Linea d'ombra - anno X - n. 75 - ottobre 1992

IL CONTESTO trovare ~ivini singhiozzi di agnello, mi butterò pallido svenuto ai suoi piedi, vorrà egli uccidere un morto? Guai se si chinerà per vedere che accada di me, se dirà una parola prima ch'io possa afferrare una sua corda, e ne avrà, avrà pure un tasto debole, s' io lo potrò toccare! Il giorno dopo ve lo mostrerò fra le mie mani a giuocherellarci come con una bambolina giapponese. Ma via! Non un più grosso Sansone ci volle per vincere Sansone, ma Dalila, debole e inerme. Alla forza contrapponete l'astuzia. E come senza di ciò sarebbe l'uomo divenuto il re degli animali? Come col sussidio unico della forza avrebbe potuto giungere a liberarsi e a dominarli tutti? Quelli tanto più forti di lui? È anzi tutto il contrario. Voi lo vedete, questo re, tranquillo su cammelli e cavalli, muli asini e buoi, tutto tronfio cavalcarseli, imporre ad essi di strascicarlo dove più gli fa comodo, al teatro o alla passeggiata, dal suo avvocato o dalla sua amante, farsi aspettare finché gli piace, finché non abbia esaurita ogni sua comodità. Tagliuzzargli la coda, gli orecchi, le parti genitali, far loro portare da destra a sinistra cose che non li riguardano e non li interessano, e vi si mostra a ruzzare con un elefante come con -un bambinone grasso di dodici anni, in una misera gabbietta far salti mortali col leone e colla tigre, giuocare a palla coli' orso per scampare insieme la vita, tenersi un boa al collo come un vezzo, o ai polsi come un braccialetto. E dopo tutte queste belle cose lo udirete dar fuori della grazia di Dio perseguitato e vittima della pulce o della zanzara, della cimice o del pidocchio. Per vincere il nemico col suo mezzo istesso, avete dovuto studiarlo, imparare il suo segreto, assimilarlo, farvi a poco a poco come lui, l'assassino, il ladro, lo stupratore, egli è in voi ora, il suo spirito; disgraziati, che siete riusciti tanto bene a vincerlo, siete forse ora più addestrati di lui nelle male arti. Infelici! Alla fine della immane fatica, per essere proprio sicuri di averlo distrutto, il bruto, dovreste puntare contro la vostra stessa pancia le baionette che vi sono avanzate. Questo avvenne col consenso di tutti quelli che erano ai poteri su questa terra. Coli' adesione di tutti i luminari delle scienze, della politica, delle industrie. a NOVITÀOTTOBRE92 Rafael Sanchez Ferlosio LA FRECCIA NELL'ARCO Contro gli alibi ideologici del nostro tempo. A cura di Danilo Manera. Julio Cortazar ULTIMO ROUND E ALTRI SCRITTI POLITICI Cuba e il Nicaragua, il Maggio francese e le dittature. A cura di A. Mariottini e E. Franco. Giustino Fortunato I GIUSTIZIATI DI NAPOLI DEL 1799 t Persuasione etica nella politica: una rivoluzione e la sua sconfitta. A cura di Vittorio Dini. *** "Infine ... infine, dicono tutti, i nostri figli muoiono per la libertà. Certo. Verissimo. Essi morendo, assicuratevi, ne avranno senza economia; quelli che restano invece non ne potranno avere che ben poca: è troppo giusto". ("Lacerba", 10 gennaio 1915) Gli errori dei cattivi governi si accumulano. I cattivi governanti alla fine del loro giuoco si ritirano in nostalgiche ville piene di raccoglimento e di poesia. I popoli dovranno sciacquare nel sangue i cenci sporchi della loro insipienza o malvagità. La guerra non si fa. La guerra non si deve fare per nessuna ragione al mondo. Due popoli civili, come due persone, devono venire a fine di ogni divergenza o contesa senza spaccarsi il cranio con un randello, o bucarsi la pancia con un ferro. Vi dissero che la guerra che vi s'imponeva era per la libertà. Ora potete dire quale fonte di libertà fosse. Tutto è legato, tutto è in lacci e catene. Nulla più è vostro, lo stesso pensiero, tutto. I comf11erci,le industrie, i colpi di zappa che il bravo contadino lascia cadere sopra la terra sono registrati, il pezzo di panno che vi ricuopre, il cattivo boccone di pane che trangugiate è numerato, segnato, tutto. Questa è la libertà che vi avevano promessa, per essa vi siete lasciati uccidere. Se fossero venuti a governarvi le pellirosse avreste goduta, assicuratevi, più libertà di questa. E il vostro spirito, anelante a questo bene supremo, deluso si dà ora in braccio alla più laida scompostezza, alla più ripugnante trivialità. Attenti! In fondo a questa libertà sono le forche, e sarete stati proprio voi a tirarle su. Non era la guerra necessaria per nessuno, tanto meno per l'Italia che aveva ragioni, diritti, e doveri per rimanere neutrale. La Spagna, la Svizzera, l'Olanda, le altre, sono state rispettatissime e lo sono tutt'ora. Quale rispetto si è avuto del sacrifizio che l'Italia ha fatto? Superiore alle sue forze, e contro la sua legittima volontà? L'America vi è intervenuta dopo che tutto l'oro era affluito nelle sue tasche, per paura di rimanere soffocata. Da un'azione mostruosa di miserabili interessi e ambizioni come la guerra che è stata combattuta, non si poteva uscire sul fertile suolo della libertà ma della schiavitù. È il militarismo la negazione dell'individuo e della vita, la scuola di tutti i vizi. Mozza all'uomo le migliori energie appena sorte in lui, e gli apre la strada a tutte le perdizioni! L'ozio gli corromperà le buone iniziative, il sentirsi nulla, un numero, non più un uomo, gli sciuperà ogni dignità personale, ogni responsabilità, la sensibilità. Lo assuefà colla prigione. Imparerà a scrollare le spalle di fronte al gastigo e al rimprovero o ad avvilirsi per schivarlo. Perderà nel mare magnum delle caserme il senso di proprietà. Tutto è di tutti e di nessuno. Lo assueferà al piccolo furto quotidiano quasi indispensabile. Da quello passerà al furto più grosso. Il maneggio, l'amore per le armi che gli insegna, estrarranno dal suo fondo l'istinto sanguinario e lo svilupperanno. Costretto a circolare per le grandi città piene di inviti e seduzioni, e generalmente senza un soldo, si presterà poco alla volta a tutte le prostituzioni per averne, o soffrirà e, imparerà a odiare coloro che ne hanno. Quando un ufficiale avrà detto con benevola superiorità due o tre volte ad un soldato: "puliscimi questo", "mettimi quello", "levami quest'altro", "lustrami qui", vammi a prender là" voi sentirete quel soldato esclamare: "il signor capitano mi vuol bene" e si abituerà a essere il lacché o il cane di un altro uomo. La guerra porrà in azione tutti i cattivi insegnamenti.

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