Linea d'ombra - anno X - n. 74 - settembre 1992

CONFRONTI Cosa può dare una generazione I premi 11 Linea d'ombra - Santa Cesarea Terme" a cura di Giacomo Borella Il 27 e 28 giugno scorsi si sono svolte le premiazioni della prima edizione del Premio "Linea d'ombra - Santa Cesarea Terme", dedicato ai giovani talenti e alle nuove proposte dell'arte e della cultura. Dopo la consegna dei premi e gli incontri con i premiati sulla piazza del paese, l'affollato concerto del Sud Sound System ha concluso con il ballo e con la festa la "due giorni" salentina di Linea d'ombra. Nel numero di luglio/agosto abbiamo esposto il senso e le ragioni di questa piccola iniziativa, la composizione della giuria e le motivazioni con cui essa ha voluto assegnare i cinque premi all'attore Enrico Lo Verso, al direttore della fotografia Luca Bigazzi, alla studiosa di letteratura cinese Maria Rita Masci, al gruppo rap salentino Sud Sound System e al cartoonist Gianluigi Toccafondo. Riprendiamo qui il discorso, pubblicando parte delle chiacchierate che abbiamo avuto occasione di fare con loro a Santa Cesarea. Luca Bigazzi Come hai cominciato? Ho cominciato per caso, come si dice sempre. Silvio Soldini e io - io allora lavoravo per la pubblicità- eravamo stufi di fare cose che non ci corrispondevano e abbiamo pensato di fare un film, Paesaggio configure, molto povero-il budget era di dieci milioni-che abbiamo girato un po' per scherzo. Doveva essere corto ed è diventato lungo, è andato anche al festival di Locarno. Era il 1982. Sono passati dieci anni e mi sembra di capire che il tuo atteggiamento verso questo mestiere non è molto cambiato. Direi di no. O meglio vorrei che fosse così: in realtà a volte ti costringono a farlo in maniera più stressante - loro dicono più professionale. lo innanzitutto cerco di divertirmi, in secondo luogo cerco di farlo con gli amici. A volte, quando ci sono più soldi, ti impongono tempi che non sono tempi naturali, perché ì costi diventano così spaventosi che ogni minuto vale un patrimonio, e questo va sempre a scapito della qualità. Per cui io rimango dell'idea che sia meglio fare film poveri con più tempo, piuttosto che film ricchi dove hai mezzi, ma non il tempo di pensare a quello che stai facendo, o nel mio caso, a mettere le luci come vorresti. Sembri avere verso il tuo mestiere e verso il cinema in generale un atteggiamento molto concreto, affettivo e materiale, e invece poco teorico e intellettuale. È così? Un film si fa, alla fine, attraverso una serie di fatti concreti. Ha una sorta di vita propria: va sulle sue gambe, a volte diventa un mostro che ti divora - nel senso che non riesci più a controllarlo - altre volte invece è una:cosa che riesci a cavalcare facilmente. Per film io intendo un insieme di attori, tecnici, materiali, situazioni, case, metereologia, sceneggiatura. Tutte queste cose insieme producono questo strano animale, che bisogna cercare di non violentare, ma di seguire con idee di fondo abbastanza chiare, stabilite all'inizio. Cerco di evitare di pensare troppo nello specifico a un film, cerco di pensare più in generale, più alla direzione in cui vorrei che andasse. Certo, a volte ti accorgi che quella è sbagliata e cerchi di cambiarla durante la lavorazione. È una strana alchimia. E a volte per il mio lavoro è più importante leggere libri che non centrano niente o guardare delle fotografie, piuttosto che studiare trattati di tecnica cinematografica. Enrico Lo Verso Vedendo il Ladro di bambini si ha l'impressione di una assoluta naturalezza degli attori. Questo risultato, da che cosa è dipeso? Qual è il segreto del film? La regia è stata l'elemento determinante nella riuscita del film. L'altro è che lavorare con due bambini è una cosa che aiuta tantissimo, soprattutto perché con loro non ci si può permettere di recitare, bisogna cercare di essere più sinceri e veri che si può, altrimenti non risponderebbero. E allora bisogna cercare di uniformarsi, di lavorare allo stesso livello. Do sinistro o destro: Luca Bigozzi, Gianluigi Toccofondo, Enrico LoVerso. 27

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==