STORIE ITALIANE · Sandro Vesce (Bologna 1938), psicanalista, è autore di Per un cristianesimo non religioso (Feltrinelli 1976)e di poesie edite in proprio o in accompagnamento a opere dello scultore Sergio Zanni e del disegnatore Giuliano Della Casa. Vive a Modena. Fausto Vitaliano (Olivadi, Cosenza 1962) vive a Milano dove lavora, come redattore, in una società editoriale. Ha svolto attività di giornalista musicale presso varie emittenti radiofoniche. LA PERIZIA Sandro Vesce Dio non era affatto a disagio. Il dottore, piuttosto. Anche se, per professione, non avrebbe dovuto sorprendersi di nessun incontro. Nello studio di uno psicanalista - esattamente come dovunque, d'altro canto, benché si finga il contrario - approda, basta attendere, ogni genere di persone. E ci si aspetta che lui sappia cavarsela. "Non tiriamo in ballo che in Dio sono tre, per giunta uguali e tuttavia distinte", gli venne da scherzare con se stesso. La realtà era che questo signore lo inquietava. Nulla in lui di stravagante, anzi. Era, più che a posto, impeccabile, di quel1'eleganza calcolatissima, suprema, che posseggono certi gay non dichiarati, spesso con moglie e figli. A dire il vero, fin dall'abboccamento telefonico gli ave.va anticipato, formula che preannuncia invariabilmente corpo a corpo: "Non vengo per me. Lo faccio per compiacere la mia famiglia. Mi hanno detto, e mi fido, che lei è il migliore in città. Non crederanno a me, e neanche a lei, se è per questo, ma una sua expertise, nero su bianco, li terrà quieti un po"'. Equi aveva avuto la prima deragliata, la fenditura piccola nel muro che, per come va, come è disposta, fa raggricciare l'architetto; e lo solleva questo, solamente, che passa e guarda, la firma sotto il progetto non è sua. "È da quando mi sono incarnato che apprezzo gli attimi di respiro. In precedenza, sa, vivevo tutto sub specie aeternitatis". In un primissimo momento quel "mi sono incarnato" il dottore l'aveva preso, certo, per una posa, ma già così ci sarebbe stato da tergiversare, da opporre "chi la manda?" "quando ha pensato di rivolgersi a me?" "è sicuro di non volermi far sapere il suo medico di famiglia?". Così gli avevano insegnato due decenni prima dirozzandolo, di farli parlare, di tenerli lì. Intanto, le informazioni sono utili, e poi il tempo che in tal modo si ottiene è prezioso per organizzarsi. Come aveva detto lui? Apprezzo gli attimi di respiro? "Sì" s'era canzonato il dottore "ci manca solo che mi senta di apprezzarli anch'io 'da quando mi sono incarnato"'. E aveva tagliato corto, non però per troncare, come prudenza avrebbe voluto se non si sentiva a suo agio, bensì dandogli un appuntamento, e a breve. Eleganza, ma poi possesso dello spazio. C'è un modo di sedere, il dottore lo sapeva, che è precario, un altro che è furtivo, uno che chiede scusa, uno che s'appiccica, uno che è arrogante, uno che vuol sedurre; insomma, ce ne sono tantissimi. Questo, francamente, non l'aveva visto mai. O meglio, percepito mai, perché il signore davanti a lui comunicava in toto, non solo con la postura: sono qui e va bene, potrei essere altrove e andrebbe altrettanto bene. Il dottore, attento come sempre alle proprie associazioni, si ritrovò nella mente, a mezz'aria, il nome di una sua bisnonna bersagliato in famiglia come inarrivabile, Serena Olimpia. Ma basta, era meglio ascoltarlo. "lo sto bene, dottore. E loro sempre che mi dicono: 'Se ti sembra il caso, davanti a una disgrazia così. Ma pensaci, prova a riflettere'. Il bello è che io ci rifletto proprio, e più ci rifletto, più mi viene da comportarmi come al solito". "Quale disgrazia, scusi?" "Non una in particolare. La morte, si tratta della morte. Uno muore che è giovane, oppure all'improvviso. Ha mai visto uno morto all'improvviso?" Sì, pensò il dottore. Un amico sul colpo in un incidente stradale. Era là, nella bara aperta, e sembrava in un letto buffo, un po' incassato e piccolo. Ma lui dormiva normalmente, i lineamenti erano i suoi del giorno prima. Al massimo, si sarebbe detto, avrebbe preferito non toccare coi piedi, tutto lì. "Era questo che dicevo" proseguì il signore come se avesse avuto il dono dell'onniscienza, il dottore non aveva aperto bocca - a me piace la gente che mi arriva, al massimo, col fastidio dei piedi, o il nervoso di quel vestito, l'unico doppiopetto, mai messo e adesso tenerselo. Non è facile però, mi creda, rabbonirli neanche su questo. Quanti ne ho sentiti: 'Ma come, mi salutano con tanti discorsi sulla risurrezione dei corpi, ci rivedremo qui, ci rivedremo là, e poi l'unico vestito che non ho mai potuto soffrire, zac, me lo mettono'. In confidenza, ha mai saputo, dottore, di qualcuno sepolto vestito come piaceva a lui più di tutto? Ecco, lo vede, mai. Fanno nascere malumori che sarebbero evitabilissimi. Certo che io li risolvo, ma, mi si dica, perché crearli? Tutta la bellissima varietà della moda, specchio della creazione opera mia, è un piattume da far pena, quando arrivano a me". Al dottore non era andata tanto giù la coincidenza, se tale era stata, che il signore dall'altra parte del tavolo avesse pensato anche lui ai piedi contro la cassa, eccetera. Ma a questo punto occorreva soprattutto riprendergli l'iniziativa e il controllo, il gioco della psicanalisi funziona come il proverbio persiano: "Metti, se vuoi, tua moglie sul cavallo, ma conserva le redini". "Lei mi sta dicendo, se ho capito bene, che le piacciono le morti premature, nonché quelle improvvise. E la sua famiglia ce l'ha con lei per questo. Ma a lei, tanto quanto se ne rende conto, perché piacciono, a parte il bell'aspetto dei defunti?" "Non sarei così sbrigativo con l'aspetto, dottore. lo dovrei stare di là e avere attorno, da Adamo, miliardi e miliardi di volti incartapecoriti? Di chiappe a budino bianche, nemmeno cioccolato? Sia sincero: sua moglie come le ha le chiappe?" Sua moglie era bisbetica di suo, per consenso delle genti, ed erano state proprio certe rotondità, tuttora portate in scioltezza, a fare aggio su tutto, venuti al dunque. Il dottore afferrò completamente che sarebbe stata dura, durissima, e cercò, da buon esperto, di lasciarsi andare al suo uomo, pardon, dio, vigilando e nient' altro. "Questo pensa di essere il dio di Gesù Cristo. Mettiamoci nei suoi panni, allora. Vuole bella gente di là, è anche comprensibile, col dogma della risurrezione". Il regno dei cieli tutto fatto di vecchi, un autobus dei nostri giorni a metà mattina, età media ottant'anni; una tombola di periferia, tutti per Nilla Pizzi, qualcuno ancora per Rabagliati. Non gli parve allettante. Gli diede il 65
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