IL CONTESTO Visto da Oriente Renderepossibilile differenze Amitav Ghosh traduzione di Anna Nadotti I due interventi che seguono sono stati letti dagli autori, giovani scrittori asiatici di primaria importanza, al convegno "Nord Sud Est Ovest" organizzato da "Linea d'ombra" con la Provincia di Milano nella passata primavera. Amitav Ghosh (Calcutta 1957) ha trascorso tutta l'infanzia nella città natale, dove ancora vive e insegna. Si è laureato all'università di Delhi e specializzato a Oxford in sociologia e antropologia. Ha scritto i romanzi: Il cerchio della ragione (Garzanti)e Le lineed'ombra(Einaudi). "Linea d'ombra" ha pubblicato sul n° 53 dell'ottobre 1990un'intervista allo scrittoredal titolo Per una scrittura nonviolenta e sul n°57del febbraio 1991 un suo racconto intitolato Un egiziano a Baghdad. Vorrei cominciare parlando di uno scrittore, uno scrittore occidentale che ha scrttto tanto dell'Italia quanto dell'India. E curiosamente ha scritto dell'una e dell'altra nello stesso modo. Dev'essere uno dei pochi scrittori che è riuscito a farlo. Mi riferisco a E. M. Forster. Come sapete, E. M. Forster scrisse Camera con vista e vari racconti ambientati in Italia, e in seguito scrisse Passaggio in India, che molti considerano il suo capolavoro. C'è qualcosa in comune tra ciò che scrisse dell'Italia e ciò che scrisse dell'India, a mio avviso, o meglio un'idea dominante, l'idea di un certo mistero, il mistero che interviene tra una cultura e l'altra. È assai curioso ma, se ci pensate, trenta o quarant'anni fa un occidentale di una parte decisiva dell'Occidente scriveva dell'Italia come di un mistero, più o meno nello stesso modo in cui oggi un italiano potrebbe scrivere dell'India. È curioso, e ai miei occhi molto interessante. Senza dubbio la maggior parte dei presenti conosce Passaggio in India e sa che l'evento principale del romanzo è qualcosa che avviene in una grotta, ma nessuno sa realmente di che cosa si tratti. C'è un uomo indiano, là dentro, e una donna inglese, e non si sa esattamente che cosa accada. In questo sta il senso del libro. Il fatto centrale è che laggiù c'è qualcosa di assolutamente misterioso, un mistero essenziale che nessuno può svelare, mistero che può esser fatto di violenza, o forse d'amore, o ... d'ambiguità, se preferite. In questo senso io dico che E. M. Forster - che è un occidentale progressista, un uomo profondamente liberale e umano che scrive dell'Oriente, o di un'altra cultura - fa ricorso al mistero come evento che gli permette di definire il rapporto tra una cultura e l'altra. È molto strano, da vari punti di vista, per me e credo per molti altri scrittori della mia generazione, in quest'idea del mistero c'è qualcosa di profondamente sbagliato. Perché naturalmente uno che cresce in Italia oggi non ci trova nulla di misterioso, esattamente come chi cresce in India non trova nulla di misterioso in India. Sono semplicemente luoghi in cui si vive e si cresce. E per me, come per molti altri, era di assoluta importanza rimuovere l'idea di mistero come elemento di mediazione tra due culture e sostituirla con la verità. 14 Ma ripensandoci adesso, quando osservo lo stato delle cose nella cultura globale odierna, scopro che la verità come noi l'avevamo pensata non è che un nuovo mistero. Infatti, se dovessi pensare allo scrittore che ha avuto il ruolo più importante nel proporre una visione alternativa a quella che si potrebbe chiamare la visione forsteriana, penserei a V. S. Naipaul -e sono convinto che Naipaul sia davvero importantissimo nel definire come al giorno d'oggi le culture siano tra loro in un rapporto globale. Premetto che ho una grande ammirazione per Naipaul, e grande rispetto per il suo lavoro. E penso che si debba a Naipaul, più che a chiunque altro, la visione che ha sostituito quella forsteriana del mistero. Provate a chiedervi, qual è la visione.qual è la verità con cui si cerca di rimuovere l'antico mistero? Molto semplice. Nella cultura globale, per gli occidentali progressisti, sono fondamentalmente tre le cose che definiscono la verità degli altri paesi, l'Oriente, l'Africa, o qualunque altro paese a cui voi pensate come altro. La prima è la nozione di tirannia. Credo che l'Oriente, o i paesi del Terzo Mondo siano visti tutti in termini di dittatura e corruzione. La seconda ha a che vedere con il trattamento riservato alle donne. La terza è relativa all'abuso ambientale, o, se preferite, il degrado dell'ambiente e la sua distruzione. Per riassumere voglio dire che, pur sapendo quanto tutto questo sia lontano dalla visione forsteriana del mistero, se guardo ciò che accade oggi e metto a confronto la visione forsteriana con quella che possiamo chiamare naipauliana, vedo che quest'ultima è parte integrante della cultura globale odierna, e prevale in essa quanto quella di Forster prevaleva in passato. Vedo che oggi la maggioranza delle persone colte occidentali - soprattutto i giovani occidentali - guardano il mondo, il mondo non occidentale, utilizzando i parametri critici di cui parlavo prima. Amitav Ghosh in una foto di Giovanni Giovannetti.
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