Linea d'ombra - anno X - n. 74 - settembre 1992

La pietra è nera al soffuso orizzonte Sotto la luce diffonde incolore - Gli occhi richiamati alla candida nuca - È vuota - È muta - Ardesia la fronte Nella muta armonia delle sfere. * * * Il mare è qui - seta d'acciaio - specchio d'implacabile - messo dal ciglio più dolce o violento d'anemos d'amore sconvolgimento e svela più vivo l'acquario - La stanza è qui - troppo alta sul flutto azzurro bianco che si frange sotto - da cui ogni granello si faccia montagna ogni pensiero un giorno della sua infinita sabbia - A volte le parole A volte le parole prendono di schiena e si ha la sensazione di essere colpiti in faccia A volte prendono di faccia e il brivido corre lungo la schiena L'ala della speranza, l'amo ricurvo del dolore incominciano l'implacabile lavoro. "Non mi dici niente" "Non c'è più niente" Chiare gemme di terrore dell'oscuro negli occhi spalancati apparve profondo L'angoscia della morte in vita. Parole familiari Frasi colme di sciocchezze improvvisate sul tono di un quieto recitare la vita furono musiche, arie di angeli Sciolsero la paura nel grato flebile sorriso di chi torna in vita La vita in•morte. Oltre ogni dire La frase più breve e più lunga che conosca POESIA/TAVELLI Lunghezza relativa alla necessità del dire Presuppone un altrove. Mi ci porterà lei. Se deve finire finirà da sola. Mi ci farò portare. E altre bruciano come il sale Si mettono di traverso al petto Corrodono. Fanno male Inducono a pensare Fanno sentire la propria anima mortale Dove ci si sente piegare in due Dove ci si sente mancare Dove manca poco al volare. Involucro d'ambra Parole d'amore Gioia trepidante di bimba che è stata buona Di questa certezza solo risponde. Felice l'ultimo pensiero al compagno dei suoi giochi s'addormenta quieta. No. Non è nel sonno Non nel sogno chiude una distanza. Al domani nutre surreale fantasia. Se mai una distanza c'è essa è più crudele al fiotto di luce. Ho cercato per strada la solidità del muro per appoggiare la fragilità della mia mente, per accennare al limite del vacillare. Quando uno scoglio - una parola - fa vacillare la mente cede alla musica vuota di voci. Fantasmata Con la tua stessa scopa ti vengo a cacciare vecchia padrona del nulla che t'impicci biliosa nei minimi affari Avida sopra tutto. E ti batto. E ti batto la schiena fuggente Tavola oscura Calcagni levati in frenetica corsa. Guai a te che adunca ti afferri dovunque Lacerando. 73

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