STORIE/ AGUALUSA scientifici, di affanni e di innumerevoli ricerche sulla chimica del cloroformio e - e qui la voce del chimico salì di tono - Eccellentissime Signore, Illustri Cavalieri, quello che sto per mostrarvi non lo dimenticherete mai più". E si mise a spiegare come, attraverso le sue ricerche sul cloroformio, fosse riuscito a penetrare lo stato della sonnolenza e a creare un processo capace di indurre questo stato in persone o animali, rendendo i loro corpi tanto leggeri da ottenere la loro sospensione nell'etere, in verticale e in orizzontale. A questo punto il fisico fece salire sul palco sua figlia, una ragazza snella e delicata, a cui fece odorare, da un'ampollina che aveva in tasca, un liquido azzurro. La fanciulla si addormentò, ma invece di stendersi sul pavimento, in un fruscio di sete, rimase immobile e in piedi, mentre il padre continuava ad agitare intorno a lei l'ampolla che aveva in mano. Con gesti ampi ma lenti fece in modo che tutto il liquido si volatilizzasse. Fatto questo prese la ragazza per la vita e la alzò in aria. Dopo la lasciò e, contro ogni logica, la gentile figurina rimase dove stava, galleggiando a venti centimetri da terra. Si sentirono risate nervose, applausi e varie espressioni compiaciute. Il sapiente ringraziò con un sorriso, chiese di far silenzio e prendendo nuovamente la ragazza, la fece girare in aria. Alla fine la fece stendere, facendola fluttuare a quasi un metro da terra. "Adesso" disse, munendosi di un cerchio di ferro "è opportuno chiarire che in questo esperimento non ci sono trucchi: non ci sono fili di ferro, corde o fili trasparenti. Solo cloroformio, signori, tutte cose che la scienza spiega ..." E, lentamente, fece passare il corpo della ragazza dentro il cerchio. La platea emozionata, si alzò in piedi in una enorme ovazione. D. Nicolau, impacciato nel suo frac nuovo, si alzò anche lui. In verità nessuno aveva mai visto niente di simile. Finito lo spettacolo, andò da Ezequiel de Sousa, chiedendogli che lo presentasse all'illustre scienziato. Ezequiel de Sousa era in quel momento uno dei commercianti più ricchi della città e era stato lui a fare venire il brasiliano a Luanda, pagandogli la traversata e ospitandolo a casa sua. In quel momento era gonfio di vanità, attorniato dall'eccitazione di un gruppo di cavalieri e giovani signore che desideravano tutti conoscere Jacome Filho. Quando arrivò il turno di Nicolau, il commerciante lo presentò come principe del Congo, figlio di Dom Henrique Il, e subito al ragazzo sembrò che una strana luce di interesse fosse passata in quel momento negli occhi del brasiliano. Poco dopo già si trovavano in amabile conversazione; lo scienziato voleva soprattutto conoscere l'Angola e faceva domande a cui a volte Nicolau non era capace di rispondere. Perché la notte fosse splendida si sistemarono nell' esplanada del caffè Bijou dove tra birra e aneddoti il giovane principe finì per portare lo straniero per i tortuosi cammini della reale genealogia del Congo. D. Nicolau A.gua-Rosada e Sardonia era infatti figlio di Henrique Il, incoronato re del Congo il 13 gennaio 1844, come consta dal rispettivo Atto di acclamazione e dalla Carta Regia di riconoscimento, registrata dalla signora Dona Maria. Con la morte del monarca, e in conformità con le leggi locali, gli successe al trono un suo nipote D. Pedro VI, debitamente incoronato per approvazione di sua maestà il re di Portogallo, D. Luis I. Era ancora viva Dona Maria quando Nicolau fu affidato da suo 76 padre alle cure di un capitano portoghese, Antonio Joaquim de Castro, il quale lo portò a Lisbona. In questa città il piccolo imparò a leggere, a scrivere, a fare di conto, alcuni rudimenti di francese e tutte le arti proprie di un cavaliere, dall'equitazione alla scherma. Quando otto anni dopo, ritornò in Angola, era una persona completamente diversa da quella che ne era partita anni prima e non si immaginava ormai capace di adattarsi agli usi e costumi della sua gente, ragione per la quale decise di rimanere a Luanda, dove trovò facilmente impiego nella Junta da Fazenda Publica. I suoi buoni servigi e le sue capacità gli valsero una promozione a scritturario e nel 1857, era mandato ad occupare il posto di scrivano della Junta da Fazenda, del distretto di Ambriz. Quando il suo destino si venne a incrociare (irrimediabilmente) con quello del professor Jacome Filho, D. Nicolau era di passaggio a Luanda dove si era recato per visitare alcuni amici. Era un giovane alto, molto negro, dal viso simpatico e dal tratto affabile, poco dedito ai bagordi tipici della sua età e nessuno sapeva che si fosse mai andato a cacciare nei guai, politici o di altro tipo. Il suo rifiuto a tornare a San Salvador del Congo, per occupare il posto che gli competeva nel governo del regno, aveva risvegliato contro di lui l'odio della sua gente. Ma a parte questo, non si conoscevano suoi nemici. Il Professor Jacome Filho ascoltò la storia di Nicolau con attenta concentrazione. Indagò su tutti i particolari, moltiplicò le domande. Sembrava particolarmente interessato a sapere quello che Nicolau pensava degli ideali autonomisti che in quel periodo cominciavano ad agitare le conversazioni dei Luandensi. Quest' argomento non aveva mai entusiasmato particolarmente il giovane ma sapeva che ne erano coinvolti molti cavalieri illustri della città, soprattutto ricchi commercianti, scontenti del modo in cui la Metropoli governava la colonia. Si salutarono al rompere dell'alba. Jacome Filho, allegramente, gli ricordò che avrebbe ripetuto il suo numero di lì a una settimana e insistette perché ci andasse. Questa volta lo spettacolo avrebbe avuto luogo nella residenza di proprietà della Carnegie & Co. per un pubblico scelto. In questa residenza, conosciuta come Bungo House, era tradizione che la comunità inglese e le migliori famiglie di Luanda confraternizzassero in vivaci serate. Alcuni degli abituali frequentatori della casa avevano inoltre formato un gruppo di teatro, la Società Drammatica Shakespeare, che rappresentava i suoi spettacoli ora in inglese ora in portoghese. La domenica fissata per la presentazione dello straordinario numero scientifico di Jacome Filho, la Bungo House rigurgitava di gente. Si trovava a fare gli onori di casa la sposa del Viceconsole della Gran Bretagna, una signora biondissima e di grande bellezza, con un perenne sorriso che le illuminava il viso. D. Nicolau, che non aveva mai avuto prima il privilegio di visitare la villa si presentò timido e vergognoso, stordito dal brillio dei lampadari e dall'eleganza delle coppie presenti. Teg-ievaadesso che non avendo ricevuto alcun invito formale la sua presenza lì sarebbe potuta essere considerata sfacciata e poco opportuna. Era quasi pentito di aver dato ascolto al fisico brasiliano, persona che lui a stento conosceva e che in più lo aveva invitato ad assistere allo spettacolo al Bungo House dopo aver molto bevuto. Si tranquillizzò solo quando vide arrivare verso di lui Jacome Filho in compagnia del padrone di casa William Newton e che questi si rivolgesse a lui
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