POESIE ITALIANE Antonella Anedda (Roma 1958) ha pubblicato poesie su "Nuovi Argomenti", "Poesia", "Galleria", "Prato pagano" ecc., collabora a "Il manifesto" e cura una rubrica cli poesia su "Legendaria". Presso Crocetti è uscita da poco la sua prima raccolta, Residenze invernali. Vive a Roma. Anna Maria Carpi (Milano 1939) insegna ali' università di Venezia, ha tradotto opere di Benn, Celan, Handke, Th. Mann, e ha pubblicato saggi e storie brevi e un volume sulla poesia barocca tedesca. Le poesie•che pubblichiamo fanno parte della raccolta Morte a Talleyrand, che comprende 60 testi parzialmente dialogati. Giovanna Sicari (Taranto 1954) ha pubblicato su "Lengua", "Alfabeta", "Il cavallo di Troia, "Cervo volante" ecc. È redattrice cli "Arsenale". Vive a Roma. Rosa Tavelli (Brescia 1948) ha insegnato inglese nelle superiori e si dedica da qualche tempo alla scrittura. QUASI Cl FOSSE STATO UN GRIDO Antonella Anedda Quasi ci fosse stato un grido e noi lo avessimo coperto con una voce più dura. Quasi qualcuno avesse detto, stendersi su questa panca di pietra senza cercare riparo. E noi davanti a quel corpo nel buio, alle fredde ali del telo, alla sua innocente assenza di casa di colpo e per sempre avessimo abbandonato la nostra casa. Nessuno dirà più l'inverno né lo scudo dei frutti o la paglia luminosa sulle bestie non la quiete del cane alle ginocchia un'intera foresta sul suo dorso e il bacile spostato che stringeva rovesci freddi di foglie. Non ricordare, ecco. Via dalla luce quel ramo appuntito di candela. Compostezza e cenere a lungo, ciò che ardeva ed era inviolato. Lascia che ogni vano sia notte (tavoli spenti cose fra cose) il geranio solo contro la rete. Intatta la distanza dei rovi. Buio fra spine. Un'immensa nazione che avanza chiusa nell'ombra lei stessa ombra e ombre i confini le incerte voci dei messaggeri: Oriente, province lontane, le sconfitte un.solco senza tinta come i carri e i fiumi daci contro le colonne. Tanta custodia, questo recinto, l'alto verziere con gli uccelli e•ora di nuovo l'inizio di un'attesa, forse la piatta ombra di un roseto, quel deserto mai visto e il tempo. Una pianura, sabbia vicino a sabbia in vastità senza clessidra. Piega la tua tenda nella sera. Muovi piano le dita. Un solo gesto per l'inutile lume acceso in pieno giorno per gli anni qui, nel verde-vuoto di questa stanza troppo lieve fra steli. Guarda laggiù gli ulivi. Non l'usura ma la semplice stagione l'orizzonte che placa la memoria. POESIE Anna Maria Carpi * * * La Stazione Centrale alle otto di sera brulica di rientri e quindi è bene se anch'io rientro in via Leopoli - così da sempre ci abito che i miei conoscenti non potranno imparare mai altro indirizzo. Ma tornare mi piace anche alle sei del mattino d'inverno, le macchine del caffè vanno in pressione fra le mani rosse e gli avambracci nudi dei baristi. Che dal primo cappuccino quand'è buio la Stazione Centrale fosse casa, posto di lotta e di lavoro mi piacerebbe. Ma anche la metropolitana mi conforta, perché prolunga il viaggio: se mai dovessi pensare al suicidio lo farei quaggiù in mezzo agli altri. È alla mia fermata in piazza Sud che non so dove vado, che vorrei tutt'altro luogo, una casa altrui, per esempio, un letto, un tavolo 69
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