Linea d'ombra - anno X - n. 74 - settembre 1992

STORII/LOPIS - Mia piccola Francoise, cosa hai mangiato? E la piccola Francoise facendo la sua recita sarà felice di raccontare che non ha mangiato la frutta perché i mandarini che Carmen voleva darle non erano buoni. E Madame la rimprovererà di non averglielo detto. Le ha già spiegato, infatti, che se la bambina non mangia la frutta rischia di non avere un'alimentazione equilibrata, ecc. Carmen ha l'abitudine di ascoltare tutto ciò con serietà. Per loro al villaggio, laggiù a Makélékélé, quello che conta è che il bambino abbia la pancia piena. Se ci si dovesse occupare anche dell'equilibrio, non la si finirebbe più. A proposito, Carmen non deve dimenticarsi di domandare a Madame ... Non le restava più che una sola soluzione. Agire come faceva sua madre quando voleva farla mangiare. Con una mano aprì la bocca della bambina e con l'altra vi cacciò lo spicchio di frutta. Francoise urlò, bisognava aspettarselo. Ella continuò. Francoise gridava e soffocava dalla rabbia. Nel corridoio si sentirono come dei colpi di martello sulle piastrelle, erano le scarpe di Madame che stava accorrendo. Carmen aveva vinto. - Cosa succede. - Non vuole mangiare, Madame. - Eh bé, non la sforzi. Povera piccola, va'. Prenda l'uva nel frigorifero. Gliene dia un po'. Questa le piace. Madame prese tra le sue mani la testa della piccola e la baciò diverse volte. Carmen è andata a prendere la frutta europea. Tornando, ha incrociato Madame, stava quasi per domandarglielo ... Ma l'atmosfera non era propizia ... Francoise ha mangiato l'uva con piacere. Deve essere buona, visto che, quando mangia questa frutta, lei, che in genere è così indisciplinata, diventa brava e non dice più una parola. Visto che non l'ha mai assaggiata, un giorno Carmen ruberà un chicco di quella roba lì. Mentre la piccola mangiava, Carmen asciugava le fini colate di lacrime che le scivolavano sulle guance. In fondo, amava molto quella bambina. Da quando aveva due mesi, era stata praticamente lei ad allevarla. Era figlia sua alineno quanto di Madame. Anche se avesse lasciato quel lavoro, o se Madame l'avesse messa alla porta, non avrebbe potuto fare a meno di ritornare ogni tanto per vedere come sarebbe cresciuta Francoise. In seguito, ha dovuto farle fare pipì, cambiarla e metterla a letto. Erano già le sette e trenta. Faceva notte. Ci voleva ancora un'ora per arrivare fino a Makélékélé. Ma Francoise non voleva che la sua tata partisse. Ha questa fastidiosa abitudine. Occorre che Carmen le canti una canzone perché si addormenti. Nguè kélé mwana ya mboté Dodo bébé Dodo bébé Quando è finita bisogna cantarne un'altra. Di solito, a metà della seconda si addormenta. Quella sera ne dovette cantare tre. Carmen cantava e i suoi pensieri erano altrove. Pensava a Francoise che amava come suo figlio, che aveva la sua stessa età e che eppure, lui era già così diverso. Francoise era piena di salute, mentre suo figlio aveva già rischiato di morire diverse volte. Nulla intimidiva · Francoise, parlava ai grandi con sicurezza, dava ordini ai domestici e si mostrava già difficile nella scelta dei vestiti. Il suo Hector invece non osa parlare. Quando si trova di fronte ad un estraneo, diventa immediatamente scontroso o stupido. Ha già gli occhi 84 infelici. Eppure saranno chiamati a vivere la stessa epoca. Anche se parlano la stessa lingua potranno mai comprendersi? Carmen non lo pensa per gelosia. No, vorrebbe che Hector fosse "ben educato", ma come poterlo? ... Bisognerebbe cambiare tutta la società, tutta la morale. Quella mattina stava per non venire al lavoro. Il bambino aveva pianto tutta la notte. Aveva mal di pancia. Aveva la diarrea e ha vomitato almeno tre volte. La prima sembrava avergli fatto bene. Ma all'ultima ha persino rigettato dal suo piccolo stomaco qualcosa di verde. In seguito, ha sentito che lo stomaco espelleva meccanicamente ma senza che ne uscisse nulla. Il bambino soffriva palesemente. Faceva fatica a respirare. Ha sentito il sudore della sua fronte. Ha avuto molta paura. Ha pensato ai due bambini che aveva già perso. Si è persino spaventata. Stava quasi per svegliare sua madre che dormiva nello stesso recinto. Ma si è trattenuta. Sua madre l'avrebbe portata immediatamente dallo stregone. Era stato così anche per gli altri due. Ed erano morti. Eppure ogni volta aveva pagato l'equivalente della sua paga. E dopo la morte, è stato anche peggio. Lo stregone aveva concluso che perdeva i bambini perché rifiutava da cinque anni il marito che i suoi genitori volevano darle. Così, oltre al dolore, aveva dovuto sopportare le stupidaggini di tutte quelle vecchie che lè ripetevano di continuo che avrebbe dovuto piegarsi alla volontà, a seconda dei casi, di Dio, degli antenati, degli spiriti o dei suoi poveri bambini, e che avrebbe dovuto cedere. Che non avrebbe dovuto fare altro che sposare Kitonga Flavien e tutto si sarebbe sistemato. Non era forse un buon partito? Al di fuori del suo orario di servizio, quell'autista dell'amministrazione aveva una vita da vero padrone. Con i suoi quattro taxi, aveva potuto farsi costruire un negozio e un bar a Ouenzé-Indochine. Kitonga Flavien le avrebbe consentito di non lavorare più. D'altronde aveva già due mogli. Una a Bacongo, l'altra a Ouenzé, ad occuparsi degli affari del bar. Mentre pensava a tutto ciò, il bambino l'aveva chiamata. Voleva venire a dòrrnire sulla sua stuoia. Aveva paura di restare da solo. Avrebbe resistito fino al mattino? Ci sono persone ·che, quando il loro bambino è malato, possono prendere il telefono, fare un numero e presentarsi poco dopo al domicilio del medico. Costui prende allora le misure che si impongono e rassicurano. Per noi poveri invece! I dispensari più vicini di notte sono chiusi. Andare all'ospedale? Vi accoglie un'infermiera che si arrabbia e vi fa una scenata perché avete osato svegliarla. Andare da un medico? Nei quartieri per bene, a quest'ora della notte, la gente non apre agli sconosciuti. E comunque questa è un'illusione della sua immaginazione. Per andare da un medico privato ci vogliono dei soldi. Finalmente, all'alba il bambino si è addormentato. Carmen invece ha dovuto alzarsi per andare dai suoi padroni. DaMakélékélé a Mpila, ogni giorno due ore a piedi. E siccome Madame vuole che arrivi al massimo alle sette e mezza, non è difficile fare i conti ... Nonostante la fatica, non aveva vçglia di continuare a dormire. Ma stamattina non aveva neppure voglia di venire al lavoro. Avrebbe voluto andare all'ospedale per sapere esattamente cosa aveva Hector. A Carmen non piace lasciarlo da solo quando è ammalato: non è tranquilla. Una volta ha provato a portalo al lavoro, ma Madame le ha subito detto che non era pagata per custodire suo figlio, ma la sua. Sapeva bene che sua madre e le zie l'avrebbero portato dal medico. Nella tribù, la famiglia è grande

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==