POISIA/KOLLIRITSCH IL PRIMATODELLAFIORITURA e altre poesie Alfred Kolleritsch a cura di Riccarda Novello Il nome di Alfred Kolleritsch è ancora poco conosciuto in Italia, mentre_nei pa~si_di lingua tedesca è legato tanto alla sua personale produzione artistica, quanto al ruolo di editore della rivista letteraria "manuskripte" e di presidente del Forum Stadtpark, l'istituzione che da più di trent'anni anima la vita culturale di Graz. L'attività del Forum Stadtpark e dei "manuskripte" ha avuto un indubbio carattere innovativo, d'avanguardia, di fronte ad un panorama culturale che nell'Austria del secondo dopoguerra era caratterizzato in senso fortemente conservatore e tradizionalista. Verso la metà degli anni Sessanta si è cominciato a parlare del cosiddetto "gruppo di Graz", per indicareuna cerchia di autori accomunati non da una concezione estetica e politica, ma solo dalla costante collaborazione con il "Forum" e i "manuskripte". Sulle pagine della rivista si sono messi in luce, tra gli altri, scrittori come Peter Handke, Wolfgang Bauer, Barbara Frischmuth, qui sono stati pubblicati alcuni testi fondamentali della letteratura austriaca contemporanea, quali Die Publikumbeschimpfung (Insulti al pubblico) di Peter Handke nel 1966 oppure die verbesserung von mitteleuropa (Il miglioramento dell~ Mitteleuropa) di Oswald Wiener nel 1969. Di fronte ad una diffusa indifferenza nei confronti dell'arte ("in Austria bisogna sempre combattere per la letteratura"), AlfredKolleritsch seguita a difendere e a rappresentare l'irrinunciabile esigenza conoscitiva della letteratura, la sua insostituibile funzione critica, "che non è al servizio di nessuna ideologia, perché la letteratura fa irruzione nelle abitudini, dischiude una nuova percezione, non difende mai l'esistente." ~~fred Kolleritsch è nato nel 1931in un piccolo villaggio della Stiria mendionale, nelle immediate vicinanze del castello di Brunnsee di cui il padre era amministratore. Durante l'infanzia ha avuto modo di avvertire c?ncre~amente l'incommensurabile distanza che separa la gente del villagg10dalla sfera del castello, superiore e inaccessibile. nel contempo ha maturato un intenso rapporto con il paesaggio del luogo, a cui rimarrà sempre legato. La sua prima formazione è avvenuta negli anni del nazionalsocialismo, e le esperienze dell'infanzia sono state profondamente segnate da quel sistema educativo rigidamente autoritario e intollerante. Il ricorso all'arte rappresenta per Kolleritsch non un mezzo di 1 evasione, ma la possibilità di reagire efficacemente contro "l'orrore del mondo reale". La sua diffidenza verso gli schemi di pensiero tradizionali e le espre~sioni conv~nzionali lo induce a cercare tenacemente una lingua propna, aperta, m grado di sottrarsi ali' inadeguatezza delle formule logorate dall'uso schiudendole a nuovi significati. . Nel suo primo romanzo Die Pfirsichtoter (Gli uccisori dei peschi), la cm stesura nsale alla metà degli anni Sessanta, Kolleritsch si avvale dei modi dell_aletteratura sperimentale allora dominante tra gli autori del gruppo di Graz, per svolgere una satira dell'immobilismo politico - sociale caratteristico di una società ancora feudale. Il mito austriaco del castello viene qui definitivamente ripudiato, in una ferma condanna delle tradizioni del passato che non lascia spazio alla nostalgia del "buon tempo ~tico". Eppure, nell'indeterminatezza della sua visione utopica finale, 11romanzo rientra in quello scetticismo anarchico che è stato individuato come carattere tipicamente austriaco. Anche Kolleritsch si inserisce così nella tradizione risalente a Stifter, 52 per cui il mezzo artistico rappresenta la .compensazione estetica della totale impossibilità di una diretta azionepolitica. Con il rivoluzionamento della forma Kolleritsch si prefigge infatti un intento puramente educativo di sensibilizzazione del pubblico, nel senso attribuito da Peter Handke ai suoi Drammi vocali del 1966: "non vogliono rivoluzionare, ma attirare l'attenzione." D'altronde l'atteggiamento critico di Alfred Kolleritsch n_onha un c~attere di classe, è la ribellione dell'individuo verso ogni s1st~m~che impone, con forza la propria ideologia, schiacciando le rag10mdel singolo. E l'indignazione dello scrittore che oppone il suo "razionalismo critico" contro ogni ostinato conservatorismo contro il cieco rifiuto del nuovo e del diverso, ese_mplificatodall'ide~logia del castello: "la furente ostinazione, la negazione della morte." Negli anni Sessanta anche Kolleritsch ha condiviso il ritorno di aut~ri- co~e Peter _Hand~e ? Gerhard Roth a forme narrative più trad1Z1onab.ha scntto qumdi: Die Griine Seite (Il lato verde, 1974) Gesprii~~e im Heilbad (Dialoghi alle terme, 1985), Alleman (Ognuno, 1980), Uber das Kindsein (Sull'essere bambino, 1991). Kolleritsch è anche autore di numerose raccolte di liriche. Per Kolleritsch la poesia ha il compito di rinnovare continuamente l'_inc:°ntrotra parola e oggetto, di indicare costantemente l'apertura del sigruficato, "perché non esiste nulla di definitivo". In questo senso i "sentieri inversi" dal titolo della sua raccolta Gegenwege (1978) sarebbero le modalità sempre nuove di percezione del reale messe in atto dall'autore, il suo tentativo di rinominare il mondo perrestituire alle cose freschezza e autenticità. Con l'esercizio dell'attività poetica, Kolleritsch non vuole "creare . a~cun!dillio", bensì alludere allapossibilità di una percezione ininterrotta, di un mcontro "più sensoriale" e immediato con il mondo. Nella lingua oggetto e sguardo si cercano di continuo, e il loro incontro è "un evento temporale che accade nel dire: questa è la poesia". La produzione poetica di Alfred Kolleritsch è stata definita "Gedankenlyric", ovvero poesia filosofica, lirica d'idee, che realizza una felice sintesi tra la percezione immediata dei sensi e la riflessione del pensiero, nel tentativo di ricostituire la piena armonia tra il corpo e la mente, tra l'u?mo ~ il mo~do. Eppure lo scrivere poesie rappresenta per Alfred Kollentsch mnanz1tuttoun atto sociale, nella misura in cui indica al lettore la possi?ilità di trov~e modalità espressive sempre nuove per le concrete espenenze della vita. Il poeta vuole dimostrare che "quando s'irrigidisce il linguaggio, s'irrigidisce il pensiero, s'irrigidisce la vita". Kolleritsch suggerisce allora la necessità di ripudiare le metafore convenzionali, e con esse le immagini del mondo consolidate, le verità assolute. e le certezze definitive, per volgere al mondo uno sguardo sempre libero e nuovo. Perché "più saggio della verità è il cammino verso i segni della caducità" (Sull'essere bambino). (R. N.) Demolirono ••• Demolirono la casa in cui nacqui. Apparteneva ad essi, non a quelli che vi avevano riposato e sofferto, da tre generazioni. Era una casa per i servitori, lustrascarpe, giardinieri, per l'amministratore.
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