliore, nel sottosuolo letterario-artistico, per lo meno, era il (in) contatto diretto con il nemico come in fondo esprime chiaramente il titolo onorifico "IMB" (/nofizieller Mitarbeiter mit Feindberuehrung cioè collaboratore informale in contatto col nemico). Finora, infatti, nessun pubblico ufficiale della Stasi si è mostrato cinico nelle interviste. Questo ruolo è stato occupato ·piuttosto dai più raffinati delatori dello spirito (1MB). In ogni caso, sono convinto che i compagni ufficiali potevano rilassarsi leggendo (se leggevano quando erano fuori servizio) la letteratura partigiana e popolare, che in sostanza offriva un rispecchiamento realistico dei rapporti nel socialismo reale. Persino l'"alias, alias" medesimo, manovrato da loro o dal loro organo, nemmeno lui ha osato scrivere una simile letteratura. O, forse, ho frainteso completamente le sue poesie, per esempio quelle comprese in leder satellit hat seinen killersatelliten (ogni satellite ha il proprio satellite assassino). Forse fui così impressionato da queste poesie perché avrebbero potuto servire da esempio a un'estetica premoderna e socialista. No, al contrario, e comunque questa non è questione che ci riguardi ora. E, tra l'altro, solamente l'autore di questi testi potrebbe intrattenerci raccontando, in una prosa tanto realistica quanto incredibilmente scor39
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